Si possono illustrare le ingiustizie del mondo, denunciarne le violenze e anche valutare i crimini del capitalismo partendo da una caciotta. Carlin Petrini è – tra i pensatori del nostro tempo – colui che con più convinzione ha collegato la terra allo scheletro umano, la vita delle sementi alla nostra intelligenza o alla nostra devianza. Ha cioè connesso ciò che mangiamo, e come lo mangiano, con quel che siamo, che pensiamo. E se moriamo di fame, se migliaia di umani muoiono per fame, malgrado cinque miliardi di tonnellate di cibo finiscano ogni anno tra i rifiuti, consumando con le discariche altra terra, è il frutto di una scelta consapevolmente assassina.
Carlin, la caciotta è l’emblema di quanto siamo ignavi, votati al fallimento, alla disperazione.Continue reading
carlo petrini: “Solo la zappa potrà salvare questo mondo”
C’è la pancia di Fiorito intasata di ostriche e quella dei contadini africani svuotata dalle grandi multinazionali, che come la Nestlè e la Danone, hanno confiscato loro ottanta milioni di ettari. C’è questo mondo e quell’altro negli occhi e nell’esperienza di Carlin Petrini, fondatore di Slow Food. “Guardo l’Italia dall’Africa e mi sento disperato. L’umore non cambia se la miro dalle finestre della mia casa di Bra. Resisto allo sconforto rileggendo Edgard Morin, il più lucido pensatore del Novecento e anche di questo nuovo secolo: “Quando credi che sia impossibile uscirne nota i rivoli di energie che come un fiume carsico spuntano di qua e di là. Sono forze liberatrici anarcoidi, gente che in tutto il mondo si allerta e smuove il mondo”. Questa gente è a mani nude e si trova di fronte eserciti insuperabili. Ma il mondo si cambia a mani nude!
L’intelligenza può dove l’ingordigia non riesce a infilarsi.
E in Italia accadrà lo stesso: la terra è il centro del problema, come la accudiamo, come la consumiamo, cosa ci facciamo con la terra. La terra è la questione capitale, non la legge elettorale. Tu campi solo se mangi. Per avere un chilo di carne c’è bisogno di 15 mila litri di acqua: lo capisci o no che non è pensabile continuare così.