ROMA EST. NOTTE DI GUERRIGLIA, ESASPERAZIONE E VIOLENZA PER IL CENTRO MIGRANTI. NERVI TESI
“Te venimo a prenne, nun te preoccupà che entramo e ve svotamo”. C’è una frenesia di botte, di spranghe e mortai di varia intensità nel corpo a corpo di Tor Sapienza, lungo i metri che separano i due muri di viale Giorgio Morandi, nel rettilineo di periferia che conduce dritti all’inferno. Nel primo blocco di case popolari, un serpentone appena più gentile di quello famoso, sono ospitati i romani residenti e acquisiti. Brava gente, famiglie di lavoratori insieme a teste calde di varia umanità e provenienza. Nel muro opposto, dentro stanze che oramai sono gabbie, resistono asserragliati nel centro di accoglienza una cinquantina di immigrati, il cui destino è però segnato. Dovranno sloggiare presto da qui. O ci pensa la polizia oppure provvedono loro, gli amici di Luciano, una lieve balbuzie, l’animo semplice e tanta voglia di farla finita con gli intrusi: “Nun ce l’ho con i negri ma con gli arabi. Gli arabi fanno schifo, sono stronzi, come pure i rumeni e questi sono arabi e li dovemo caccià”.Continue reading