Roma non è più ladrona. Bossi: “Processatemi lì”.

GLI AVVOCATI HANNO FATTO ISTANZA PER SPOSTARE NELLA CAPITALE LE CAUSE PENDENTI TRA MILANO E GENOVA. NEI CONTI DELLA LEGA ARMI, DONI E MEDICI

Fu Roma ladrona. Oggi è l’agognata spiaggia alla quale Umberto Bossi attende di essere trasportato per vedersi giudicato. Dottrina e giurisprudenza, cucite in un memorabile ricorso alla Cassazione dai difensori Marcello Gallo e Matteo Brigandì il 29 ottobre scorso, impongono che il Senatùr venga definitivamente spadanizzato, tolto alle grinfie del tribunale di Milano che si ritiene competente almeno per il reato di appropriazione indebita, e sfilato a quello di Genova dove il destino suo e dei suoi figli è sottoposto al giudizio di truffa e legato a quello di Francesco Belsito, il fantastico tesoriere leghista, fenomenale esecutore del magna magna.Continue reading

QUIRINAL PARTY – Casini corre anche per l’Albania

L’ATTESA non è stata vana. Pier Ferdinando Casini è ritornato ufficialmente in campo. È un ambidestro e può giocare in ogni ruolo nella partita per il Quirinale. Può essere utilizzato come negoziatore, oppure guastatore. Può finire sulla fascia, come ala attaccante, portabandiera del rinnovamento, o terzino fluidificante, in grado di tenere alto il vessillo della conservazione. Casini, data l’età e il curriculum, può fungere da perfetto candidato civetta e trovarsi esposto per un pomeriggio, che non sarebbe male, alla curiosità della nazione. Anche come cecchino è niente male. Il suo nome termina in ini e per assonanza lo conduce tra i nazareni Guerini e Verdini. La cosa terribile è che il nostro premier non ne vuole sapere. Renzi sta infatti trattando la cessione di Casini a un club amico. Vorrebbe lanciarlo – attraverso una serie di apparizioni su Agon Channel – alla presidenza dell’Albania.

da: Il Fatto Quotidiano 7 gennaio 2015

QUIRINAL PARTY- Chi non twitta non sale al sommo Colle

C’È TWITTER DI MEZZO. Una delle condizioni di accesso alla soglia quirinalizia è l’essere interprete del nuovo mondo. Abbiamo un premier twittatore ed è ora che anche il capo dello Stato – per marcare l’equilibrio dei poteri – assuma su di sé l’impegno di registrare le attività, il pensiero, le decisioni che si assumono e anche, se del caso, ribattere tempestivamente e con lo stesso mezzo alle scelte politiche di palazzo Chigi deliberate su twitter. Sembra che la richiesta di prendere in esame questa particolare abilità sia stata dei parlamentari 5 Stelle valutando come imprescindibile questa caratteristica. Grande è stato lo stupore quando la richiesta è stata accolta con interesse dal Pd. I renziani hanno colto l’occasione per prendere due piccioni con una fava: attivare un canale con l’opposizione grillina e spegnere sul nascere ogni velleità dei personaggi di gradimento della minoranza interna, tutti fuori da twitter. Però non avevano previsto che sul punto fosse Berlusconi a irrigidirsi: “Se è così, d’ora in poi trattate con Gasparri!”.
da: Il Fatto Quotidiano 4 gennaio 2015

Autostrade, regalo di Natale. Il governo taglia i guard rail

CON LA SCUSA DI ADEGUARSI ALLE NORME UE ECCO IL DECRETO CHE ABBASSA L’ALTEZZA E LA RESISTENZA DELLE BARRIERE. UN BEL RISPARMIO PER I BIG DEI CASELLI
Anno nuovo, guard rail nuovi! Finalmente Autostrade per l’Italia e Anas possono fare risparmi e rientrare dalle spese. Un decreto del 6 ottobre scorso del ministero per le Infrastrutture indica le nuove misure delle barriere spartitraffico e di quelle laterali. Con una mossa a sorpresa, forse realizzata nello spirito di una spending review al contrario, i tutori saranno ridotti su circa duemila chilometri di autostrada di una trentina di centimetri di altezza, avranno una resistenza minore a contenere l’urto, in special modo degli autoarticolati, ma costeranno fino al 40% in meno.Continue reading

QUIRINAL PARTY – Nazareno, la clausola di salvaguardia

CON UNA MOSSA a sorpresa Silvio Berlusconi ha ottenuto da Matteo Renzi, in cambio dell’appoggio di un suo candidato al Quirinale, una clausola di salvaguardia che obbliga il Parlamento ad andare al voto con l’Italicum non prima del 2036. Non è stato facile per Renzi accettare l’idea di farsi carico del governo per così tanto tempo, ma B. è stato irremovibile. La discussione era infatti partita su una data assai più distante (il 2050) e i suoi negoziati si sono a lungo arenati, fino a trovare l’accordo che si è detto. Connesso a questo patto un prolungamento della carica presidenziale. Berlusconi infatti teme che tra sette anni possa impadronirsi del partito il giovane Raffaele Fitto perciò ha chiesto a Renzi una prossima riforma costituzionale che porti a dieci anni la permanenza al Quirinale. Il premier ha spiegato, prima di dar via all’accordo, che l’intesa dev’essere approvata dalla direzione del Pd in ragione delle presumibili rimostranze dell’opposizione interna. L’ex Cavaliere si è offerto di spiegare direttamente alla direzione del Nazareno i termini del patto e i notevoli vantaggi per gli attuali deputati e senatori.

da: Il Fatto Quotidiano 3 gennaio 2015

Il colore dei soldi: sui costi della politica minacce tra PD

RENZI USA I VECCHI BILANCI PER FAR PAURA ALLA MINORANZA. MA TACE SULLE CENE
L’idea di Renzi per contrastare l’opposizione interna, e quindi annegarla nella vergogna, sarebbe quella di rendere pubbliche le spese della segreteria Bersani e di quella Epifani. L’idea di Matteo genera, come figlioletti in grembo, due altre verità. La prima: che i bilanci pubblicati sono effettivamente carta straccia, specchio per le allodole, ammesso che le allodole ci caschino. Sono cifre buone a imbonire. Perché le voci di cui si compendia il bilancio del Partito democratico (e di tutti gli altri partiti) tutelano la segretezza delle singole percentuali che i dirigenti attivano per le proprio competenze. Gli euro – si presume molti oltre il lecito – che sono andati a questo e a quello. Sul cattivo odore dei soldi domani Francesco Bonifazi, il tesoriere del nuovo corso renziano, potrebbe attardarsi un pochino di più, sottolineando nella relazione che sembra farà all’assemblea nazionale, le destinazioni d’uso per voci superiori a centomila euro. Non arriverà dunque al singolo destinatario ma lo accarezzerà crudelmente, farà trasparire quel di più che potrebbe uscir fuori, se solo si dovesse decidere di elencare il numero dei peccati e la quantità dei peccatori.Continue reading

Tessere e soldi, così s’è scannato il Pd

Il male inizia a manifestarsi nella sua forma più acuta e prende il nome di Porcellum. Quella legge elettorale riduce la passione politica a un sordo e inutile brusìo, un semplice rumore di fondo, trasforma il partito in un bel comitatone elettorale, le correnti in bande, gruppi d’interessi con vita parallela e autonoma. A Roma il Porcellum sfregia il Partito democratico al punto che l’unione tra sinistra e popolari si converte in una lotta armata a suon di voti”.
SERVE UN CARONTE per inoltrarsi nelle pancia cavernosa del Pd di Roma che pure ha nobili tradizioni e genitori illustri. E noi lo troviamo in un dirigente di lungo corso, un osservatore non distratto che ha vissuto la stagione dei fasti fino a quella attuale – dell’umiliazione.
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Francesco Rutelli: ora una giunta straordinaria senza macchia né paura

Com’è Roma e come sono i romani? Riapriamo i libri, prendiamo Marziale o Giovenale. Oppure saltando per secoli arriviamo ai sonetti di Belli, o anche a Pasolini. Se siamo rattristati dai libri fermiamoci davanti alla tv e rivediamoci la serie sui Borgia. Roma è quella. Eterna plebe che solo in casi straordinari si fa popolo, diviene cittadinanza attiva. Diceva Maurizio Ferrara che questa città ha un eterno, imperforabile fondo limaccioso.
Francesco Rutelli entrò in Campidoglio da sindaco nel 1993. Ne uscì nel 2001. Conosce le tribù, le origini degli abiti di sartoria, le virtù dei palazzinari, le connessioni e le distrazioni della città eterna.
Leggendo i nomi degli indagati di qualcuno prevedevo l’esito, di qualche altro purtroppo no. Ho conosciuto molti fetenti. Le elezioni che vinsi furono precedute da una grande retata. Metà giunta Carraro era finita agli arresti e si scoprì il tariffario del 5% sugli appalti. Un cinque secco a favore del ceto politico dominato da Dc e Psi. Non c’era azienda municipalizzata che non subisse questo taglieggiamento e non c’era vertice che non provvedesse a intascare buste.Continue reading

Roma sprofonda, Marino ringrazia

Roma fa schifo, dicevano a Ignazio Marino. Non c’è dubbio che Roma fa schifo e il sindaco sembra una nuvola in cielo, stupito persino che la città non apprezzi la dimensione caotica del suo governo. L’avevamo lasciato con la sua Panda rossa in divieto di sosta, e la vicenda chiudeva al suo interno fenomeni dilettanteschi, con spunti di toccante comicità e prove di assoluta inadeguatezza.
Le gesta di questo signor fanfarone sono però nulla rispetto al raccapriccio di una politica asservita oramai alla malavita, lambita e poi perforata in ogni suo ambito dalle percussioni mafiose che la conducono al grado infernale di città perduta. Era Roma ladrona, ora diviene Roma mafiosa. Davanti a questo teatro del malaffare che costa sia ai cittadini romani sia ai contribuenti italiani centinaia di milioni di euro l’anno, tanto è grande il buco di bilancio provocato dalla rete di corruttela che agisce in ogni ambito della municipalità, persino l’opacità di Marino si trasforma in corazza d’oro.Continue reading

Walter Siti: macché proteste, questo è il Paese dell’apatia

Regrediti e rallegrati. Fossero un cast teatrale, gli italiani sarebbero condannati al varietà. Nonostante la crisi nera, che invade e riduce spazi di libertà e di vita civile, resiste una trascuratezza generale, una levità ingiustificata, un’apatia, un sonno che acquieta gli animi. Walter Siti è una specie di anatomo-patologo del capitalismo finanziario e della società sua figlia legittima. Nel libro di maggior successo (Resistere non serve a niente, Rizzoli) ha indagato le quote di voracità che ci hanno condotto dove siamo approdati. Scialuppa stordita dalle onde.
C’è fermento in giro, le piazze si riempiono, l’autunno si fa caldo.
Non nutro troppa fiducia nella rabbia, produce più letteratura (penso a Pasolini) che cambiamenti sociali. Si dimostra inefficace, e quando non lo è tende a farsi ritrarre come una devianza pericolosa che spaventa e riconduce all’ordine. Ricordo i tempi degli Indignados e quelli ancora più recenti di Occupy. Rammento un’intervista televisiva a una ragazza finlandese che protestava a Londra davanti alla chiesa di St.Paul. Spiegava la protesta, atto di solidarietà verso il popolo siriano, la sua amicizia con una ragazza di Damasco. L’intervistatore chiese: dormirà qui stanotte? Rispose: vado da una mia amica perché il rintocco delle campane della chiesa ad ogni ora non mi farebbero dormire. Era bastato un rintocco di campane a farle togliere le tende.Continue reading