No a mocassini, stivali, tacchi alti o anche bassi, a punta, a mezza punta, scarpe di pelle e di camoscio, jeans, pantaloni attillati di fustagno et similia, anche di lana fredda, a gamba corta o lunga, a zampa di elefante o a tubo. Si deve alla passione di Sebastiano Pino, assessore alle politiche sportive, se Messina può vantare un progetto comunale sul ristoro fisico, la permanente ricerca della comodità e l’individuazione della giusta tonicità muscolare, e se i suoi cittadini sono invitati ad avanzare dalla periferia verso il centro (e viceversa) in scioltezza e preferibilmente a piedi, indossando una tuta e delle scarpe da tennis. “Messin…Tuta” è infatti il progetto comunale per migliorare “il benessere psico-fisico” di chi la vive, riducendo le calorie attraverso la svolta peripatetica interclassista. Giovani e anziani, bianchi e neri, ricchi e poveri, grassi oppure asciutti. Nelle scuole e negli ospizi, tra i bar e le boutique. Allenarsi al benessere del corpo compenserebbe almeno in parte le difficoltà dell’anima: casse vuote, piste ciclabili inesistenti, mense scolastiche in sofferenza, impianti sportivi derelitti, frane à gogo, saltuariamente l’acqua e con un presidio sanitario sempre al centro di dubbi e allusioni sulla qualità e la prontezza dell’assistenza.Continue reading
Il potere e l’intimidazione
Alla fine di queste righe troverete un lancio dell’Ansa nel quale si dà conto della conferenza stampa congiunta dei sindaci di Messina e Reggio Calabria che annunciano la querela a me per aver intaccato l’onore e la dignità delle due città. Si suppone congruo il risarcimento danni stimato in mille euro per ciascun abitante dello Stretto.
Una risata dovrebbe seppellire una decisione di tal fatta. Ma prima di sorridere fermiamoci a valutare cosa c’è dentro questa notizia.
Urge un brevissimo riepilogo: in aprile sono ospite di Exit, e la trasmissione de La7, dedicata al terremoto nella sua funzione di fabbrica delle emergenze, si intrattiene per mio merito o colpa, alla costruzione del Ponte sullo Stretto. Penso che le condizioni urbane e civili delle due città sono così degradate che un ponte legherebbe due realtà in cui l’una esibisce nel centro ancora baracche e baraccati, fogne (metaforiche e non) e l’altra, nell’anno del Signore 2009, vede la ‘ndrangheta impossessarsi dei suoi fianchi, del suo corpo, della sua anima. Vede soldi che girano, appalti che partono. E vede che tutto, più o meno, resta tal quale: l’acqua nelle case ancora è un bene distribuito a qualcuno, non a tutti.
Dico, volendo riassumere: “due città cloaca”. Mi fanno rilevare gli amici messinesi di facebook che il tono del rilievo risulta particolarmente sgradevole. Replico spiegando, illustrando, definendo meglio il mio pensiero e scusandomi infine, com’è giusto, con coloro che hanno ritenuto offensive le mie parole.
Si può discuterne naturalmente, ed è quello che abbiamo fatto in due incontri a Messina. La mia opinione può risultare troppo cruda, e ci sta.
Ma il potere, per la prima volta, decide che è venuto il momento di fare un passo in più: bastonare. Basta con i giornalisti (suppongo comunisti) diffamatori di professione!
Ecco come la realtà si capovolge ed ecco come l’indignazione, quando muta il suo carattere, si trasforma in intimidazione.
La querela, nella sua tragica devianza, assume il valore di un ammonimento. Più che a me è diretta a tutti coloro che avranno una penna in mano e una testa sulle spalle.
Settecentomila euro mi dicono sia il conto salato per le mie parole.
Notizia è buffa e tragica al tempo stesso.
Se avrete voglia di leggere l’Ansa troverete modo per sorridere ma anche, e purtroppo, per assaporare il dolore dell’ultimo stadio, del perché e del per come lo sfinimento civile conceda al potere tale e tanta spudorata immunità. Non ricordo una conferenza stampa congiunta dei primi cittadini della Calabria e della Sicilia contro la mafia, la ‘ndrangheta, contro la politica imbelle, i soldi bruciati, le strade bucate, la speranza distrutta.
Non ricordo un alito di protesta. Nulla, niente, zero.
Non ricordo. Il problema è che noi non abbiamo nemmeno voglia di ricordare. Solo, e per un attimo, ci concediamo il sorriso del compatimento disperato per questo nostro buffo tempo e questo nostro un po’ tragico destino.
(ANSA) REGGIO CALABRIA – Mille euro di risarcimento per ogni abitante delle città di Reggio Calabria e Messina. E’ l’entità del risarcimento chiesto dalle amministrazioni comunali di Reggio Calabria e Messina per le affermazioni ritenute offensive di un giornalista nel corso di un dibattito televisivo.
I sindaci delle due città dirimpettaie, Giuseppe Scopelliti (Reggio) e Giuseppe Buzzanca (Messina) hanno illustrato stamani, a Reggio Calabria, le ragioni della querela nei confronti del giornalista Antonello Caporale e della richiesta di risarcimento danni nei confronti dell’emittente televisiva La7, per l’espressione usata da Caporale che ha definito “Reggio Calabria e Messina due cloache”. I due primi cittadini hanno spiegato che, attivando gli uffici legali dei due enti, avvieranno una procedura comune per il risarcimento danni.
“Abbiamo il dovere – ha detto Scopelliti – di tutelare le nostre comunità da chi cerca di gettare fango su un territorio in evidente crescita. Siamo fortemente impegnati con il collega Buzzanca per costruire un futuro diverso per le nostre due nobilissime città ma evidentemente a qualcuno dà fastidio.
Saremo intransigenti perchè esigiamo rispetto per i nostri concittadini”.
Il sindaco di Messina ha definito l’iniziativa “un gesto dovuto per le comunità delle due sponde. L’affermazione usata – ha aggiunto – è chiaramente lesiva dell’onorabilità di ciascun cittadino. C’è una evidente manovra che tende ad ostacolare il processo di sviluppo di due città in fase di conurbazione che, anche con la realizzazione del Ponte, diventeranno la grande realtà metropolitana pronta a svolgere un importante ruolo all’interno del Mediterraneo. Per questi motivi non consentiremo a nessuno di impedire o quantomeno frenare il cammino intrapreso dalle due città”. (ANSA, 18 maggio 2009)
Messina nel pallone
CARLO TECCE
Nel campionato della raccolta differenziata le cose vanno male: 95esimo posto nel 2005 e una percentuale del 2,7, ultimi su 103 città nel 2007 con l’1,5%. La qualità della vita migliora: penultimi nel 2004, tra i primi 80 negli anni successivi. Il tasso di disoccupazione sfiora l’11%, ma il miracoloso Ponte donerà ricchezza e posti di lavoro. Una sfilza di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, l’invalidamento delle elezioni del novembre 2005 per una faida tra i socialisti (per questo si saranno estinti?), otto mesi di commissario prefettizio, un’emergenza (l’ennesima) dei rifiuti pronta a implodere: eppure il nuovo sindaco di Messina, una città da zona retrocessione, sarà scelto tra chi avrà gestito meglio la crisi del Messina calcio. Si vota domenica e lunedì prossimi, per la terza volta in cinque anni. La stabilità non interessa, interessano i soldi per salvare il Messina (serie B) dal fallimento. La famiglia Franza ha mollato la società in un’ora di conferenza stampa: «Il titolo sportivo è a disposizione delle istituzioni». Quali? E i soldi? Soprattutto, i debiti.Continue reading