“Per lui non bisogna scomodare i Classici Basta citare Crozza”

LUCIANO CANFORA FA UNA DISAMINA SPIETATA DEL NUOVO PRODOTTO NATO IN CASA DEMOCRATICA: È CINETICO, PER QUESTO L’HANNO MESSO SUL TRONO
“La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità pensosa, l’estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo e il pugno” (dal Manifesto del futurismo, Filippo Tommaso Marinetti)
Fermarsi alla parola e definire con Luciano Canfora, filologo dell’età classica e osservatore sgomento della lunga crisi italiana, i parametri espressivi di Matteo Renzi, la forza della sua leadership. Immaginare il nuovo mondo dentro il quale il giovane fiorentino sta conducendo il Paese ha una sua utilità, in qualche modo è fatica necessaria. “Riprendo in mano Aristofane e a mente rivado a “I Cavalieri”, quando fa dire a uno dei suoi protagonisti: emetti dalla bocca delle polpette ripugnanti”. Renzi è Paflagone? Il servo che conquistato il comando spadroneggia in casa? Il professore vive un pessimismo cosmico, sembra così atterrito dal nuovo che addirittura affida a Crozza l’interpretazione più degna del renzismo.Continue reading