Ma i franchi tiratori sono pronti a sparare al lupo marsicano

SESSANTA RENZIANI BASTANO E AVANZANO PER BLOCCARE L’ELEZIONE AL COLLE DELL’EX SINDACALISTA E TRA I DEMOCRATICI NON SONO GLI UNICI A DISSENTIRE


Non sono franchi, ma santi tiratori. I corpi immobili che ieri dondolavano nel Transatlantico in attesa di conoscere chi diavolo votare, su quale faccina mettere la croce, oggi trasformeranno la matita in freccia e inizieranno il tiro al bersaglio contro Franco Marini, vittima – forse inconsapevole – di una ribellione imprevedibile in queste dimensioni che forse lo trasformerà da annunciato Papa in cardinale. Candidato di bandiera, bruciato e poi dimenticato. Forse. Se la dissidenza nel Pd superasse i 54 grandi elettori (solo i renziani sono una sessantina) Marini non potrà essere eletto nei primi tre scrutini. Non è tanto e non è solo Matteo Renzi, che pure conta nel Pd qualche grande elettore, ad aver innescato la più potente e schierata falange di contrari, di coloro che a viso aperto diranno no e no. Sotto la cenere covava il sentimento e il risentimento, la voglia di rompere le righe e il desiderio di affermare una novità. Che è anche questione anagrafica. “Il Parlamento non è più quello che ricorda Bersani. Ho 47 anni e sono nella media dell’età, ma quando stamane ho incontrato un signore anziano (che poi ho riconosciuto come mio collega) mi è venuto da pensare a lui come a uno dello scorso secolo, di una storia passata e finita. In aula diremo tanti no, e li diremo ad alta voce. Io voterò Bonino”, annuncia Ivan Scalfarotto. Ecco la conversione antropologica del franco tiratore, omino nascosto dietro la segretezza del voto, potente velato, tiratore per scelta cinica non per amor di patria.Continue reading

Mauro Corona: la salvezza è nella terra, riprendiamo la zappa

L’ALPINISTA, SCULTORE E SCRITTORE INGANNA LA CRISI ECONOMICA COLTIVANDO FRUTTA E VERDURE. CONSIGLIA DI RISCOPRIRE IL NECESSARIO PER ELIMINARE IL SUPERFLUO E LE PAURE DEL TEMPO
Nell’incrocio tra un barbaro, un alpinista e un poeta si sviluppa il corpo e si modella il pensiero di Mauro Corona. Ha spaccato pietre e usato le parole per raccontarle. Il martello nell’inchiostro. Dunque scrittore a sua insaputa. Guarda dall’alto in basso gli umani, che forse un po’ gli fanno schifo, e il mondo, che forse un po’ lo rattrista. Si gode lo spettacolo dalla parete di una montagna, una roccia chiamata Erto, paese di 400 abitanti collegato a Longarone con il bus e all’Italia dalla tragedia del Vajont. “Grazie ai morti del Vajont siamo italiani. È la disgrazia che ci ha fatto riconoscere. Le televisioni e i giornalisti e le autorità sono giunte a Longarone, mai nella mia Erto che infatti va in malora senza che un cristo (un ministro, un deputato, un potente semplice) faccia un colpo di tosse, una telefonata per chiedere come va. Gli risponderei che serve della ghiaia, serve riparare una strada perché d’inverno tutto smotta e noi rimaniamo isolati, celati alla vista e anche al pronto soccorso, a un medico che ci aiuti, un tabaccaio che apra per noi, un postino che ci faccia imbucare le lettere”. Noi in città ci disperiamo per la recessione economica, lassù lei sta peggio. “Peggio un cavolo! Al netto delle peripezie che tocca fare perché la montagna richiede sacrifici, le rispondo: una favola. Coltivo verze, cavolfiori, patate (le patate sono decisive per vivere). E susine, ciliegie, mele, pere. Toccherà anche a lei imparare a zappare. Il nostro futuro è nella terra: a ogni cosa si può rinunciare tranne che a soddisfare la fame. Quindi, niente paura: una zappa ci salverà”.Continue reading

Botte da orbi: Renzi e Bersani tornano a spaccare i democratici

IL SINDACO: “IL PARTITO MI PUGNALA: ESCLUSO DA GRANDE ELETTORE PER IL COLLE DOPO UNA TELEFONATA DA ROMA” IL SEGRETARIO: “NON SONO STATO IO, CHIEDI A TELECOM”
Il candore di una banale constatazione, confessata qualche giorno fa da Matteo Renzi in trattoria, “più passa il tempo e più mi brucio”, produce in Pier Luigi Bersani il sentimento esausto per le “quotidiane molestie” di cui si sente vittima. Qui è il punto, e da qui si parta per raccontare l’ultima, feroce divisione tra i due blocchi. Il Pd oggi è allo strazio e piange il suo telefono interno. La questione telefonica (su chi abbia bloccato con la cornetta la nomina di Renzi a grande elettore toscano nel prossimo voto per il presidente della Repubblica) ha ieri ricondotto al ruolo di “m o l estatore” il giovane Matteo, alter ego di Pier Luigi, anzi il futuro prossimo del Pd, suo leader ombra. Continue reading

Bill Emmott “Dalla politica alla chiesa, l’Italia è al collasso”

LO STORICO DIRETTORE DELL’ECONOMIST: “DEL VOSTRO PAESE RESTA SOLO IL CORPO SCHELETRICO, RIDOTTO ALLA FAME. IL VOTO A BEPPE GRILLO NON È ALTRO CHE UN RANTOLO DI FINE CORSA”
Se state annegando in una crisi che definite senza precedenti è perchè gli argini della società civile non hanno retto. In Italia si è verificato un collasso di tutti gli organi vitali della comunità: prima la politica certo. Ma poi la Chiesa, poi la famiglia, infine l’informazione. Un birillo caduto sull’altro, un effetto domino disastroso. Non c’è istituzione salva, integra, degna. Alla fine, del vostro Paese resta il corpo scheletrito, ridotto alla fame. Lo scuoti ma non ricevi segnali di vita. Lo osservi e lo trovi immobile, insensibile a qualunque sollecitazione. Il voto a Beppe Grillo non è altro che un sussulto, un rantolo di fine corsa, un moto di rabbia e impotenza insieme”.Continue reading

L’Aquila: la città inutile in lotta con i suoi fantasmi

Fantasmi sotto i portici, solo le ombre riempiono le strade de L’Aquila, la città inutile. Domani saranno quattro gli anni che ci separano da quella frustata, la scossa che sommerse di pietre 309 persone. Sono gli anni della nostra ultima vergogna, che raccontano la cattiva coscienza degli italiani e anche perché tacerlo? la disposizione spesso supina degli aquilani ad accogliere tra le braccia ogni scempio, e ritrovarsi disperati dopo che i soldi hanno imbiancato le strade come fiocchi di neve del Gran Sasso.
Arrivo a Preturo e guardo l’aeroporto, la pista che doveva dare all’Aquila ferita ali nuove, per tornare a volare. Ci è atterrato Berlusconi quando era presidente muratore, poi, raccontano, una volta l’imprenditore Barilla e infine il nulla. Erbacce al costo di una ventina di milioni di euro. Preturo ha davanti L’Aquila e lei guarda il Gran Sasso. Sta facendo i conti con i soldi che non arrivano, che si perdono nelle promesse, oppure che ci sono ma non bastano. I soldi sembrano averla affamata, resa astiosa, incredula che, dopo l’interminabile show mediatico di cui è stata protagonista. Ora nessuno bada più alla sua condizione. Non un rigo sui giornali, un minuetto in televisione, una dichiarazione alle agenzie di stampa. “Se l’Italia ci ha dimenticati, ammaineremo la bandiera dal municipio, cacceremo perfino il Prefetto se ci toccherà farlo, rammenteremo a tutti la nostra dignità”. Sante parole quelle del sindaco Cialente che rivendica il diritto alla memoria, alla solidarietà e soprattutto alla ricostruzione.Continue reading

Democrazia diretta? I Cinque Stelle leggano Aristotele

LA GRECISTA EVA CANTARELLA E LA POLITICA DI OGGI: “I NOSTRI RAPPRESENTANTI NON HANNO PIÙ PAROLE PERCHÉ NON HANNO IDEE: SFOGLINO L ’ODISSEA, FAREBBE BENE A TUTTI”


Manca l’impegno, l’approfondimento, l’applicazione quotidiana. Manca lo studio, dilaga l’ignoranza. “La politica non ha più parole perché non possiede idee. Che nascono se si dispone al pensiero, allo studio sistematico, alla fatica. Secondo lei hanno mai letto Omero?”. Eva Cantarella è una grecista di fama internazionale, i suoi libri, i suoi studi sul diritto romano e la Grecia antica sono noti in tutto il mondo, e si inquieta all’idea dei senza idee. Professoressa, almeno cento sui mille del Parlamento avranno letto, altri cento avranno solo sfogliato il suo libro preferito. “Non chiedo di leggere tutta l’Odissea , che pure è uno strepitoso libro sulla vita, sull’esistenza, un viaggio alla ricerca di se stessi mescolato alla potenza della fantasia. Almeno lo tenessero sul comodino e lo sfogliassero qualche volta. E lo alternassero con un volume fondamentale di John Rawls: La teoria della giustizia. Basterebbero solo alcuni passi per capire di più il mondo e persino il nostro tempo”.Continue reading

Remo Bodei “Schiavi della precarietà, serve ministro del futuro”

IL FILOSOFO CON SGUARDO AMERICANO PROPONE UNA FORMULA MAGICA E MAI VISTA PRIMA: “SIAMO INCHIODATI ALL ’ISTANTE PER VEDERE I PROCESSI A LUNGO TERMINE E NON ACCAPIGLIARSI”


In una società senza più passioni tocca bussare alla porta del filosofo Remo Bodei, cultore dell’idealismo. Guarda l’Italia con occhi quasi americani (insegna alla Ucla in California). Sorvola spesso l’oceano che lo riporta a Pisa dove ha studiato, prima allievo poi docente alla Normale. Siamo naufraghi in questo mare agitato, professore. “Lottare con le onde alte è la condizione del disperato, infatti affogano i migranti, chi è debole e la sua vita è precaria. Questo tempo ci consegna anzitutto questa parola: precarietà. E non solo o non tanto nel senso dell’etimo. Deriva da prex , precis, dunque preghiera, supplica. Ma la precatio vitae è certo e soprattutto il tragitto umano verso l’ignoto: il bimbo che nasce e avanza verso tappe sconosciute offre l’immagine della nostra esistenza”.Continue reading

Il pallottoliere di re Giorgio e i fulmini del signor spread

“Non risolutivo”. Sta in questa negazione, che ricorre come fosse biada per un cavallo affamato, il buio che sembra ingoiare l’Italia. L’incontro al Quirinale tra il presidente della Repubblica e il premier incaricato è stato lungo, si suppone non facile ma assolutamente non risolutivo. E Pier Luigi Bersani, che non ha ricevuto un mandato a costituire un governo non ha nemmeno rinunciato a quel mandato. Non vivo, non morto. Un occhietto aperto e uno chiuso. Si sa che il Pd dice per ora no al Pdl e si sa che il Movimento 5 Stelle dice no al Pd. Ma, anche in questo caso, non è chiaro né certo se sia un no definitivo o provvisorio, se duri un giorno o una vita.Continue reading

Raffaele La Capria “Infelici e smisurati ecco il precipizio”

LO SCRITTORE CLASSE 1922: “IN ITALIA SI È PERSO IL SENSO DELLE COSE. LA POVERTA DI MASSA È FRUTTO DEI TROPPI PRIVILEGI E DELLE DISEGUAGLIANZE: NON CI ORGANIZZIAMO PER IL BENE COMUNE”


Un fato ci sovrasta e ci rende irriconoscibili e ci fa vivere una delle peggiori pene umane: sapere benissimo le cose che ci portano alla rovina e non avere alcun potere per evitarle. Come analisti dei nostri difetti siamo i migliori, Freud ci fa un baffo. Spietata ma inutile diagnostica. Non ce la facciamo a redimerci, è colpa di un diavoletto che ci conduce all’infelicità anche quando potremmo fuggirla. Abbiamo dato al mondo il senso della bellezza e adesso viviamo immersi nell’orrido quotidiano”. Raffaele La Capria usa ago e filo per illustrare i nostri malanni.
È CLASSE 1922: una roccia. Ha visto e descritto l’Italia devastata e ricostruita, il fascismo e la democrazia, la monarchia e la Repubblica. “Siamo destinati a una vita sregolata, succubi della dismisura, il principio base delle nostre nefandezze. Sorvoliamo sulla logica, sulla banalità quotidiana, sull’illustrazione piana delle cose che si devono fare e di quelle che non si devono fare. Il partito della dismisura, di cui siamo ferventi militanti, ci ha condotto al precipizio. Io guardo da qui, da questa poltrona e mi dico: ma è possibile tutto questo?”. Continue reading

Tra golpe, voto, colle e rughe

BERLUSCONI FA CAMPAGNA ELETTORALE CON L’IMU E VUOLE UNO DEI SUOI AL QUIRINALE
Il budello della metropolitana mi conduce dentro il popolo di Silvio, stretto tra Terenzio, commerciante di Lucca, sua moglie Linda, in festoso girovita tricolore e Paolo, avvocato romano molto arrabbiato. Sessantenni, nonni preoccupati e se non ci fosse Lui addirittura disperati. “Dobbiamo tutto a Lui, scrivi maiuscola, e siamo tutti con Lui e si vede e non ci potete fermare perché siamo tantissimi”. Tantissimi, è vero. Popolo attempato, del resto una ventina d’anni è passata dalle prime prove di piazza. Anche la deputazione parlamentare mostra un filo di rughe d’esperienza.Continue reading