Sblocca Italia choc: “Nessun controllo ambiente a rischio”

TRA I CRITICI ANCHE GIULIANO AMATO, GIUDICE DELLA CONSULTA IL PROGETTO REALIZZA LE PROMESSE DI B. QUANDO ERA PREMIER
L’evoluzione della specie. In 45 articoli e 56 pagine, rese pubbliche quattro giorni fa sulla Gazzetta Ufficiale Matteo Renzi si congeda dal sospetto e sviluppa – apertis verbis – le fattezze di Silvio Berlusconi, raccoglie e mette in pratica i dieci comandamenti dell’uomo del fare. Fare strade, autostrade, ferrovie, tralicci, ponti, inceneritori, canali di scolo e ogni altro genere di combinato col calcestruzzo nel più breve tempo possibile. Fare, soprattutto progettare, possibilmente senza gufi intorno, mani alzate, vincoli, osservazioni, consigli, deduzioni.Continue reading

Spending e merito, il Potere bugiardo

Il tagliatore di poltrone perde la poltrona. Per Carlo Cottarelli è previsto il rimpatrio negli Usa nel prossimo ottobre. Non è una magnifica notizia? Nel Paese dove lo spreco è elevato a istituzione, l’inutilità a fabbisogno quotidiano, quale altro destino poteva avere il mitico Cottarelli? Non essendovi in circolazione un numero sufficiente di palloni gonfiati, abbiamo sperimentato la gioia dell’uso delle parole gonfiate. Tra queste, su tutte, la spending review. Si recita in inglese per dargli un decoro, una sua personalità. Oramai ci siamo talmente affezionati al concetto che abbiamo iniziato a troncare una delle due parole: per confidenza, e anche perché siamo divenuti degli specialisti della questione, spesso diciamo e scriviamo soltanto spending. Per comodità, per non perdere del tempo inutile, giacché il problema verte proprio sull’utilità dei nostri comportamenti, sulle virtù che devono manifestare, ci fermiamo prima del fischio finale. Centinaia di politici ci hanno illustrato l’imperativo categorico della spending, l’improcrastinabile decisione di far partire la spending. Di pari passo è cresciuto nel Paese la sete di spending, la voglia di spending e anche il bisogno della spending per guardare al futuro con maggiore fiducia, con un minimo di responsabilità e di ottimismo. E per merito del renzismo, della generazione dei giovani, la consapevolezza che d’ora in avanti bisogna puntare al merito, appunto. Chi ha merito ottiene e chi non lo ha sta a casa. Il merito è il marito e la spending sua diletta sposa. Insieme formano una coppia formidabile. Si taglia – attraverso la spending – l’inutile (e quindi il demerito) e si dà forza all’utile (al funzionario, all’ente, al ministero che merita). Da qui il regime che si sta instaurando di meritocrazia.Continue reading

Donna uccisa in ospedale: è la Potenza dell’omertà

L’AZIENDA SANITARIA: “SOSPESO IL CARDIOCHIRURGO, STIAMO VALUTANDO LA POSIZIONE DEL PRIMARIO”. VIAGGIO IN UN REGNO DI SILENZIO E FAMILISMO

Potenza è la città silente. Non vede e non sente. Al massimo spettegola. “Ha la sfortuna di essere piccola ma da capoluogo di Regione dover gestire risorse importanti. Ne consegue che ogni provvedimento è costruito attraverso passaggi burocratici che hanno il sapore di riunioni di famiglia. Suocero e nuora, marito e moglie, papà e figlia o figlio o nipote. I nomi si rincorrono e sono uguali. La contiguità produce vizi”, dice il procuratore della Corte dei conti Michele Oricchio.

“Ho lasciato ammazzare una persona”
L’ultimo dei quali è all’ordine del giorno: la confessione rapita da un medico a un altro sulle tecniche di copertura della malasanità. Una paziente in sala operatoria che muore durante una travagliata e all’apparenza assai negligente operazione di cardiochirurgia. Lui vede ma non parla, non denuncia: “Ho lasciato ammazzare deliberatamente una persona. Non parlo altrimenti mi cacciano… però tengo il primario (coautore dell’operazione) per i coglioni”.Continue reading

Parola di medico: l’abbiamo uccisa

LA CONFESSIONE DI UN CHIRURGO DEL SAN CARLO DI POTENZA: “SONO RESPONSABILE DELLA MORTE DI UNA PAZIENTE, DOVREI DENUNCIARE IL PRIMARIO, MA HA AMICIZIE POLITICHE”. LO SCANDALO VIENE ALLA LUCE DOPO UN ANNO DI SILENZI E OMERTÀ


Ho lasciato ammazzare deliberatamente una persona… sono responsabile della morte di quella persona… dovrei andare ad autodenunciarmi, però verrei licenziato… il primario ha amicizie, coperture politiche, io no”. È l’inverno del 2013, due medici rievocano un intervento di cardiochirurgia andato male il 23 maggio di quell’anno nella sala operatoria dell’ospedale San Carlo di Potenza, 750 posti letti e centro di riferimento sanitario dell’intera Basilicata. L’uno ascolta, consola e registra. L’altro si dispera, si dispiace, si autoaccusa. “Ho un cruccio, non riesco a dormire…”.Continue reading

Docu-serie, Alfabeto-Alla radice del lavoro: ‘F’ come ‘Felicità’

Chi odia, chi ama, chi cammina a testa alta, chi invece avanza a testa bassa. Chi ha nelle mani l’unico suo capitale, mani sporche di sudore, di fatica, mani dignitose e mani pulite. Chi ha solo lacrime e chi sorride sempre. Chi ruba e chi resiste. L’Italia attraverso l’Alfabeto – Alla radice del lavoro. La settima delle sette puntate parte dalla lettera ‘F’ come ‘Felicità’. Ultima puntata dellla nuova docu-serie di Antonello Caporale e Toni Trupia

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Docu-serie, Alfabeto-Alla radice del lavoro: ‘L’ come ‘Lusso’

Chi odia, chi ama, chi cammina a testa alta, chi invece avanza a testa bassa. Chi ha nelle mani l’unico suo capitale, mani sporche di sudore, di fatica, mani dignitose e mani pulite. Chi ha solo lacrime e chi sorride sempre. Chi ruba e chi resiste. L’Italia attraverso l’Alfabeto – Alla radice del lavoro. La sesta delle sette puntate parte dalla lettera ‘L’ come ‘Lusso’. Ogni mercoledì seguiteci alle 13,00su ilfattoquotidiano.it con la nuova docu-serie di Antonello Caporale e Toni Trupia

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Docu-serie, Alfabeto-Alla radice del lavoro: ‘T’ come ‘Terra’

Chi odia, chi ama, chi cammina a testa alta, chi invece avanza a testa bassa. Chi ha nelle mani l’unico suo capitale, mani sporche di sudore, di fatica, mani dignitose e mani pulite. Chi ha solo lacrime e chi sorride sempre. Chi ruba e chi resiste. L’Italia attraverso l’Alfabeto – Alla radice del lavoro. La quinta delle sette puntate parte dalla lettera ‘T’ come ‘Terra’. Ogni mercoledì seguiteci alle 13,00su ilfattoquotidiano.it con la nuova docu-serie di Antonello Caporale e Toni Trupia

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Sergio Zavoli: “È un disastro, ma io sono stanco e malato…”

È il bastone a disturbare il passo di Sergio Zavoli, a tenergli impegnate le mani e a consegnare i pensieri all’età. “Non sto bene, dovrei operarmi. Ma i medici nicchiano, mi consigliano cure palliative, mi spiegano che dovrei dedicarmi alla fisioterapia. Li comprendo, la medicina contempla il rischio ma non l’azzardo. E forse quest’operazione è un azzardo”.
Lei è uno straordinario novantenne.
Sto rileggendo delle lettere di gioventù, scritte da me. Non le ricordavo, non le riconosco, non mi rappresentano più. Sono un’altra persona, ho un’altra vita, e altri incredibili difetti.
Mi ha colpito la sua mano alzata insieme alla maggioranza del Senato per decretarne la fine e approvare un pasticcio più che una riforma… Lei, il senatore eletto più anziano, maestro di giornalismo, potrebbe dire una parola, sentirsi libero di esprimerla. Invece tace.Continue reading

Fausto Bertinotti: “Le feste mi hanno rovinato, la sinistra ora ha 5 stelle”

Al momento dei saluti dico a Fausto Bertinotti: Matteo Renzi, ammesso che le legga, trasformerà le sue parole in chewingum. “Ho le mie responsabilità e ne sopporto il peso. Parlo da vinto, da commentatore, da chi ha consumato il suo impegno politico. Mica ho da domandare”.
Quanti errori però.
Uno più di tutti mi brucia: non essermi reso conto che alcuni miei comportamenti potessero essere scambiati per commistione con un ceto simigliante a una casta.
Le feste a cui partecipava col sorriso comunista, i capitalisti che frequentava, e quella comunione con volti particolarmente aderenti all’opposto vagheggiato. Un ossimoro più che un compagno.
Pensavo che la mia vita, la mia giovinezza, la mia storia familiare, il mio lavoro di operaio, le lotte a cui ho partecipato potessero immunizzarmi. Ero così tanto distante da quel mondo e ritenevo che nessuno potesse trafugare il mio volto e cambiargli colore.
Anche il cachemire ha fatto la sua parte.Continue reading

Docu-serie, Alfabeto: ‘C’ come Coraggio

Chi odia, chi ama, chi cammina a testa alta, chi invece avanza a testa bassa. Chi ha nelle mani l’unico suo capitale, mani sporche di sudore, di fatica, mani dignitose e mani pulite. Chi ha solo lacrime e chi sorride sempre. Chi ruba e chi resiste. L’Italia attraverso l’Alfabeto – Alla radice del lavoro. La quarta delle sette puntate parte dalla lettera ‘C’ come ‘Coraggio’. Ogni mercoledì seguiteci alle 13,00su ilfattoquotidiano.it con la nuova docu-serie di Antonello Caporale e Toni Trupia[youtube https://www.youtube.com/watch?v=Rx71uMtnMI4?rel=0]