Destra, sinistra e viceversa
di Antonello Caporale e Salvatore Merlo
Marsilio NODI – 2024
Collana: Saggi
Destra e sinistra ormai pari sono? O restano due visioni alternative del mondo? E quali battaglie ciascuna dovrebbe portare avanti per il bene dell’Italia? Due elettori riluttanti e apolidi dialogano l’uno con la destra e l’altro con la sinistra, spronandole a mettere a frutto quelle che individuano come occasioni. Salvatore Merlo vede nella prova di governo l’opportunità per sviluppare in Italia una destra conservatrice moderna, mai esistita prima. Antonello Caporale invoca un campo progressista capace, proprio perché all’opposizione, di recuperare il rapporto con le persone, per cambiare passo e svoltare finalmente a sinistra. Adottando una «prospettiva rovesciata» – letteralmente – su problemi e punti di forza del Paese, invitano ad abbandonare i fantasmi del passato, indicano programmi da attuare e bisogni urgenti a cui rispondere. Il risultato è un incalzante canto-controcanto in cui si mescolano passione e moderazione, pragmatismo e ideali, critiche e proposte, nella convinzione che «ogni democrazia avrebbe bisogno di una sinistra progressista, riformista, anche radicale nelle scelte, e di una destra liberale e aperta al mondo, rigorosa nei suoi riferimenti costituzionali».
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Matteo Salvini, il ministro della paura
Marsilio NODI – 2018
Collana: Saggi
Invasione. Schifo. Felpa. Sovranità. Terrorismo. Ruspa. Pulizia. Schiavismo. Da qualunque parola si parta si arriva sempre a lui: a Matteo Salvini, il neo ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio del governo Conte. Il politico più social, che ha saputo ripulire l’immagine di un partito consumato dagli scandali, la Lega, e capovolgere il suo mondo senza farsene accorgere. All’inizio se la prendeva con i napoletani, poi con i Rom e infine con gli immigrati: ora “vengono prima gli italiani”, non i padani. Prima il problema del Paese era la Calabria e il sud nullafacente ora sono da un lato gli spacciatori dall’altro i burocrati di Bruxelles. Come racconta Caporale, Salvini ha cambiato la forma ma non la sostanza: il filo della narrazione vincente è sempre la paura. La paura dell’altro, di chi ci invade, di chi attenta alla nostra sicurezza, di chi ci spoglia dei nostri averi o della nostra fede e infine della nostra stessa identità. Prefazione di Tomaso Montanari.
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Acqua da tutte le parti. Viaggio in 102 paesi e città dell’Italia che fiorisce o sparisce
Ponte alle Grazie – 2016
Collana: Saggi
L’Italia è lunga e stretta. Se sei sull’Aurelia e scendi verso sud, il mare ti accompagna a destra; se invece guidi lungo l’Adriatico, l’acqua occhieggia da sinistra. Ma per guardare l’Italia bisogna dare quasi sempre le spalle al mare e rivolgersi verso l’interno. Per tre anni, ogni giorno ho riversato nel taccuino le tracce di ogni viaggio, dettagli anche minuscoli. Il bottino che stipavo era tutto ciò che non aveva possibilità di comparire sul mio giornale, una montagna di informazioni minute, secondarie, accessorie, o di storie che lasciavo ai margini delle inchieste nell’attesa che, dopo tanta semina, un giorno potessero germogliare e insieme costituire l’anima di un altro racconto, di un nuovo viaggio.
Così è nato questo resoconto sull’eternità di certi luoghi e certi paesaggi italiani dove il passato non finisce mai e il futuro stenta ad arrivare. Ci sono paesi che si raggiungono solo a piedi, come Topolò al confine con la Slovenia, e paesi senza tempo dove si fabbricano orologi, come Uscio in Liguria; paesi dove la terra finisce, come Depressa nel Salento, e paesi abitati da capre, come Craco in Lucania. Soprattutto, ci siamo noi italiani in questo libro: una sequenza di carità e di imbrogli, di anime morte e di anime belle, di volti sorridenti e di predoni da strada. Una volta messi in fila non si sa se abbracciarli tutti oppure darsi alla fuga il più rapidamente possibile.
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Controvento. Il tesoro che il Sud non sa di avere
Mondadori – 2011
Collana: Strade blu
Nella vita di Antonio Colucci entrano un giorno, ospiti scomode e inattese, le pale eoliche. Nel suo mondo arcaico quelle pale si muovono senza un perché. Del resto è una ricchezza improvvisa e sconosciuta apparsa nel Sud dell’Italia, dove le pianure non danno da vivere. Ai sindaci il vento piace perché rappresenta una piccola pensione sociale collettiva. Pochi soldi, ma cash, ora che le casse sono vuote. E grazie a quegli industriali che fittano terreni (e coscienze) c’è una fatica in meno da fare: pensare, organizzarsi, cercare il partner, produrre in proprio. È troppo complicato, troppo impegnativo sviluppare un’economia locale fondata sull’energia sostenibile e rinnovabile. Meglio appaltare tutto in cambio di un obolo. Lo Stato ha semplicemente abdicato al suo dovere. Senza mai indicare, valutare, ammettere o respingere, proporre e magari mitigare l’impatto ambientale, dire no qualche volta alle pale. No, qui no. Lì invece sì. Senza cura per il bene di tutti, senza amore per il territorio. Lo Stato ha semplicemente chiuso gli occhi davanti al più grande scandalo di questo inizio secolo. Antonello Caporale, attraverso alcune storie esemplari, in cui si alternano duri toni di denuncia e accenti lirici, ci propone una ricostruzione lontana da ogni forzatura ideologica, dove le vicende dell’eolico finiscono per rivelare la malattia endemica dell’Italia e più ancora il destino a cui è condannato il Sud: bruciare la propria ricchezza senza nemmeno averla riconosciuta.
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TERREMOTI. Dall’Irpinia all’Aquila così i politici sfruttano le disgrazie e dividono il Paese
Rizzoli – 2010
Collana: Saggi italiani
Trent’anni fa, il 23 novembre 1980 una terribile scossa stravolse l’Irpinia. 3000 morti, 9000 feriti e 300.000 sfollati: ma mentre il presidente Pertini denunciava le responsabilità di chi avrebbe dovuto prevenire e intervenire, su quella tragedia si erano già lanciati come sciacalli potentati locali e aziende del nord, già pronti ad accaparrarsi i frutti della ricostruzione. Il libro di Caporale parte da un quadro comparato dei costi e del valore politico di quattro terremoti, dall’Irpinia all’Aquila (2009), passando per Molise e Umbria. Il dato sorprendente è che sono stati dirottati in un anno a L’Aquila risorse cinque volte maggiori di quanto speso per l’Irpinia. Poi, con la scoperta della cricca, il primo soccorritore d’Italia è scomparso dalle scene. E anche Berlusconi ha visto offuscata la sua stella.
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PECCATORI. Gli italiani nei dieci comandamenti
Baldini Castoldi Dalai editore – 2009
Collana: I Saggi
Pagine: 269
Chi sono i nuovi italiani e cosa sognano, chi venerano, cosa santificano? Quali regole osservano, quante volte deviano e quanti peccati commettono? Il vaccino dal peccato è l’osmosi, il miscuglio che diventa zuppa densa, uniforme. Tutti uguali, tutti brutti e cattivi, tutti ladri. È banale, nel senso di ordinario, di consueto, di regolare.
«All’italiana» è una definizione così comune che oramai serve per illustrare le vicende tristi, o soltanto buffe. Per ricordare i nostri stravizi o l’abitudine alla devianza. Per mettere in guardia (sono italiani!) o patire insieme (siamo italiani!) Qual è la nostra colpa e, soprattutto, dov’è la nostra colpa? La devozione al potere, la consegna del silenzio, il nuovo perbenismo. Affari e quasi sempre preghiere. La nostra nuova vita consegnata all’Imperatore, manipolata dai sondaggi, illustrata perennemente da una telecamera.
Antonello Caporale, in questo nuovo viaggio, indaga sulle responsabilità di ciascuno, raccontando i fatti e le omissioni quotidiane di casa nostra. Specchio infranto di una società che non coltiva passioni ma solo furbizie.
L’Italia vista dalla cima, Silvio e Veronica, e dal fondo, Noemi e le altre. Non avrai altro Dio all’infuori di me… Dieci capitoli quanti sono i comandamenti. Traditi, violati, taciuti o, in un amen, dimenticati.
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Mediocri – I potenti dell’Italia immobile
Baldini Castoldi Dalai editore – 2008
Collana: I Saggi
Pagine: 408
A scuola mediocre è chi galleggia tra il sufficiente e lo scarso, ultimo o quasi. In Italia i mediocri sono i primi della classe. In Italia comandano loro.
Il potere si celebra nei privè, gli appalti si vincono nei salotti, le università radunano famiglie (padre, madre, figlio, figlia) e il Parlamento accoglie le “favorite”. Le more e pure le bionde.
Il mediocre per andare in alto ha solo bisogno di buone mani da tenere strette a una corda. Sei della cordata? Allora è fatta. Stanze chiuse, lucchetto alle porte. Chi è dentro non apre. Chi è fuori si arrangi.
C’è un Paese che vince. E’ immobile però. Appalti senza gara, cantieri senza fine, treni senza bagni, traghetti con la ruggine.
Di fronte sono ormeggiati gli yacht, splendore di mogano e brillanti. Questa Italia grassa e billionaire, dove la vita è sempre segnata da una griffe, dove i giovani senza talento sognano di diventare tronista e i talenti veri sono costretti a fuggire. E poi c’è l’Italia che perde, più veloce ma molto più debole. Costretta a pagare il prezzo di questo egoismo, a fare i conti con una realtà che la tiene in coda e la induce all’esilio.
Il rapporto fra queste due Italie sembra ubbidire a una equivalenza matematica: il potere dei mediocri misura esattamente la distanza che separa il talento dal successo.
Partendo da questa intuizione, Antonello Caporale, insieme con sette ragazzi che in tasca hanno solo un centodieci e lode, poco meno che talenti di carta, ha girato la Penisola per scoprire i volti e i luoghi dei mediocri, il meglio e il peggio dei due estremi della formula. Dal Trentino, con le mele d’oro e le scuole eccellenti, alle Marche, nell’azienda dove gli operai diventano imprenditori, a Montella, in Irpinia, dove si insegna in latino: raffinata scuola dei migliori. In mezzo, i boiardi dei vettori nazionali, i fallimenti di Alitalia, la rete di Comunione e Liberazione, il Parlamento dei nominati e le Regioni sull’orlo della bancarotta.
Chi comanda e chi patisce. Chi è fermo e s’ingrassa e chi corre e non si sfama. Due Italie, una sola storia. Un’inchiesta, forse un saliscendi: il diritto e il rovescio di un Paese che non si rassegna al suo declino.
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Impuniti – Storie di un sistema incapace, sprecone e felice
Baldini Castoldi Dalai editore – 2007
Collana: I Saggi
Pagine: 310
«E’ un tratto caratteristico del nostro Paese. Gli uomini passano, le colpe restano e non c’è mai nessuno che se ne assuma la responsabilità. Non si sa bene chi debba o possa rimediare agli errori, alle mancanze, agli scempi. Dirigenti scellerati si dimettono da consigli d’amministrazione dietro pagamento di liquidazioni milionarie; politici si lasciano alle spalle bilanci disastrati, enti prossimi al fallimento, per rifarsi una verginità con un nuovo incarico, che nulla sa del precedente. Incarico nuovo, vita nuova e reputazione tirata a lucido. Per alcuni il conto in banca lievita a ogni passaggio, per altri ogni passaggio è un grado in più nella scala del potere. Non sono latitanti. Non fuggono, né si nascondono, i responsabili. è la memoria corta del Paese che li rende irreperibili. Fa di loro degli incolpevoli e dunque degli impuniti.»
L’utopia travestita da piano urbanistico. La riqualificazione ambientale che diventa scempio. L’emergenza come prassi quotidiana. Lo sperpero dissennato di risorse pubbliche. Bilanci violentati da gestioni creative e ambiziose. Il non fare né decidere come forma di tutela dal dissenso. L’atteggiamento leggero e spavaldo di chi non sarà mai chiamato a rispondere delle proprie azioni, e lo sa.
Antonello Caporale ci accompagna in un viaggio nell’Italia dello spreco e della malapolitica, attraverso le piccole e grandi storie che testimoniano lo stato di salute della nostra democrazia.
Da nord a sud del Paese il libro documenta gli episodi, le opere e le omissioni di un sistema afflitto da un moto autodistruttivo e al tempo stesso autoconservatore, nel quale i responsabili si trincerano dietro le spesse mura dei palazzi del potere.
Con gli strumenti dell’inchiesta giornalistica, Caporale riesce a penetrare il fortino per svelare i nomi e cognomi: chi ha fatto cosa, quali danni ha procurato alle casse dello Stato, all’ambiente, al territorio e, soprattutto, perché. Un lavoro che si propone di far parlare i fatti e i loro protagonisti, confrontando in maniera trasparente l’idea iniziale e il risultato finale: il dire e il fare, alla luce del mare che li separa.
Non una critica sterile, dunque, né una banale gogna per la classe dirigente, ma un’analisi che punta i riflettori sulla tecnica formidabile dell’occultamento collettivo delle responsabilità, con cui il potere si difende, confondendosi in una nebulosa grigia dai confini labili.
L’inchiesta si svolge e riavvolge a ritmi serrati, servendosi della più accattivante forma narrativa. Prende per mano il lettore, lo coinvolge, lo trascina su e giù per l’Italia, in un vortice di suggestioni e sentimenti simile a un giro sulle montagne russe. Davanti alla passerella di volti noti e sconosciuti, opere incompiute, grandi scempi e piccoli incidenti di percorso, il lettore si meraviglia, si sbigottisce e si indigna; ride, sbarra gli occhi e si arrabbia in un continuo saliscendi emozionale che lo porta a chiedersi: «Com’è stato possibile?»
Alle storie raccontate si alterna e si sovrappone il pensiero di grandi sociologi e politologi, che affiancano l’autore nel percorso attraverso una democrazia «senza popolo» e «senza responsabilità», dunque «senza memoria e senza consenso».
Il libro di Antonello Caporale è un atto di responsabilità, un segno di passione civile, un invito a riflettere sui confini della democrazia così come noi l’abbiamo conosciuta. Per scoprire quale sia il limite da non superare, e se invece qualcuno non l’abbia già oltrepassato. Se è un viaggio di sola andata, o se ci sia ancora un modo per tornare indietro.
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La Ciurma – Incontri straordinari sul barcone della politica
L’ancora del Mediterraneo – 2006
Collana: Le gomene
Pagine: 224
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Sono cinquecentomila le persone che in Italia campano aggrappate al barcone della politica: una ciurma sempre in affanno, disposta a esibire il peggio di sé pur di raggiungere la prima fila, pur di esserci e contare. Semplici “fetentoni”, eccellentissime facce di bronzo, o anche e soltanto onesti e persino simpatici uomini di partito e di governo; personaggi e figuri lividi di rabbia o innocenti nella loro ambizione, spauriti o goffi, arroganti o umili, ma quasi sempre tragicamente comici. Il ritratto di un’Italia piccola, orgogliosa delle sue miserie, ambiziosa e a volte appassionatamente trasformista, pronta a tutto pur di apparire e conoscere, per il tempo di un flash, l’abbaglio di una minuscola notorietà.
Caro Caporale,
intanto complimenti per il suo ultimo bellissimo libro “acqua da tutte le parti”. L’ho letteralmente divorato in 3 giorni. Mi permetta una osservazione che potrebbe migliorare l’esperienza del lettore : visto che sembra aver fatto molte foto (e magari anche qualche video) non potrebbe aggiungere una sezione multimediale sui luoghi visitati?penso che a molti lettori farebbe piacere vedere anche qualche immagine dei luoghi di cui si parla.anche solo una mappa interattiva permetterebbe di avere una piena visione dell’interessante percorso che ha compiuto e descritto.
Con stima,
Antonio Schiavello