Cosa ci fa una filosofa in un Parlamento senza pensieri? Scrocchia le dita, sbuffa, s’annoia. Michela Marzano è deputata in sovrannumero. È un’intelligenza in esubero, un corpo in più a cui hanno detto di stare buona e lasciare fare agli altri. “Mi hanno subito spiegato, appena ho varcato il portone, che in politica la competenza non è una qualità oggettiva, un dato certo, il risultato di una fatica. Buffo, no? Perché so che non esiste talento senza fatica, applicazione, studio”.
Lei sta per lasciare Montecitorio. Arrendersi, esporre bandiera bianca e dire: scusate, sono entrata nell’edificio sbagliato.
Io sarei fuggita già un anno fa, non ora. Appena ho capito che qua dentro sei invisibile, che ogni tipo di investitura risente dell’obbligo della fedeltà, di avere truppe nel contado, armi di scambio a disposizione. Sa come mi hanno catalogata al tempo della schedatura dei grandi elettori per il voto? Indipendente a rischio. Essendo indipendente, cioè pensando con la mia testa, ero obbligatoriamente un voto ballerino.
Lei fuggirà da questo Palazzo.Continue reading