Bivacco sì, no, forse

bivaccoMARCO MORELLO

A Roma bivacco no, lo dice l’ordinanza sperimentale del sindaco Alemanno che vieta cibo e canti per strada. O meglio, non è che li vieti in assoluto, ma dietro il filtro della cartina al tornasole del buonsenso. Bivacco proprio no, non scherziamo, tanto chi vuoi che con questo caldo vada oltre una bottiglietta d’acqua ghiacciata. O, al massimo, oltre un gelato alla frutta. Bivacco forse, perché i turisti sanno sovvertire ogni pronostico e ingurgitare di tutto nei momenti più impensabili, comprese le caldarroste alle tre del pomeriggio e una pizza alla salsiccia appena sfornata un’ora più tardi. E allora bivacco sì, decisamente sì. Un po’ ovunque nel centro della capitale, tra vigili indifferenti, bocche piene, briciole, schiamazzi e cartacce.
A cominciare da piazza di Spagna, anzi un po’ più indietro, da piazza Mignanelli. Sotto la colonna dell’Immacolata è tutto un masticare panini del vicino fast food e tirar su liquidi annacquati con cannucce trasparenti e una evidente soddisfazione. Intorno alla Barcaccia, invece, i capannelli paiono leggermente più chic, ma non c’è ragione di stupirsi: trovandosi a un passo dall’imbocco di via dei Condotti bisogna adeguarsi. Muffin e pasticcini diventano allora gli articoli più gettonati, insieme con coppette e coni capaci di sfidare le leggi di gravità.Continue reading

iPhone per tutti, o quasi

SABRINA PINDO

Luca ha 21 anni, abita a Verona, è universitario, non ha un centesimo in tasca che non venga dal portafogli di papà. Indossa sneakers alla moda, jeans effetto strappato slavato sdrucito, camicia aperta fino al terzo bottone, catenina al collo e un gran sorriso in faccia. E’ contento Luca, aspetta da ore, ma è contento. Tra poco stringerà tra le sue mani l’oggetto del desiderio, quel concentrato di multimedialità e comunicazione sarà finalmente suo. Qualche minuto ancora e potrà comprare il fantastico iphone. Prezzo: 500 euro. Nessun problema, con mastercard (di papà, ovviamente).
Sarà il caldo di questi giorni a dare alla testa perchè la gente faccia la fila fuori dai negozi per comprare un cellulare… ultrasonico che fa anche il caffè, per carità, ma è sempre un cellulare! E al costo di un mese di affitto!
Comunque Luca non è pazzo e non è nemmeno il solo ad avere il sorriso sulle labbra: a Milano c’è Gianluca, a Torino c’è Alberto, a Firenze c’è Giulia e a Roma c’è Marco. Francesco fa la coda a Napoli e Stefania a Palermo. Inizio a pensare di essere l’unica a cui non l’hanno raccontata giusta: fino all’altro giorno non eravamo sull’orlo di un precipizio con l’inflazione altissima e i prezzi degli alimenti che non smettevano di salire? E ora? Puff! E’ sparita la crisi dei consumi? Ma vaaa… la crisi c’è, è sempre lì, ma non riguarda certo l’iphone! Certo che no, ma che sciocca!!! Poi giri per la città e vedi il manifesto di una banca con due tizi vestiti da spiaggia iperfelici di aver chiesto credito per poter andare in vacanza… ma siamo impazziti? Se non hai i soldi, semplicemente, in vacanza non ci vai. Punto. Al limite prendi la tenda (25 euro, con o senza mastercard) e te ne vai in campeggio. No??Continue reading

Fair trade

fairtradeFRANCESCA SAVINO

È una piccola storia, fatta di definizioni. L’assessore comunale al commercio di Trieste la chiama riqualificazione. I quindici venditori ambulanti senegalesi che hanno perso il posto per le loro bancarelle in piazza Ponterosso ritengono che sfratto sia una definizione più accurata. Sono bastate comunque poche lettere a cambiare le carte e scompaginare il mercato: dal primo luglio da rionale si è trasformato in settoriale e non c’è più spazio per tutti. Adesso, in vendita ci sono solo prodotti biologici: frutta e fiori, piante e verdure, miele e vino, pesce e olio. Tutto quello che lì, da anni, vendevano gli italiani. Via le quindici bancarelle su cui c’erano borse, occhiali, vestiti e cinture, gestite dagli altri ambulanti autorizzati, tutti nati in Senegal. Possono spostarsi su altre piazze o cambiare prodotti secondo l’amministrazione comunale. Pazienza per la clientela costruita in dieci anni, si fa sempre in tempo a ricominciare. Mentre i cittadini e i venditori triestini e friulani rimasti a ridosso del Canal grande solidarizzano, quasi tutti, con gli sfrattati, il Comune difende la riqualificazione. E chiama faziosa la propaganda politica di chi si è schierato al fianco dei senegalesi. Qualcuno (centinaia di persone, in realtà) su iniziativa dell’associazione Razzismo stop, a sostegno del vecchio mercato e del miscuglio di prodotti ci ha messo invece la sua firma. Senza ulteriori definizioni.

“No cav day” e i comici guastafeste

guzzantiAnche Nanni Moretti, ritrovato il suo caimano in verità piuttosto ingentilito sulle t-shirt dipietriste, si è infilato nel corridoio destro della piazza già gremita, inchiodando i piedi a decine di metri dal palco. Lì sotto, in un quadrato, gli organizzatori attendono l´arrivo via cavo di Beppe Grillo. «Italianiiiii!». La folla, gli applausi, le grida esultanti («e daje n´affanculo») segnalano le prime pietre che il comico scaglia da Genova. Molte contro Berlusconi naturalmente, moltissime contro Veltroni strizzato ben bene e ridotto presto a un cencio dai colpi che giungono sopra e sotto la sua cintola. Nessuno tra gli organizzatori ci fa caso. Dentro le transenne, nel ring ufficiale, Antonio Di Pietro si presenta in versione folk, mezze maniche da battaglia, i suoi deputati invece scelgono la grisaglia ministeriale con la cravatta della divisa ufficiale (gabbiani in volo su sfondo blu). Lo attorniano e gli si stringono intorno, sorridono mentre Grillo mena. Di là la pattuglietta della sinistra democratica: Claudio Fava, Pietro Folena. Seduti in circolo i girotondini doc. Gli applausi si spengono un attimo quando il comico spiega: «Non ce l´ho con Morfeo». L´onda umana si rivitalizza presto e segna con un battimani l´attacco alla «banda dei quattro». Tra i “banditi” in qualche modo figura Giorgio Napolitano, il presidente della Repubblica. Ecco allora Furio Colombo abbandonare la sedia innervosito: «Inaccettabile. Se non fosse per l´impegno di portare sul palco alcuni zingari starei già lontano».Continue reading

L’attesa calda degli invalidi

soleMARCO MORELLO

«Più che per dar loro una mano, sembra che siamo qui per accopparli». Non scherza affatto una delle due dottoresse sedute al tavolo della commissione per le invalidità del II distretto della Asl Roma B. Sono da poco passate le tre del pomeriggio e nella stanza cinque della sede di piazza dei Mirti, la stessa del «Tribunale per i diritti del malato», il caldo è soffocante. L’aria condizionata non esiste, i diritti nemmeno, e i ventilatori fanno soprattutto rumore. Dietro il corridoio, ad aspettare boccheggiando con il numeretto in mano e un occhio fisso all’orologio, due decine di persone tra accompagnatori, anziani, cardiopatici e malati terminali di cancro. Tutti convocati dall’azienda sanitaria a quell’orario improbabile per accertarne o confermarne la reale infermità. Tutti obbligati a rispondere alla chiamata dopo due mesi d’attesa o a presentare, in caso di impedimento serio, un certificato medico. Uguale identico a quello che si portava a scuola in caso di assenza prolungata. E il caldo, a parere di chi gli appuntamenti li ha fissati a mezzogiorno o alle due e mezzo, non è affatto un impedimento serio.Continue reading

Potenti, ancora per un po’

SABRINA PINDO

Tre giorni a Toyako, in Giappone, per parlare di crisi finanziaria, energetica e alimentare. Settantadue ore, da domani a mercoledì, per guardarsi negli occhi e realizzare che questo sarà l’ultimo incontro riservato solo a loro, gli otto capi dei Paesi autoproclamatisi i più potenti della Terra. Sull’isola di Hokkaido, nel nord del Paese, è tutto pronto: l’albergo di lusso situato in posizione strategica in cima ad una collina tra il lago Toya e l’Oceano Pacifico, ventimila agenti e soldati schierati sulla terra e aerei spia 24 ore su 24 in volo sopra l’isola, una “no fly zone” nel raggio di 46 chilometri da Toyako. C’è anche la cucina a tre stelle dello chef francese Michel Bras. Il primo ministro Yasuo Fukuda ospiterà i suoi alter ego di Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Russia e Stati Uniti per una serie di colloqui su temi come clima, lotta alla povertà, prezzo del petrolio e degli alimentari. Temi che impensieriscono i nostri big, che si sono ricordati di non essere soli al mondo ed hanno “invitato” al loro ritrovo vip i rappresentanti di 16 economie emergenti. Alla buonora!Continue reading

Un quartiere senza ascensori

MARCO MORELLO

La nuova ferita di Pietralata si nasconde tra il ronzìo dei condizionatori e le auto di lusso, la schiera di bandiere rosse lise di via Peperino e le crepe sul muro di via Silvano. Segna i volti degli anziani rimasti a casa anche ieri, costretti a una spola, vana, tra la sedia, il letto e la finestra, in attesa di un segnale, uno qualsiasi, meglio se di accensione. Fa rispondere in coro un po’ a tutti che «’sta storia degli ascensori “ce fa’ rode”». E davvero non esiste commento migliore per sintetizzare lo stato d’animo di un quartiere in ostaggio del caldo e delle scale.
Il blocco degli elevatori deciso dall’Ater non ha fatto vittime, solo prigionieri: «Tre piani a 83 anni non sono uno scherzo, mia madre è disperata», quasi grida Alessia. «Abbiamo sempre pagato l’affitto in maniera puntuale – aggiunge – hanno appena aumentato l’acqua e la luce e non abbiamo protestato. Quanto sta succedendo è il colmo. Ci faremo sentire». In passato Pietralata la chiamavano il «monte del pecoraro» per la presenza delle dune dove la gente si andava a rifugiare durante la guerra. Chi ci vive da sessant’anni ha la pelle dura e pochi peli sulla lingua. «Se pensano di farci paura si sbagliano – tuona Sor Antonio – aspetteremo domani (oggi, ndr) poi vedrete».Continue reading

Ufo (terrestre e made in China)

FLAVIA PICCINNI

Produrre. Il diktat cinese questa volta non si applica a vestiti, accessori, macchine, riproduzioni. I cinesi adesso si cimentano nella fabbricazione di un prototipo, controllato a distanza, di un Ufo.
A metterlo a punto è stata una società cinese, la Harbin Smart Special Aerocraft Co Ltd, come riferisce l’agenzia di Stato Xinhua.
Le misure, proprio come l’idea, sono tutte umane. Il disco volante misura infatti 1,2 metri di diametro e può decollare verticalmente, volando fino ad un’altitudine di mille metri. A guidare il velivolo ovviamente non c’è nessun meccanismo alieno, ma un propulsore che permette il movimento lungo una traiettoria stabilita da remoto. La velocità però non è molto elevata, quindi non aspettatevi viaggi ultrasonici o coperture di distanze incalcolabili. Il massimo che l’Ufo può raggiungere sono circa 80 km all’ora.Continue reading

I dubbi di Vitali e le ruggini con Ghedini

L´onorevole Luigi Vitali passeggia desolato a palazzo Madama. Chi è Vitali? Deputato pugliese esperto nelle norme ad personam ad alto rischio. Ha già trattato con successo la legge Cirielli.
«Ci siamo incartati, l´emendamento è un mezzo che produce più danni dei benefici che si vogliono ottenere».
La sua faccia è gonfia di dubbi.
«Non so chi gli abbia suggerito questa strada».
Lo sa invece.
«Presumo Ghedini».
Lei ha un filo di ruggine con l´onorevole Ghedini.
«Ero sottosegretario alla Giustizia. Chiedevo una riconferma. Mi ha preferito la Casellati».
Troppa precipitazione. Non trova?
«Napolitano non si fiderà più di noi. E Lega e An verranno a presentarci un conto enorme. Già lo stanno facendo».Continue reading

Sicilia al voto per i politici transgender

aranceIl campo di calcio ha una linea orizzontale che lo taglia al centro. Netta, chiara. Anche la politica avrebbe una linea di centrocampo: di qua la destra, di là la sinistra. In Sicilia, e per adesso fermiamoci all´isola, questa benedetta linea non c´è, e se c´è sembra sia a zig zag. Quindi accade quel che non dovrebbe essere possibile… Ecco le nuove figure che compaiono in campo: i politici transgender. Mezzo corpo di destra e mezzo di sinistra.
Partinico è un paesone purtroppo conosciuto per fatti di mafia. Ha trentamila abitanti, dista poche decine di chilometri da Palermo. Oggi si va a votare come nel resto della Regione (quattro milioni alle urne per un’importante tornata amministrativa). A Partinico 382 cittadini hanno accettato di candidarsi. Non sembra più attuale riferire il tasso di incompatibilità (siamo comunque sul cinque per cento) di coloro che non dovrebbero per carichi penali pendenti o altri accidenti, eppure lo fanno. Tra i tanti corre anche un militante e sindacalista della Cgil, Salvatore, detto Totò, Bono. Totò ha 35 anni, cura le faccende del patronato, pensioni, invalidità e infortuni, e ha una sincera fede politica. È di sinistra. Ambientalista e di sinistra. Infatti è candidato alle elezioni provinciali con i Verdi, in alleanza con il Partito democratico. Bono è uno dei tanti che raddoppia la candidatura: prova anche nel consiglio comunale della sua città di farsi valere. Ma qui è il bello: a Partinico il candidato verde indossa la casacca degli avversari. In poche parole: si è mobilitato, vota e fa votare contro il centrosinistra.Continue reading