I re dell’oro nero lucano e la rivolta dei ragazzi

CON SBLOCCA ITALIA VIA LIBERA A SUPER-TRIVELLAZIONI, IN CAMBIO UNA PIOGGIA DI MILIONI: ENI, SHELL, TOTAL E POLITICI ESULTANO. GLI STUDENTI VANNO IN PIAZZA
Anche i lucani nel loro piccolo s’incazzano. L’Opa delle compagnie petrolifere sulla regione, l’offerta di comprarsela in blocco e trivellarla nel modo giusto, facendo zampillare una selezione tra i migliori dei 479 pozzi censiti e “assaggiati” (271 in provincia di Matera e 208 in provincia di Potenza) in cambio di una distesa di bigliettoni di euro alle comunità coinvolte deve ora vincere l’ultimo e più increscioso degli accidenti: la paura. UN PASSO indietro. Matteo Renzi a maggio decide di trasformare la Basilicata nel nuovo Texas italiano e avoca al potere centrale, nel decreto Sblocca Italia, le competenze per l’ampliamento della produzione petrolifera. Lo chiedono le tre grandi sorelle interessate all’affare: Eni, Shell e Total. Dei 38 pozzi attualmente in produzione con 85mila barili al giorno, che diverranno 135 mila appena i 50 mila marchiati Total saranno sul mercato e 154 mila quando l’Eni attiverà l’estrazione dell’ultimo ceppo concordato nella vecchia intesa, si può succhiare da altri buchi altro meraviglioso oro nero. La cosa straordinaria è che la scelta di Renzi di evirare ogni autonomia alla Lucania ottiene fra gli evirati un indiscutibile successo. Vivissimo plauso da parte del pacchetto di deputati e senatori che detengono la Regione. Per Marcello Pittella, il governatore, si aprirebbero così “grandi opportunità” per il territorio. Marcello è fratello di Gianni, azionista di riferimento del Pd e capogruppo dei socialisti europei a Bruxelles che nel silenzio annuisce.Continue reading

Tor Sapienza è caccia al nero

ROMA EST. NOTTE DI GUERRIGLIA, ESASPERAZIONE E VIOLENZA PER IL CENTRO MIGRANTI. NERVI TESI
Te venimo a prenne, nun te preoccupà che entramo e ve svotamo”. C’è una frenesia di botte, di spranghe e mortai di varia intensità nel corpo a corpo di Tor Sapienza, lungo i metri che separano i due muri di viale Giorgio Morandi, nel rettilineo di periferia che conduce dritti all’inferno. Nel primo blocco di case popolari, un serpentone appena più gentile di quello famoso, sono ospitati i romani residenti e acquisiti. Brava gente, famiglie di lavoratori insieme a teste calde di varia umanità e provenienza. Nel muro opposto, dentro stanze che oramai sono gabbie, resistono asserragliati nel centro di accoglienza una cinquantina di immigrati, il cui destino è però segnato. Dovranno sloggiare presto da qui. O ci pensa la polizia oppure provvedono loro, gli amici di Luciano, una lieve balbuzie, l’animo semplice e tanta voglia di farla finita con gli intrusi: “Nun ce l’ho con i negri ma con gli arabi. Gli arabi fanno schifo, sono stronzi, come pure i rumeni e questi sono arabi e li dovemo caccià”.Continue reading

Parabole capitoline. Ignazio, che sa procurarsi molto danno con poco

Ignazio Marino ha la capacità di procurarsi il massimo danno col minimo sforzo. Riesce miracolosamente a sovvertire le leggi della fisica e a dimostrare, in una città in cui hanno dimorato e continuano a risiedere parecchi ladroni patentati, come si possa rischiare di andare incontro a un processo penale e magari anche alle dimissioni da sindaco per una Panda in divieto di sosta. Colpisce qui la dimensione fanciullesca della marachella e l’elevato standard dilettantesco del suo staff. Ignazio in questo episodio sembra un incontrollabile Ciccio Capriccio mentre prova a far sostare l’auto, che dichiaratamente odia, nell’unico spazio preclusogli. L’accumulo di multe, volontarie o meno, hackerizzate o no, dà un saldo di qualche centinaia di euro, per intenderci l’equivalente di un solo pasto da Pasqualino al Colosseo consumato a scrocco da Franco Fiorito, il mitico Batman della Pisana che regalava tagliatelle quotidiane al centrodestra del basso Lazio.Continue reading

Sfacelo ATAC, dopo cubiste e raccomandati ora bussano i creditori

L’AZIENDA DEL TRASPORTO PUBBLICO DI ROMA SULL’ORLO DEL COLLASSO CONTI PIGNORATI PER UN DEBITO DI 115 MILIONI DI EURO, A RISCHIO I RIFORNIMENTI DI GASOLIO PER I BUS. IL COMUNE CI METTE UNA PEZZA
Forse il gasolio sarà assicurato e i bus della Capitale proseguiranno serenamente il lento cammino verso il default. L’evento estremo, il fine corsa per assenza di benzina, sembra scongiurato da un intervento ponte del Campidoglio che risolve l’ultimo pignoramento dei fornitori nell’ultima catasta di debiti che espugna il miliardo di euro e pone l’Atac in cima alle aziende peggio governate d’Europa. Qui siamo nel centro di gravità permanente della bancarotta, nell’enclave debitoria di una città già ricoperta dai debiti, nel sistema più approfondito, specializzato e contabilizzato di frode della fede pubblica. Il passante pensa di viaggiare su un bus e non sa che galoppa su un vettore d’incoscienza, un turbine feroce di appalti farlocchi, bandi irregolari, arbitrati che sembrano arbitri, e uomini politici di tutte le razze, veramente tutte, che hanno preteso nel corso degli anni un pizzo personale. L’amico, l’amica, la fidanzata, la moglie, il segretario, il cognato, l’amante a ingrassare una pianta organica che arriva a dodicimila dipendenti, che perde all’anno circa 200 milioni di euro, che aumenta vertiginosamente i costi degli amministrativi (da 86 milioni di euro nel 2011 ai 115 del 2012), utilizza il 60 per cento delle vetture (1379 in transito contro le 2298 disponibili), pianifica la riduzione di 498 autisti e lascia già ora la città sulla pensilina. In attesa.Continue reading

Alessandra Moretti: “Mi faccio un mazzo così. E correrò pure in Veneto”

Squilla il telefono, è Alessandra Moretti. L’Espresso l’ha definita “la candidata perenne”. Effettivamente ovunque ci sia un’elezione lei c’è. Ieri deputata, oggi eurodeputata ma già ricandidata altrove.
“Prima di commentare la mia candidatura vorrei che lei capisse di che pasta sono fatta. Io ubbidisco al partito, non rispondo mai di no. Dove mi dicono vado. E lui mi ha detto: Abbiamo bisogno di te in Veneto, con te possiamo vincere”.
Tre mesi fa lui le aveva detto: abbiamo bisogno di te in Europa, con te possiamo vincere.
“Esattamente così. Ma crede che sia facile per me fare questa vita? Però so che senza Moretti c’è Zaia, a lei sta bene Zaia al governo del Veneto? A me no. Al Pd no. E anche se è un sacrificio pesantissimo, perchè le dico cosa significa, poi lei commenti quel che vuole… Anzi, commenti ma non giudichi. Qui ognuno si sveglia al mattino e giudica”Continue reading

Arrestati i tre chirurghi: “Omicidio e false complicanze”

POTENZA, L’INTERVENTO SBAGLIATO AL CUORE E LA CARTELLA CLINICA ALTERATA
Tre cardiochirurghi finiscono agli arresti, un ospedale alla deriva e una intera città, macchiata dal familismo, obbligata a riflettere su dove conduce l’incompetenza. Ieri mattina dalla Procura della Repubblica di Potenza l’annuncio: il primario del reparto di cardiochirurgia Nicola Marraudino e due suoi assistenti, Michele Cavone e Matteo Gatti, sono agli arresti domiciliari, imputati di aver provocato per grave negligenza la morte a Elisa Presta, 71 anni, il 28 maggio 2013. Il primario Marraudino risponde anche di falso ideologico in atto pubblico per la presunta alterazione della cartella clinica dove il decesso è stato attribuito a “complicanze”. Non fu un intervento al cuore, ma il diagramma delle responsabilità e delle nullafacenze. La vena cava tranciata di netto, la paziente sul letto della sala operatoria lasciata morire per blocco del sistema venoso, l’operazione chirurgica che prosegue con un corpo praticamente inanimato, al sol fine di concludere, nel tacito e silenzioso accordo dei medici inutilmente riuniti al capezzale, ciò che appare un’esecuzione e rendere quel sacrificio umano figlio del destino. La signora muore per complicanze, secondo il bollettino ufficiale, alcuni minuti dopo essere trasferita in rianimazione. È purtroppo puro teatro, evasione scenica dalle responsabilità di medici che hanno sbagliato mestiere, procurando la morte a una donna che lì cercava la vita. Lì dove? Ospedale San Carlo di Potenza, centro sanitario di riferimento dei residenti lucani, luogo di cura e purtroppo anche sede di un grumo di interessi spuri, cointeressenze, connessioni, familismi, sprechi.Continue reading

Tranfa, la dignità di un giudice

Un giudice di 69 anni va in pensione. Lo fa dopo aver compiuto l’ultimo dei suoi doveri professionali: sottoscrivere le motivazioni di una sentenza. Sceglie di non accompagnare neanche con una parola quella sua decisione privata, personale. Quel silenzio condanna invece Enrico Tranfa, presidente della Corte di appello che ha assolto Silvio Berlusconi nel cosiddetto processo Ruby. Quel silenzio, così prezioso e degno, così raro nel quotidiano frastuono con cui la magistratura dibatte e contesta, si loda e s’imbroda, assolve e punisce, polemizza e accusa, lo inchioda alla colpa, deturpa la sua storia professionale, ne decreta la faziosità. I protagonisti di questo processo alle intenzioni, di questo clamoroso cumulo indiziario secondo il quale il contegno assunto, la totale riservatezza esibita, diviene prova d’accusa, sono i suoi stessi colleghi giudici. Il presidente della Corte d’Appello di Milano Giovanni Canzio definisce quelle dimissioni così limpide e così intime “non coerenti con le regole ordinamentali e deontologiche, se dettate dal motivo di segnare personale dissenso rispetto alla sentenza”.Continue reading

Viaggio al termine delle alette di pollo. L’Italia dei discount

NELLE PERIFERIE DI ROMA SI SCOPRE A CHE PUNTO È DAVVERO IL NOSTRO PAESE: PURE IL SUPERMARKET DELLA CRISI È IN CRISI


Tutto finì in alette di pollo. Due euro e trentanove centesimi al chilo. Il futuro vi aspetta qui, al bancone di carni Lidl, sulla via Casilina altezza Centocelle. Dopo Carrefour ma prima di Trony e di Coop, sulla destra scendendo, quasi di fronte a Eurocasa, Mondialcucine e Unieuro. È bello quasi come gli altri e colorato anche. È un supermercato vero, non più cartoni in terra ma freezer e cestelli, tanta cioccolata, carotine, lattuga, banco dei vini con un rispettabile Muller Thurgau a 2,49 euro, e vodka, brandy, limoncello (da cinque euro).
La povertà ci ha vinti e conquistati e Lidl ha il merito di averla almeno resa più confortevole, presentabile, dignitosa. E liberata da qualunque ossessione. Rita, alla cassa, gentile: “Mettiamo da parte le caramelle o lo yogurt?”. La signora con figlia adolescente ha fatto spesa e deve decidere cosa espellere dalla busta: il conto fa 13 euro e 90, senza yogurt viene dodici, senza caramelle tredici tondi. “Lo yogurt”, dice. Amore di mamma.Continue reading

Scaricabarile vizio italico. “Io che c’entro, l’avevo detto…”

Il sindaco di Genova aveva avvertito per tempo il compagno Burlando, presidente della Regione. E Burlando aveva avvertito i burocrati. Che si erano già allertati e avevano avvertito l’ufficio contratti: quell’appalto per il Bisagno sarebbe stato uccellato dai ricorsi. E anche il Tar Liguria aveva decretato e annunciato la catastrofe giuridica. Gabrielli, il capo della Protezione civile, intanto aveva avvertito tutti. Anche il presidente della Toscana aveva avvertito il consorzio di bonifica maremmano di fare presto i lavori dell’argine remoto. E il sindaco di Messina ha avvertito che ha una settantina di ruscelli dentro la città. Se piove in Sicilia… Sono tutti avvertiti che il Vesuvio può sbottare, c’è tanto di timbro dei geologi, e anche i Campi flegrei possono far danni. Avvertimento raccolto. Nel Cilento una strada sta crollando, sprofonda di due centimetri al giorno. La Provincia ha avvertito la Regione. In Lucania la Basentana ha le travi di ferro a vista. La Regione ha avvertito l’Anas.Continue reading

Il decreto abracadabra del mago Matteo

È l’ultima delle leggi abracadabra. Un grande pentolone dove galleggiano linee guida, forse buoni propositi ma anche tanti cattivi pensieri.
Galleggiano fino a perdersi, nel continuo moto ondoso renziano che restituisce a riva pezzi di provincie abrogate ma vive, di leggi elettorali definite ma forse anche sconfessate, riforme annunciate ma mai approvate, tagli decisi ma poi revocati.
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