L’AZIENDA DI FAMIGLIA DÀ LAVORO A CENTINAIA DI CONCITTADINI È QUI CHE IL SUO POTERE È NATO E SI È CONSOLIDATO
È un paese con la bocca cucita e dalla memoria lunga. Con le parole bisogna andarci cauti, meglio sbrigarsela al modo di Antonio, giovane sfaccendato soggiornante al bar Dolci tentazioni: “So’ tutti cornuti, e pure voi giornalisti lo siete”. Casal di Principe elegge tre deputati al Parlamento, ma non è in grado di conservare il sindaco in Municipio. Per la terza volta è stato commissariato (ventotto volte se si sommano anche le amministrazioni vicine sciolte per infiltrazioni camorristiche) ed è già solo questo un mistero della democrazia: la comunità si espande fino a gonfiarsi come una rana quando in gioco c’è il destino dell’Italia, però si rattrappisce e si trasforma in larva quando c’è da curare il proprio territorio, il bene comune. Infatti si vede: buche e dossi, slarghi occasionali, restringimenti abusivi, muri sfiancati dall’incuria e villette traboccanti di segni visivi, neon ovunque, immigrati neri in bici, i bianchi in auto. È questa la patria di Nicola Cosentino ma lui non c’è. Vuota la casa al corso Umberto, del resto l’onorevole si è trasferito a Caserta anche per mantenere una distanza di sicurezza. Casal di Principe è come una curva pericolosa: se non stai attento sbandi e finisci fuori strada. E sono guai.Continue reading