È il bastone a disturbare il passo di Sergio Zavoli, a tenergli impegnate le mani e a consegnare i pensieri all’età. “Non sto bene, dovrei operarmi. Ma i medici nicchiano, mi consigliano cure palliative, mi spiegano che dovrei dedicarmi alla fisioterapia. Li comprendo, la medicina contempla il rischio ma non l’azzardo. E forse quest’operazione è un azzardo”.
Lei è uno straordinario novantenne.
Sto rileggendo delle lettere di gioventù, scritte da me. Non le ricordavo, non le riconosco, non mi rappresentano più. Sono un’altra persona, ho un’altra vita, e altri incredibili difetti.
Mi ha colpito la sua mano alzata insieme alla maggioranza del Senato per decretarne la fine e approvare un pasticcio più che una riforma… Lei, il senatore eletto più anziano, maestro di giornalismo, potrebbe dire una parola, sentirsi libero di esprimerla. Invece tace.Continue reading