PRIMA di giungere a Gioiosa Ionica, quando la piana di Rosarno si allarga verso est, la radio informa che i carabinieri hanno appena sequestrato nelle campagne di Rizziconi, un paese del primo entroterra, dodici micidiali kalashnikov, il pacchetto bomba quotidiano. Nulla di che meravigliarsi: nella Locride ci sono più armi in circolazione che bambini all’oratorio, più poliziotti nelle caserme che educatori nelle scuole, più case abusive che legali. La Locride infatti, prima di essere una fetta d’Italia, è la sede dell’Authority della ‘ndrangheta, con San Luca capitale. È il territorio del più vasto carosello di ’ndrine alleate, ora anche federate, comunque cooperanti per il male comune.
Disoccupato il 75% dei giovani
Conta 140 mila abitanti, comprende 42 comuni, ha il 75 per cento della disoccupazione giovanile. La Locride ha perciò smesso di essere una parola e si è trasformata in una malattia. È divenuta un’infezione del nostro corpo, piaga purulenta, dannazione pura. “Io sono scappato, non ce la facevo più”, dice Carmelo al telefono. Vive a Milano ora, fa il pubblicitario, ma è nato a Caulonia, davanti allo Ionio, alle coste greche, a quella che fu la civiltà di Pericle e ora è la radice quadrata del male. Eppure cangiari si può. Continue reading