Monsignor Pierro, è fondato il sospetto che nella Chiesa salernitana da lei guidata girino troppi soldi. Troppe denunce, troppi interventi della Procura della Repubblica.
Sono d’accordo con Lei. E’ il danaro alla base di tanta disgregazione e delle vicende giudiziarie in corso. Purtroppo, all’origine di certi fenomeni c’è la mancanza di autentica vita spirituale, propria di ogni presbitero degno di questo nome.
Ci sarà pure una causa di una crisi così grave e ripetuta negli anni.
La crisi di cui Lei parla è crisi di valori. Una crisi profonda che, riguardando tutta la società non ha risparmiato la Chiesa salernitana. La causa di tanta e tale tensione va ricercata nell’allontanamento dal Messagggio di Cristo da parte di qualche ecclesiastico e nella smodata ricerca di beni materiali. Ho fiducia nella indagine in corso della Magistratura, che accerterà, finalmente, ogni responsabilità portando allo scoperto strategie calunniose e strumentali.
Il Vescovo guida la Chiesa particolare (cap. IV dell’Apostolorum Successores). Sente su di sé la responsabilità di tale guida? Ha mai pensato di rimettere nelle mani superiori il suo mandato?
Avverto tutta la responsabilità del mio ministero. Ed è per questo che finora ho taciuto. Non ho mai pensato di rimettere in mani superiori il mio mandato. Non temo censure penali; sono la vittima di disdicevoli congiure. La Giustizia non potrà che conclamare la correttezza del mio operato. Le superiori Gerarchie – con la prudenza e la perspicacia proprie – anche recentissimamente mi hanno confermato solidarietà. La Congregazione del Clero il 20 giugno 2008 ha respinto il ricorso dell’ex Presidente dell’Istituto Interdiocesano per il Sostentamento del Clero per mancanza delle cause gravi di cui al can. 1736 par. 2.
Ritiene opportuno aver trasmesso ai parroci dell’Arcidiocesi una lettera nella quale garantisce innocenza? Ritiene opportuno aver richiesto la lettura pubblica di tale missiva?
Avere trasmesso ai Parroci dell’Arcidiocesi una lettera di chiarimento non è stato un atto opportuno, ma doveroso. I miei confratelli avevano il diritto di sapere.
Come difende, o come difenderebbe, i suoi confratelli indagati per gravi reati? Lei ha svolto con perizia e puntualità i controlli sugli atti amministrativi?
Saranno gli avvocati a suggerire le linee di difesa ai sacerdoti indagati. Io, anche sul piano amministrativo, ho svolto funzioni di controllo. Non sono un tecnico, però.
La Chiesa salernitana si può definire Chiesa dei poveri?
La Chiesa è sempre dei poveri e per i poveri. Al di fuori di questa concezione, c’è perversione e abbrutimento.
In tutta sincerità, nella sincerità cioè che sente di poter esprimere in pubblico, può elencare un errore compiuto che, col senno del poi, non rifarebbe? I suoi collaboratori hanno meritato la sua fiducia? E, se sì, continuano a meritarla?
Un errore? Forse sì. Ho avuto fiducia anche in chi tale fiducia non meritava.
(da Repubblica del 26 giugno 2008)