“It don’t take a genius to be an idiot” (Non ci vuole un genio per essere un idiota)
The Foxboro Hot Tubes
SERENELLA MATTERA
Quelli veramente bravi non hanno bisogno di raccomandazioni. Quelli veramente bravi non hanno bisogno di imbrogliare. Quelli veramente bravi una volta raggiunto il successo non se lo spendono in orologi e champagne. Quelli veramente bravi, sono così bravi che possono anche smettere di essere se stessi e ripiombare immancabilmente nel successo.
Nessuna delle affermazioni che precedono è inconfutabile. Vere in teoria, si scontrano con le infinite variabili della vita, dei sistemi e delle persone che li affollano.
Ma ogni tanto spunta una storia come quella dei Foxboro Hot Tubs. Un gruppo garage rock americano, che si è presentato l’8 dicembre 2007 su internet con tre canzoni. In pochi giorni la loro pagina su Myspace ha iniziato ad essere frequentata. I loro pezzi ad essere scaricati. Il passaparola e le radio di rock alternativo hanno fatto il resto. Ma in parallelo circolavano sempre più insistenti certe voci: “Sono i Green Day”, “Chi canta non può essere che Billie Joe Armstrong”, “La strofa ‘Non ci vuole un genio per essere un idiota’ è un chiaro riferimento ad American Idiot”.
E infatti alla fine il gruppo punk rock, più di 60 milioni di dischi venduti, ha ammesso: “Abbiamo suonato dal vivo con un registratore a otto piste”, ma “la sola somiglianza tra i Green Day e i Foxboro Hot Tubs è che siamo la stessa band”. Condannati, in ogni caso, al successo.