Com’è Roma e come sono i romani? Riapriamo i libri, prendiamo Marziale o Giovenale. Oppure saltando per secoli arriviamo ai sonetti di Belli, o anche a Pasolini. Se siamo rattristati dai libri fermiamoci davanti alla tv e rivediamoci la serie sui Borgia. Roma è quella. Eterna plebe che solo in casi straordinari si fa popolo, diviene cittadinanza attiva. Diceva Maurizio Ferrara che questa città ha un eterno, imperforabile fondo limaccioso.
Francesco Rutelli entrò in Campidoglio da sindaco nel 1993. Ne uscì nel 2001. Conosce le tribù, le origini degli abiti di sartoria, le virtù dei palazzinari, le connessioni e le distrazioni della città eterna.
Leggendo i nomi degli indagati di qualcuno prevedevo l’esito, di qualche altro purtroppo no. Ho conosciuto molti fetenti. Le elezioni che vinsi furono precedute da una grande retata. Metà giunta Carraro era finita agli arresti e si scoprì il tariffario del 5% sugli appalti. Un cinque secco a favore del ceto politico dominato da Dc e Psi. Non c’era azienda municipalizzata che non subisse questo taglieggiamento e non c’era vertice che non provvedesse a intascare buste.Continue reading
l’estratto conto
Il sindaco di Roma rievoca i bei tempi della Protezione Civile diretta da Guido Bertolaso. Dell’efficienza di Bertolaso è giusto nutrire qualche dubbio anche perché ancora manca ancora l’estratto conto della sua attività. Si sa però delle cricche, ed è meglio chiudere qui il libro.
In Italia ci vorrebbe un estratto conto quotidiano. Sarebbe bello che il governo dicesse: ecco l’estratto conto di quanto abbiamo speso oggi.
Pure i partiti farebbero bene a pubblicare un conto diviso per voci elementari: giornali, sigarette, pranzi, cene, babà, viaggi, telefoni, rhum.
Si sa che la Margherita, partito morto, spendeva al giorno circa duemila euro per telefonate.
Il conto lo teneva Luigi Lusi, il best dei tesorieri.
Di quel conto in verità era cointestatario anche Francesco Rutelli.
A casa di Rutelli sarà mai giunto l’estratto conto?
da Repubblica Sera