ALFABETO – VITTORIO SGARBI: “Vado dove mi porta la capra, con i soldi compro altre opere”

vittorio-sgarbiDove c’è una capra c’è lui.

In effetti il trittico Capra-Capra – Capra mi ha espanso, corpo e spirito, in una moltitudine sconosciuta che grazie a Facebook e Twitter ha assunto proporzioni notevoli.

Di capra in capra, Vittorio Sgarbi aumenta il fatturato.

Vado dove mi chiamano, gli italiani sanno che ho fatto più io per l’arte che dieci Settis.

Lei va dove la pagano.

Anche, giusto.

In questo momento ha tre eventi in corso: il Caravaggio a Ginevra, La Maddalena a Loreto, La Follia a Catania. Quattro con Osimo.

La Fondazione Sgarbi, le grandi opere custodite per un’intera vita dalla mia famiglia, da mia madre, ora sono patrimonio comune. Bellezza esibita, dispensata, regalata agli occhi del mondo.

Imprenditore del bello e in alcuni casi anche subappaltatore del bello.

È il mio lavoro, la mia passione. Non ho alcun interesse per i soldi.

Com’è noto le fanno schifo.

Non dice male, mi servono solo per acquistare opere d’arte. Altro non voglio

Però, sarà una coincidenza, alcune volte i soldi le fanno cambiare idea.

Cioè?

Non so quanto le abbia dato Vincenzo De Luca a Salerno.

Troppo poco, mi sembra pochissimo.

Per quel pochissimo è riuscito a trovare nel Crescent, un mostro di tutto rispetto, le grazie di una Gioconda.

Avevo ritenuto dapprima la cubatura un po’ eccessiva, ma gli interventi riparatori del progettista, lo spagnolo Bohigas, mi hanno convinto che l’edificio razionalizzasse l’area.

Che senso ha parlare a gettone, entusiasmarsi a gettone?Continue reading

CEPU – Addio all’università che laureava tutti col sorriso dei vip

testimonial-cepuAnche il Cepu sta per lasciarci e il suo mondo sempre col sole in tasca improvvisamente si spegne. In metro o al supermercato, in fondo alla piazza, per strada, davanti alla chiesa, dietro alla chiesa. Per anni nessuno di noi è mai potuto mancare all’appuntamento con l’università della felicità, al suo cartellone eterno e la promessa divina: chiunque avesse voluto avrebbe potuto laurearsi. Senza lacrime, senza patemi, senza sudore. Al mille per mille ce l’avrebbe fatta. “Bravi si diventa”, fu il potentissimo slogan.

IL CEPU ALLENAVA dunque all’ottimismo dal Piemonte alla Sicilia, e se c’erano i quattrini, perché i corsi di preparazione universitaria purtroppo costicchiavano, nulla era precluso. “La prima cosa che mi è venuta in testa di fare al momento di iscrivermi all’università è stata quella di andare al Cepu”, affermò la pattinatrice Carolina Kostner. Malgrado gli impegni sportivi, la vita da giramondo, le ore impegnate nell’allenamento, Carolina, grazie a Cepu, riuscì a superare cinque esami in un anno, e tutti meravigliosamente. Venne subito ingaggiata come testimonial, e il matrimonio pubblicitario durò a lungo. Anche Alex Del Piero scelse Cepu. Mai un esame dato, ma un suo sorriso d’incoraggiamento sì. Due anni durò il contratto. “Abbiamo poi scelto un’altra linea”, spiegò il suo manager quando il fantastico Alex lasciò i libri in cantina e si diresse in cucina, a bere e far bere acqua minerale.

Il Cepu è dunque stata la navicella spaziale, la piattaforma di lancio di chi voleva toccare il cielo con un dito, subito e senza sforzo. Il suo patron Francesco Polidori comprese bene e meglio di altri la dimensione della ruggine che gli italiani avevano con gli studi, l’impegno quotidiano, la fatica di leggere e rileggere. E allora scelse di presentarsi con una pubblicità quotidiana, assillante ma convincente: lui ingaggiava mister sorrisi e non professori carogna. Nel giro di qualche anno l’universo Polidori diventò scienza dell’apprendimento a bassa intensità di sudore. Cepu fu presto messa al centro di una costellazione che, per i somari o solo sfortunati, partiva dalle scuole superiori. Con Grandi Scuole infatti si potevano superare anche prove difficilissime, farsi furbi e ottenere il massimo col minimo, infilare due, tre anni di studio in uno soltanto. Acquisì anche Radio Elettra, la scuola di formazione giovanile di Umberto Bossi. Ce l’aveva fatta Bossi e insomma chiunque avrebbe potuto mettere la freccia e scattare verso il diploma. Bravi si diventa, hanno garantito sia Vittorio Sgarbi che Valentino Rossi. E infatti, col tutor Cepu a tracolla si poteva poi serenamente affrontare l’università.Continue reading