Siamo tutti così presi dalle vicende elettorali, e dai fuochi e dai fumi di Grillo e di Bersani, che abbiamo perso di vista la centralità di uno scandalo politico straordinario: l’acquisto, tramite comode tranche, del governo della Repubblica. L’acquirente, secondo l’accusa della procura di Napoli, è Silvio Berlusconi. Il percettore si chiama Sergio De Gregorio. Quest’ultimo ha confessato, e due giorni fa riconfermato, di aver ottenuto tre milioni di euro allo scopo. L’ha fatto per smentire l’affermazione di Berlusconi di essere stato indotto a millantare la corruzione pur di schivare il carcere. Lo stesso De Gregorio anticipò al Fatto Quotidiano il 16 dicembre scorso la sua intenzione di vuotare il sacco e avvertì, in quella intervista, anche Berlusconi: meglio che non ti candidi.
Chi ha assistito alla caduta del governo Prodi non cova dubbio alcuno: l’odore delle mazzette era nitido. Continue reading
La diocesi senza pace
E’ domenica e l’arcivescovo di Salerno ha scelto una chiesa di campagna per dire messa. La chiesa di San Luigi, nel comune di Mercato San Severino, venti chilometri a nord del capoluogo. Monsignor Gerardo Pierro ha il volto del curato di campagna. Piega le mani, poi le unisce e le indirizza a Cristo: “Beati i perseguitati dalla giustizia. E’ loro il Regno dei cieli”. Non invoca la preghiera dei fedeli per il corpo di Berlusconi ma per il proprio, trafitto oramai da una sequela piuttosto terrificante di accuse che fanno di questa diocesi, periferia di Roma, terreno di uno scontro che varca e di molto i confini dello spirito. Nel rosario dei reati supposti e temuti, denunciati o solo ventilati, non manca nulla: truffa, aggravata e non, pratiche ai confini dell’usura, investimenti finanziari ai limiti della legge, lottizzazioni più o meno abusive, pratiche religiose tra lo scabroso e il noir. I soldi, puliti o anche sporcati da menti criminose, stanno facendo affondare tutta la Diocesi nella vergogna di essere raccontata più dai fascicoli processuali che dalle sue opere di bene.Continue reading