Tra preferenze e nominati la casta salva la poltrona

LA BATTAGLIA CHE SI ANNUNCIA È TRA CHI RIMPIANGE LA PRIMA REPUBBLICA E CHI VORREBBE TORNARE A UN “PORCELLUM” SENZA BADARE ALLA CONSULTA


Restaurare il sistema delle preferenze avrebbe fatto la felicità di gente come Fiorito, vero. Ma lasciare a un padrone solo la gestione della vita di ciascun eletto e finanche delle sue presenze in tv conferma che non ci sarà scelta malgrado la richiesta della Consulta: in Parlamento si entra per nomina. E da deputato si trasformerà in pigiabottoni. Ciò che ordina il capo si vota. Ciò che lo turba si respinge. O sei cooptato oppure pedalare.
PER ARRIVARE a questo risultato Matteo Renzi ha dovuto stringere un patto d’acciaio con Silvio Berlusconi (e forse anche con Dudù). Riesumarlo, restituirgli il cavalierato, l’onore perduto, il vestito da statista e l’opportunità di divenire in zona Cesarini, quando tutte le stelle sotto il suo cielo si erano offuscate, il nuovo padre della Patria. Immaginiamo lo sforzo che ha dovuto fare B. nell’accettare la dura proposta di far vergare da Denis Verdini (in linea retta quarto padre della Patria) la lista dei candidabili del centrodestra. Tu entri e tu no. Tu vai in Liguria e tu in Piemonte. “Intanto però noi cambiamo l’Italia”, ha detto Renzi alla riunione della direzione del Partito democratico. Continue reading

Legge elettorale, il terrificante inizio di Matteo Renzi

Ha il merito indiscusso di aver dato la sveglia a una politica sorda, gambe e velocità a un sistema immobile, senza più reputazione, persuaso che il potere serva solo ad accumularne altro, nell’idea primordiale che nulla cambia e nulla può cambiare. Matteo Renzi ha fatto cambiare verso, si può convenirne, e ha dato concretezza a una speranza di cambiamento o solo a un progetto, o al limite alla semplice idea che la politica può essere più degna, più vicina alla gente, più pronta a dare le risposte.
Ecco però che a questo punto la corsa di Renzi verso la meta esprime un’altra terrificante idea che fa cornice alla prima e che tutto racchiude: fare qualsiasi cosa e con chiunque e ad ogni costo pur di guadagnerne in popolarità e forza politica.
Mi prendo la briga di elencare quel che non quadra di questo giovane leader.Continue reading

Il cratere dell’indifferenza (e dei famigli)

L’ incolpata arriva davanti ai suoi giudici: cinquecento poltrone vuote. L’emiciclo sembra un cratere dell’indifferenza, la solita immortale scena del me ne fotto. È venerdì, e pure mattina presto. A quest’ora, sono le nove e mezza, di questo giorno della settimana (è 17 sul calendario!), “mai mai e poi mai” un deputato potrebbe essere nel luogo in cui è stato chiamato, nel centro esatto dei suoi interessi, dei suoi obblighi e, in linea teorica, anche delle sue passioni. Hanno fatto tutti la valigia la sera precedente: ragazzi di prima nomina e signori di antico pelo. Trentenni e settantenni, quelli col panciotto e le signorine sportive in jeans. Di destra, di sinistra e di centro. In alto e in basso. Senza grilli per la testa o anche grillini sputafuoco già accomodati all’uso in vigore nelle stanze dei bottoni: ricordarsi solo di passare alla cassa. Continue reading

La Lega è il miglior alleato dell’anonima Kyenge

La questione da politica si fa psicanalitica, e ci sarebbe bisogno di un approfondimento diagnostico per conoscere le cause che stanno spingendo i leghisti al contrassegno barbarico del corpo di Cécile Kyenge, del colore della sua pelle in luogo delle sue idee. È evidente la regressione spaventosa da movimento del Nord, voce alterata ma credibile di un vasto umore popolare, a sparuto conservatorio della cafoneria razzista, espositore dei più antichi e scoraggianti cliché su noi bianchi e loro neri, anzi negri. Noi civili e loro no, noi dolci e loro sgraziati, noi puliti e loro sporchi. Noi belli e loro? “Quando la vedo penso a un orango” disse lo statista Roberto Calderoli, aprendo le danze antropologiche e consegnando questa donna allo sputo collettivo, alla denigrazione personale. E così di volgarità in volgarità si è giunti al calendario delle apparizioni pubbliche della Kyenge sulla Padania, forse per tener viva la sputacchiera. Per non farci mancare niente ieri la deputata Iole Santelli, che leghista non è ma calabrese di Forza Italia, dunque teoricamente in grado di conoscere le sofferenze di chi emigra e anche le violenze e le umiliazioni a cui è sottoposto, ha amabilmente ricordato che le donne nere (o negre?) hanno la fortuna di non doversi truccare, e Cécile, che è nera (o negra?) pure naturalmente.Continue reading

La vita è un treno, la seconda puntata: “Cristo si è fermato a Gioia Tauro”

La Calabria, la stazione di Cosenza, gigantesco monumento allo spreco. Le ferrovie calabresi dissestate. Quattro ore per fare 80 chilometri, un tratto interrotto dove bisogna abbandonare il treno e salire sulla corriera. E Gioia Tauro, una stazione fantasma dove l’ultima ragazza assunta come capostazione vende i biglietti per l’autobus. Questo l’argomento della seconda puntata della docu-serie de ilfattoquotidiano.it dedicata alle tratte delle ferrovie italiane prima dismesse e poi abbandonate.

‘La vita è un treno’ è firmata dal giornalista e scrittore Antonello Caporale e dal regista Enzo Monteleone. Un viaggio sentimentale e un atto di denuncia civile. Un percorso lungo tremila chilometri seguendo la traccia della ruggine dei binari.

Casa De Girolamo Tra vecchi vizi e familismo

IL MINISTRO RESISTE ALLO SCANDALO BENEVENTANO
IL SUO PARTITO (GLI ALFANIANI): “CHIARIRÀ IN PARLAMENTO”
Nunzia De Girolamo nasconde sotto i suoi quarant’anni non ancora compiuti il curriculum completo dei vizi dell’eterno dominio meridionale. La propensione ad arraffare il potere e confinarlo in cucina, tramandando nel rito familistico la specie dei brontosauri di provincia. Portaborse e tirapiedi prendono appunti, eseguono. Altro che caduta di stile: casa Nunzia è il luogo della diaspora delle passioni, quelle a cui lei si rifaceva in ogni presenza tv avanzando con la sua gioventù il diritto a provare a governare in modo diverso. E s’è visto il modo! La sanità tenuta sotto i tacchi del suo scarpino ferrato, dove portantini e primari, nel gioco eterno dell’appartenenza, replicavano i fasti altrettanto intramontabili della servitù politica. Sull’assenza dell’incriminazione penale lei prospetta un altro indiscusso primato della politica italiana.Continue reading

La vita è un treno, la prima puntata: Il treno fantasma dell’Irpinia

Partendo da Avellino, una stazione che apre ad ore, come un ufficio postale, attraversiamo le terre del post- terremoto. Il Ponte Principe a Lapìo, una meravigliosa architettura, una torre Eiffel adagiata su un fianco, che dorme arrugginita. Anche sulle ferrovie si è speculato, si è creato a San Mango sul Calore un inutile polo industriale mai utilizzato. E poi la “Transiberiana d’Italia” il treno che attraversava il Parco Nazionale d’Abruzzo, un treno che un gruppo di volontari appassionati cerca ancora di mantenere in vita.

 

Less than zero: L’America al gelo tra brividi e giochi

DOPO LE NEVICATE, TEMPERATURE FINO A -50. LA STAMPA INGIGANTISCE IL MALTEMPO, MA (QUASI) TUTTO FUNZIONA

Mentre mi dirigo verso Spring Street a Soho, il quartiere meridionale di Manhattan, un amico di Udine chiama: è il caos? Ho appena fatto colazione da Starbucks e tutto sembra uguale a ieri. Fa freddissimo come ieri e prendo posto al solito tavolo, il solito muffin al cioccolato, il caffè americano. C’è la neve è vero, ma sono centimetri che rendono possibile sia passeggiare che guidare. Fare compere, entrare nei musei, prendere la metro. Funziona tutto e gli spalaneve non perdono un angolo. È sabato, e dovrebbe essere il giorno della quiete dopo la tempesta. Ieri però ha fatto freddo come oggi, e anche l’altro giorno non è stato male. Ma anche l’anno scorso. E due anni fa i newyorchesi ricordano la Mela imbiancata. Questa volta è diverso dal solito, così decreta la tv. Questa volta non è una nevicata ma una tempesta. Hercules Storm. Se esci per strada questa volta puoi rimanere secco, e se guidi puoi trovarti piallato dalle lamiere. Questa volta Hercules non perdona comunicano i siti meteo: soffiano venti che ci spingeranno fin sulle nuvole, e fiocchi di neve che saranno grandi quanto medaglioni di vitello. Anzi, a dirla tutta: la neve non farà in tempo a posarsi che gelerà, si trasformerà in ghiaccio durante il tragitto discendente. Non aprite l’ombrello, aprite il cervello: state in casa e accendete la tv. Seguite le previsioni meteo e pregate.Continue reading