I POLITICI GIORNO E NOTTE SUI SOCIAL NETWORK PIÙ “CEFFONI DIGITALI” PRENDONO E PIÙ INSISTONO
Sono continue sputacchiate all’onor proprio, allusioni crudeli, accuse plateali. Su psycotwitter il potente trascina oltre la mente il proprio corpo nella consapevole quotidiana penitenza. La questione si fa perciò tremendamente psicopatologica. I social network divengono l’agorà dei flagellanti, misura contemporanea della loro fede nella redenzione, incessante prova che solo attraverso l’umiliazione si raggiunge la salvezza eterna. È dunque rito religioso al pari dei movimenti cristiani del Medioevo quello che va in scena a ogni ora del giorno e della notte. Non c’è altra possibile incoscienza. Mariastella Gelmini, ha prima pensato e poi scritto questo tweet: “Benedetta, 6 anni, e la sua mamma mi chiedono di comunicare al presidente Berlusconi solidarietà, affetto e stima”. È chiaro, cerca la forca. E la trova. Luca Canale domanda: “Per caso la mamma ha 23 anni?”; Gabriele: “Tornavano da Amsterdam, sicuro”. La Gelmini avrà pianto o sorriso? Avrà letto, avrà riflettuto?Continue reading
Il marketing Pomì e la coscienza sporca del passato
IL SAN MARZANO TRASLOCA NELLA PIANURA PADANA, AL SUD RESTANO LE CENERI
Persino il pomodoro è espiantato dalla sua terra, dirottato, evacuato dalla Campania verso il nord padano. Non c’è misura alla pena e alla rabbia che si nutre di questa infinita impotenza: vedere trasformata nel silenzio agnostico, in questa mortale indifferenza una terra fertile in pattumiera. È tutta la Campania a essere messa in un secchio e trattata come un liquame. I suoi tesori alimentari, prima la mozzarella poi il pomodoro, ridotti a teste d’accusa. Non c’è che dire a Pomì, l’azienda che ha scelto per i suoi clienti di estrarre il concentrato dalla pianura padana, di trasferire il San Marzano dalle parti Piacenza, di capovolgere la cartina geografica, sovvertire l’identità culturale, rendere neutro un prodotto tipico, anestetizzarlo pur di venderlo.Continue reading
Caro Gino Strada, apri un ospedale in Calabria
Se Gino Strada accettasse di realizzare un ospedale di Emergency a Praia a Mare, come implora una petizione popolare di cittadini calabresi lasciati senza difesa della propria vita, compirebbe un atto platealmente e letteralmente rivoluzionario. Riuscirebbe a dimostrare, e questa volta senza alcuna possibilità di equivoco, il grado di delinquenza di un intero sistema che macina soldi per sfornare corpi inanimati e persi nei corridoi delle case della salute. Quell’ospedale da campo sarebbe la migliore forma di resistenza civile, la testimonianza permanente della nullità dello Stato, ridotto a brandelli da bande criminali che lo uccidono ogni giorno dal suo interno. Chiamerebbe tutti noi a spalancare gli occhi davanti alla più crudele delle verità. Se la sanità sfascia i corpi invece che aggiustarli, è anche perché, prima ancora della politica, chi è chiamato a sorvegliare la nostra vita e rianimarla quando è in pericolo, sostenerla quando siamo più deboli e più soli, ritiene che questa sia oramai una sua mera facoltà, atto individuale possibile, sperabile, ma non certo, dovuto, obbligato. Continue reading
Uno stralcio del trailer di Binario morto
Politici che rubano sulle mense dei bambini
Riusciamo ad andare in galera o no?”. L’agghiacciante quesito è il fondale perfetto della gara di disumanità che si è tenuta a Verona, dove la sabbia, sì proprio la sabbia, è divenuta elemento qualificante del menu per i bimbi delle scuole pubbliche cittadine. Gli arresti, numerosi e importanti, all’interno dell’agenzia comunale chiamata a provvedere alle mense scolastiche, documentano una tragedia ancora più acuta e definitiva. Nella nostra testa abbiamo memoria di mazzette e di tangenti, gare truccate, limate, file sostituiti, inganni pianificati e perpetrati o anche solo ideati, nella continuità ideale di una devianza costituente, un morbo intraducibile e inestirpabile dell’identità dell’amministrazione pubblica. Il Sud è stato sempre un passo avanti nella gara alla furfanteria, ma in questo caso il Nord (pure leghista) della civile Verona, così tanto propagandata attraverso l’immagine del pragmatico sindaco Tosi, conferma il sospetto che non c’è limite al peggio e non c’è salvezza verso gli abissi. Continue reading
Formigoni e Rotondi. Il dc che odia (e quello che ama)
Roberto Formigoni (d’ora in avanti F) è il dc che Berlusconi sopporta di meno.
“Non credo. Ma si spargono piccole cattiverie perché ho la voce forte, l’animo del combattente, la voglia di fare, di dire, di contarmi.
Gianfranco Rotondi (d’ora in avanti R) è invece il dc a cui Berlusconi vuole un bene dell’anima.
“Mi riempie di belle parole. Gli regalo consigli disinteressati”.
È venuto il momento di fare le valigie.
(F): “D’ora in avanti batteremo palmo a palmo l’Italia, promuoveremo incontri con gli amici del Popolo delle libertà. Obiettivo minimo: puntare a stoppare le decisioni prese. Obiettivo massimo: raggiungere la maggioranza del Consiglio nazionale e sovvertire il quadro attuale”.
(R): “La traiettoria di Formigoni è chiara e già segnata. Vola colomba volaaaa. Poi in politica si fa un po’ di frù frù, ma tutto è già scritto.
Per le colombe è davvero un cattivo giorno.Continue reading
Angelino, segretario senza quid e senza partito
È LO SCONFITTO DI GIORNATA. IN UN POMERIGGIO IL CAIMANO GLI PORTA VIA TUTTO QUELLO CHE PUÒ. ERA VICEMINISTRO PDL, ORA LE DUE SEDIE TRABALLANO
Tutto resta com’è e come è sempre stato da quelle parti. Silvio Berlusconi proprietario terriero e Angelino Alfano semplice mezzadro. Il quid, questo benedetto quid che avrebbe dovuto trasformare Angelino da boyscout del berlusconismo in un novello De Gaulle, è stato un felice fraintendimento giornalistico che ha dato però vita alla più crudele delle suggestioni. Per tre settimane Alfano ha pensato di essere capo della delegazione al governo, capo del partito e plenipotenziario dalle Alpi alla Sicilia. Due giorni fa, addirittura, in visita guidata al Partito popolare europeo si è fatto salutare dalla Merkel nel ruolo che ha creduto di ricoprire.Continue reading
I rischi del “tutti a bordo”. Renzi e la rottamazione amorale
Se Matteo Renzi, come scrive nel suo programma, vuole “spalancare le porte del partito alla curiosità, alla passione”, perciò a militanti veri, senza altra pretesa che l’ascolto della propria idea, il giudizio su un loro pensiero, inizi a dare l’esempio e spalanchi, per farsi capire ancora meglio, pure le porte della sua corrente. Faccia leggere i nomi delle decine di nuovi supporters, e – curiosità per curiosità – inizi a spulciare i curricula di molte decine di essi. Prenderebbe posto forse lo stupore di vedere avviata in contemporanea la rottamazione dei vecchi vizi grazie all’aiuto dei portatori sani e indiscutibili del ciclo produttivo della poltrona arrotolata sotto al mento, teorici delle pratiche illustrate da De Gaulle: il potere non si conquista, si arraffa.Continue reading
M5S, vietato pensare da soli
Beppe Grillo usa il mercurocromo con il suo movimento. Lo disinfetta da ogni possibile contaminazione, lo pulisce dalle abrasioni e dalle passioni della politica svuotando periodicamente (come fosse una bacinella piena d’acqua) la sua rappresentanza parlamentare di ogni senso politico. Da deputati portavoce a cittadini portaordini. Da attuatori ed elaboratori di un programma comune a esecutori muti del disegno d’origine. Succede sempre, ed è successo anche ieri quando Grillo, leggendo forse i giornali, ha scoperto che i suoi senatori erano riusciti per la prima volta a imporre a tutta la politica di interrogarsi se la questione del secolo, il flusso dei migranti dal sud al nord del mondo, potesse essere gestita solo con il codice penale e un variegato bouquet di misure di pubblica sicurezza. Proponendo l’abrogazione del reato di immigrazione clandestina (l’emendamento approvato così statuisce) il Parlamento si sarebbe trovato nella necessità di indicare e promuovere misure alternative e sperabilmente più efficaci di quel colabrodo che oggi è la legislazione di emergenza. Grillo ha allora preso in mano il mercurocromo e disinfettato la ferita provocata dagli incapaci senatori: il tema non è nel nostro programma, non è stato discusso, dunque è fuori dal codice di comportamento dei 5Stelle. Perciò l’emendamento è nullo. La firma congiunta con Casaleggio al post ha alzato il livello di apprensione tra i parlamentari e indicato la strada, la via maestra. Cioè il dietro-front.Continue reading
Centri di accoglienza. Vergogna di Stato: 45 euro a migrante per tenerli in gabbia
Sigillate le bare dei morti, dovremo scoperchiare quelle dei vivi, degli immigrati detenuti nei centri di accoglienza temporanea. Dovremo domandarci come sia possibile farli vivere nelle condizioni disumane e appurare che la loro disperata esistenza viene mantenuta alla straordinaria spesa media quotidiana di 45 euro. Dovremo pur chiedere conto della congruità della cifra, incredibile rispetto allo standard conosciuto di decenza, di pulizia, di efficienza Per ognuno di questi poveracci, trattenuti (cioè reclusi), spesso al solo scopo di rispedirli nelle terre della morte da dove sono giunti, spendiamo – ci dice l’ultimo e più aggiornato dossier (Lampedusa non è un’isola) curato da Luigi Manconi e Stefano Anastasia – diecimila euro di media.Continue reading