Il torero di Girifalco

«Sono come quei toreri incoscienti. Tutti sanno che non l’avrò vinta, guardano l’ora e in paese aspettano che il toro si scateni e mi infilzi». E’ il vento che ha inguaiato Salvatore Tolone. E’ il vento che oggi lo fa vivere fuori casa, consegnato alla paura e all’idea che quelli lì lo possano far fuori per davvero: «In Calabria può capitare che ti sparino perché intralci, ostruisci, “deludi” le loro aspettative… Ma ancora non ho paura…”.
Il vento di Girifalco, tra Crotone e Lamezia Terme, soffia forte e, quel che più conta, soffia per molti mesi all’anno. Le colline lo incanalano nelle vallate, i costoni lo bloccano fino a sequestrarlo. E’ vento buono per un grande parco eolico, il business energetico di questi anni.
La vita di Tolone, che insegna all’università di Napoli, resta inchiodata al paese natìo, il grumo di case dominato dalle ‘ndrine più violente della regione. La sua vita cambia quando anche i suoi terreni risultano ghiotti per far girare le pale immense, gli uccelli d’acciaio che produrranno energia.
In paese del parco si inizia a parlare nel 2005 quando una società di Reggio Emilia, la Brulli Energia, presenta il progetto per la realizzazione di sedici torri della potenza di due megawatt ciascuna. La Brulli, precisiamolo subito, è un’azienda tecnicamente affidabile, solida finanziariamente e con decine di realizzazioni in Italia. Però a Girifalco le cose non vanno come dovrebbero. Il progetto viene approvato il 2006 dal consiglio comunale (delibera n.13 del 24 marzo). Quindi il mese successivo, il 12 aprile, è firmata la convenzione con la società. Ma le parole utilizzate per illustrare il piano d’opera hanno subito misurato una certa distanza con gli intendimenti reali: infatti nel testo della convenzione il parco eolico, progettato per produrre 32 megawatt di energia, cambia passo e la produzione punta a 44 megawatt. Le sedici torri proposte e approvate divengono dunque ventidue.
Tolone ha estese proprietà e si accorge di un errore che nessuno, né i tecnici della società promotrice né quelli del comune, aveva avuto modo di notare. Più che errore si potrebbe dire, a voler essere maliziosi, un nitido falso. Le mappe catastali sulle quale sono state individuate le torri risultano alterate nella scala di rappresentazione: 1:2500 invece che 1:2000. Scala più ampia e distanze allungate. Ma soprattutto sbianchettate, alleggerite dal panorama ottanta abitazioni, e ridisegnate le distanze minime necessarie per realizzare quelle torri così alte in modo da rispettare i limiti di legge: non meno di 500 metri devono separare una casa da una torre. Ottanta case c’erano e non ci sono. Le distanze inghiottite nel nulla. Rese inesistenti. «Per errore», ammetteranno al comune.
Tolone, forte della scoperta, e prima che scadano i termini per le osservazioni e le deduzioni, invia il 28 aprile del 2007 al settore Tutela dell’Ambiente della Provincia di Catanzaro le sue prove e le sue contestazione. Ricorso ricevuto e protocollato (prot. n. 31328/07). Passa un mese e poco più. 7 giugno 2007: il giovane docente dopo aver presentato un libro a Reggio Calabria si dirige con la sua auto a Lamezia Terme. La parcheggia proprio di fronte alla caserma dei carabinieri. Gli sembra sia meglio custodita. Si avvia alla stazione ferroviaria e sale sul treno per Napoli. Alle sei del mattino del giorno seguente i carabinieri di Lamezia gli comunicano che l’auto è deflagrata. La bomba, lato autista, è esplosa nella notte. La bomba, dunque. Primo avvertimento.
Ma Tolone si sente torero e continua a sfidare il toro… Entra in Procura, a Catanzaro, il 17 luglio del 2007 e denuncia ogni cosa: le mappe alterate, le stranezze evidenti, le cointeressenze inquietanti. Tempo quindici giorni e si accorgerà che le sue inquietudini non sono terminate perché la Regione Calabria l’8 agosto 2007 (decreto 11928) autorizza il parco eolico visto che ogni cosa è al suo posto e considerato «che non sono pervenute osservazioni da parte dei soggetti interessati». Non sono pervenute osservazioni? E la sua del 28 aprile cos’era? C’era appunto scritto osservazioni. Aveva dedotto, provandolo, che le mappe erano false. Non era una osservazione utile?
Tolone inizia a capire come gira il vento a Girifalco. E soprattutto dove esso giri. Le ruspe cominciano ad invadergli il terreno in modo abusivo; vengono incanalate le acque in modo che la sua proprietà si allaghi; vengono apposti picchetti annunciando il futuro prossimo. Lui ogni volta corre dai carabinieri e sporge querela. Un giorno lo fermano e gli dicono: «Mettiti d’accordo, prendi i soldi e falla finita».
Il nostro torero si dirige in procura per capire e domandare che fine abbia fatto il suo esposto. Bussa alla porta dell’archivio. La sua denuncia, il vento che gira contro le leggi, le case sbianchettate, le distanze annullate, i progetti alterati, non ha avuto seguito. Procedimento n. 2252/2007 destinato alla morte anticipata: al famigerato modello 45. Archiviazione. La Procura ha avrà avuto sicuramente buoni motivi per fare questa scelta, ma Tolone decide che non è giunto il momento di fermarsi. Si convince che non è giusto scappare. Certo, gli hanno appena incendiato il trattore, è il secondo avvertimento. In genere al terzo ti sparano. Ritorna a Catanzaro e chiede in Procura di riavere copia delle sue carte. Non gliele danno. Anzi, quel fascicolo, apparso morto, torna in vita e viene affidato a un Pm della direzione distrettuale antimafia.
I mesi però passano invano. Tutto il 2008 se ne va senza che che foglia si muova. E così il 2009. Le pale si alzano lentamente. Sono dodici quelle finora realizzate. Ma il 4 marzo scorso uno di quei grandi uccelli d’acciaio, la torre B1, prende fuoco. Incendio doloso, chiaro indizio che gli appetiti non sono stati sfamati a dovere.
La ‘ndrangheta, che ha già presentato il conto, non è abituata ad avvertire più di una volta. In questo caso siamo già a due avvertimenti. «So che al terzo non c’è scampo: mi spareranno». Il professor Tolone, liberale di buona famiglia, bibliofilo e giramondo, oggi torero di Girifalco, aspetta. E ancora spera che qualcuno si accorga di lui e del vento assassino.
(ha collaborato Giuseppe Baldessarro)

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16 Comments

  1. Questo Signore farebbe bene a spiegare perche’ ha rubato i soldi alla famiglia Ziparo Vincenzo deceduto in Agosto. Perche’ non restituisce i 70 0000 euro di cui si e’ impossessato non le restituisce alla povera moglie gravemente ammalata? Dai dimostra la tua generosita’ “Torero” e la tua umilta’, hai venduto anche il motocarro ape intestato al Sign Ziparo , ma almeno restituisci quello che non ti appartiene. I tuoi paesani potrebbero ringraziarti

  2. perchè il prof.tolone non restituisce i circa 70000euro agli eredi di ziparo vincenzo deceduto il 25/8/2010 che gli sono stati regalati e di cui dovrà rispondere in tribunale. lui che è amante della libertà e non dei beni materiali lo dimostri.a me chi è massone mi puzza mi puzza e mipuzza

  3. Chi abita a Reggio Calabria si sente chiedere spesso <>
    Giustissima domanda.
    Rispondo per me, non sono campanilista, perciò, come dire, non ho una scusa “sentimentale”, o nostalgica. La città, un tempo, dolente ma bella, coi soui lastricati di pietra, le vie non molto ampie, le facciate di palazzi antichi a testimoniare un bel vissuto; gli alberi, i giardini, i punti di raccolta per tanti giovani che facevano politica scendendo in piazza, con i loro colori e la voglia di trasformare una mentalità antica, anchilosata su antiche tradizioni…La città, dicevo,è trasformata nella sua “apparenza”; l’illusione di una più facile percorribilità cittadina, con apertura di strade più larghe ma ,ahimè più intasate che mai; la “crescita” spropositata di fontane, zampillanti acque al vento; la chiusura di alcune antiche librerie; la totale assenza di verde, se si esclude qualche viale alberato(due,veramente. Il viale Galileo Galilei e il viale Amendola), la via marina e la villa comunale(un tempo vi erano stati insediati degli uccelli, fra cui una coppia di cigni, delle anatre, un pavone, mi sembra. Poi la vasca con i pesci; una coppia di leoni tristi e stanchi-non ci sono più da un pezzo- e prima ancora delle scimmie o una scimmia, non so bene. So solo che se un tipo appariva un po, come dire strano? Si commentava di lui “Pari a cocò ‘ra villa”(scusate il mio dialetto, spero si scriva così, comunque significa “assomiglia a cocò della villa). Cosa c’è di più o di bello da dire , ho paura di non essere la persona più qualificata per farne apprezzamenti, o dilungarmi sulla sua storia e i suoi eroi e le sue innumerevoli canaglie. Scusatemi. Però, ecco, ritornando a quella domanda <> voglio dirlo, io non me ne andrò. Cioè, uscirò dalla città e dalla Calabria tante volte, così come ho fatto in passato e farò, spero, in futuro; ma non andrò via da Reggio Calabria, diverrei una denigratrice illegittima.Invece rimango, mi arrabbio, e molto, voglio contribuire alla trasformazione culturale della mia città. Cerco contatti, allestico le loro mostre, propongo i loro libri, film. lavoro senza assoggettarmi a logiche clientelari e mafiose, non chiedo raccomandozioni, non mi lamento, lotto; faccio sacrifici e li pago con una vita senza optional. Voglio internet per comunicare ? Faccio sacrifici su vestiario e arredamento. Voglio comprare libri e giornali? Non vado in pizzeria nè al cinema.
    Io vivo a Reggio Calabria dove ci sono tante persone in gamba, veramente in gamba. E dico a tutti coloro che non conoscono la Calabria, pensate che l’esercito possa cambiare una mentalità? No, siete voi che potete farlo, venendo in Calabria e chiedendo con la vostra presenza, servizi e conoscenza e storia e bellezza e divertimenti e natura e comfort e educazione civica e legalità e……………sempre che voi siate in possesso di quei requisiti fondamentali: conoscenza, educazione civica, legalità, propensione all’accoglienza, solidarietà……………..altrimenti, non si potrà fare altro che dire di voi <>,
    con buona pace di tutti coloro che gattopardescamente vogliono, apparentemente, cambiare qualcosa affinchè, paradossalmente, tutto resti uguale.

  4. Come da copione: gettano pubblicamente discredito su chi li combatte affinchè l’opinione pubblica li abbandoni a se stessi e alla loro ignobile vendetta.
    Ma oramai questo gioco lo conosciamo, e serve soltanto a darci conferma della bontà e della trasparenza di colui che cercano di screditare.
    E’ una delle loro inequivocabili impronte, quelle che oramai lasciano dovunque, non solo a Girifalco, non solo in Calabria.
    E’ piena l’Italia, da nord a sud, le caserme, le questure, le procure, i Comuni, gli ospedali.
    Una metastasi.
    L’unico posto dove si fa’ fatica ad incontrarli sono le carceri, ahimè…!
    Fortunatamente c’è ancora chi si indigna, chi ne parla e chi, come il professor Tolone Azzariti, denuncia e combatte!!
    Siamo tutti con te, Salvatore, perchè tu sei un eroe.
    E loro sono dei vigliacchi, dei falliti.

  5. Il signor Tolone non è un eroe, è un cittadino onesto.
    Questa storia non infonde senso di sconforto, ma mette di bonumore perché penso che difficilmente il signor Tolone si tirerà indietro proprio perché non si tratta di ‘delinquenza paesana’.
    Lui è un audace.
    Ho la sensazione che qualcuno stia cercando di screditare – con poco successo- il signor Tolone.
    Ne deduco che il signor Tolone stia davvero disturbando qualcuno e non intendo né la malavita locale né la ‘delinquenza paesana’. Qualcuno, ma è solo la mia ingenua impressione, sembra voglia delegittimare le sue parole e le sue azioni.
    A questi Signori, vorrei dire che non tutti siamo sporchi, non tutti siamo marci e non tutti siamo pronti ad accettare il compromesso.
    È difficile comprendere tutto ciò da parte di chi si arricchisce con l’inganno e non con il merito.
    È complicato da comprendere da parte di chi pensa che ogni cosa sia giustificabile perché si è sempre agito così, perché tutti fanno così e perché sembra non esista altro modo che quello di infrangere le regole.
    C’è qualcuno che tenta di diffamare il signor Tolone e che prova a distruggere – inutilmente – la sua credibilità.
    Lui ci ha messo faccia, nome e cognome.
    Vediamo chi è capace di fare la stessa cosa tra i buoni, i cattivi.
    E gli ignavi.

  6. Ti seguo su ogni link mio fratello Scozzese, come seguivo le tue lezioni da matricola, e vorrei tanto appena a Napoli o in Calabria riuscire a sentire di nuovo la tua voce e rivederti e abbracciarti forte. Vorrei incontrarti sereno, non so se lo sei in questo periodo, vorrei parlarti del tuo ultimo libro, ne ho acquistato una copia…
    Vedo anche i maldestri e ridicoli tentativi di questi esseri striscianti che combatti di infangarti, di infangare la tua battaglia, i valori che difendi: la Legge, il Diritto, e questi uomini dediti all’accattonaggio del sottobosco politico parlano di retropensiero senza dire nulla di concreto! Certo che sarebbe comodo per costoro: un calabrese che si piega, che s’accomoda, che si “aggiusta” come sono abituati questi branchi di pecoroni, che si gira dall’altra parte, un calabresuccio che finge chissachè e fa baccano per mera furbizia…un calabresuccio medio insomma, o un italianuccio medio se vogliamo. Come prescrive lo spartito odierno, vero lombrichi?
    Ma tutti sappiamo che non è così, lo sappiamo dai paesi vicini e lo sanno tutti anche i non-lombrichi a Girifalco, per fortuna che non viviamo a Pechino e conosciamo tutti i fatti e soprattutto le persone, quelle perbene come te e quelle notoriamente criminali come quest’accozzaglia di delinquenti e di lacchè che hai stanato carte alla mano. Ce ne fosse stato uno a denunciarti pubblicamente ed alle autorità giudiziarie, per filo e per segno, sempre carte alla mano, di aver detto falsità! No. Tentano di propalare sospetti ridicoli e già sputtanati nel metodo prima ancora di essere letti: i vari rocco cristofaro (per chi non lo sapesse è come dire John Smith a New York, un apocrifo per nascondersi da anonimo) i vari antonio…Che mandino le carte che ti sbugiardano ad Antonello Caporale, che ci vuole a sputtanare la tua presunta bugia o il retropensiero? anche da anonimo vigliacco, ma che le mandino! Tu mostri mappe e falsi chiarissimi, avrai i verbali delle bombe e degli incendi, delle devastazioni dei terreni, e loro trebbiano parole e mietono chiacchiere! I loro colleghi siciliani direbbero “sugnu nuddu mbischiatu cu nenti”. Facile vero scrivere e nascondersi? Sappiate una cosa, c’è un’intera nazione che ha seguito questa storia, e non è una nazione di sciocchi, tranne che per le tribù di leccaculo dell’amministrazione e vicini come siete voi conoscono la persona con cui si ha a che fare, da sempre, ebbene: voi sarete arrestati e condannati, avrete le manette ai polsi e sarete dietro le sbarre, sarete imputati in lunghi processi per mafia e corruzione amministrativa, e la nazione intera farà festa, perchè siete dei criminali e dei delinquenti oltre che degli ignoranti, e così dice la legge. Ed è così facendo che rafforzano quanto si teme: un paesello che ricordo bello e pacioso quando ci passavo che oggi è preda della delinquenza, del veleno degli slinguazzanti di questi papponi, di una politica come prostituzione pubblica, di quell’omertà e di quella calunnia che conoscevamo nei film sulla mafia degli anni passati. Non ti arrendere fratello Scozzese. dimostragli cos’è la Calabria vera, cos’è un indomito spirito libero, dimostragli come si comporta, come vive e come sa morire uno Scozzese. A questi vermiciattoli, al loro più profondo dentro la melma delle loro anime, dico: non potevate scegliere persona peggiore con cui battervi e cui tentre di imporre la vostra delinquenza mafiosa e amministrativa, credetemi per chi non lo conosce come me: sono sicuro che dovete ancora vedere il meglio delle “meraviglie” cui andrete incontro come veri criminali indegni di uno stato civile! altro che le dimissioni della “tartaruga”! A Salvatore, al mio prof. e mio fratello Scozzese, al mio Comandante e vero combattente, dedico anch’io i versi di un film che so gli piaceranno:

    “Ricorda chi eravamo!
    L’ordine più semplice che un re possa dare. Ricorda perché siamo morti! Lui non desiderava tributi, o canzoni, o monumenti, o poemi di guerra e coraggio; il suo desiderio era semplice.
    Ricorda chi eravamo.
    Così mi ha detto.
    Era la sua speranza: se un’anima libera dovesse arrivare in questo luogo, degli innumerevoli secoli di là a venire, possano tutte le nostre voci sussurrarti, dalle pietre senza età: “Và a dire agli Spartani, viandante,che qui, secondo la legge di Sparta, noi giacciamo.” E così il mio Re è morto, e i miei fratelli sono morti. Appena un anno fa. A lungo ho pensato alle parole del mio Re, criptiche parole di Vittoria. Il Tempo gli ha dato ragione, perché da Greco libero a Greco libero si è tramandata la notizia: che il prode Leonida e i suoi 300 soldati, così lontani da casa, hanno dato la vita, non solo per Sparta, ma per tutta la Grecia, e per la Speranza difesa da questa nazione.
    Ora, qui su questo aspro frammento di terra chiamato ‘Platea’, le orde di Serse affrontano le orde di Sparta!!
    Lì davanti, i barbari si raccolgono; è nero il terrore che afferra a salto, i loro cuori, conditi di ghiaccio, conoscono molto bene gli impietosi orrori che hanno sofferto per le lance e le spade dei 300 Spartani.
    E ora fissano lo sguardo su queta pianura, dove ci sono diecimila Spartani, a capo di trentamila liberi Greci.
    Le forze del nemico ci superano di sole tre volte, un buon segno per tutti i Greci.
    Quest’oggi noi riscattiamo il mondo dal misticismo e dalla tirannia, e lo accompagniamo in un futuro più radioso di quanto si possa immaginare.

    Dite grazie, soldati, al Re Leonida e ai prodi 300…

    …ALLA VITTORIA fratello mio!

  7. Ci sono delle frasi tratte dal film Braveheart, che credo conosciate tutti, che mi hanno colpito molto e che leggendo i commenti sui vari blog e sulla vicenda di Salvatore Tolone, hanno ispirato questo mio commento. Leggetele, le pubblicherò alla fine del mio commento, e fatelo, magari ascoltando un buon pezzo di musica celtica o irish whistle.
    Da sempre chi lotta per la legalità e per la libertà si trova a scontrarsi non solo con le omertà istituzionali e con la corruzione, ma anche con la poca lungimiranza delle persone, anche concittadine, che piuttosto che prendere una posizione dalla parte dei buoni, preferiscono restare nell’anonimato e radicarsi nel pantano dell’ignoranza.
    Il prof. Tolone lotta, fiero della propria etica e a sostegno delle proprie radici. Noi non possiamo fare altro che essere con lui, a qualunque costo e a qualunque rischio.
    La Calabria è una terra meravigliosa. Merita di essere conosciuta per quello che vale e per le belle persone che la vivono, seppure da lontano.
    Così come disse William Wallace:
    “Certo, chi combatte può morire… chi fugge resta vivo, almeno per un po’… Agonizzanti in un letto, fra molti anni da adesso… siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi per avere l’occasione, solo un’altra occasione, di tornare qui sul campo, ad urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita ma non ci toglieranno mai la libertà!”

    “Io credo che Marion mi veda,ne sono sicuro e tuo padre dal cielo vede anche te”

  8. Quanto vorrei non essere mai emigrato per poterti dare una mano caro amico e compagno di giochi. Ho letto e ti ho visto in televisione, ho provato rabbia ma anche orgoglio per essere tuo amico. Lo sapevamo che questi erano delle merde corrotte e delinquenti, e non abbiamo fatto niente, ma adesso ci hai risvegliati. So come sei e cosa sei, so che non ti fa paura niente e soprattutto questi scarafaggi. Vivrai o morirai sempre combattendo, lo so. Cu cazzu sugnu i Siniscalco i Donofrio i Tedesco e quella tartaruga del sindaco Signorelli? Cu cazzu sugnu tutti questi pecore, leccaculo, e vermi che si tirano dietro?
    Questi vagabondi che hanno fatto diventare una fogna di delinquenza il nostro bel paese di una volta. O questi che scrivono contro di te qui e in altri siti, tutti anonimi e di nascosto come i topi in fuga, senza capire un cazzo della storia che sta passando. Tanto si vede subito che sono servi di questi figli di p…
    In tutti coloro che hanno scritto contro di te nessuno si è firmato. Che coraggio. Se la fanno sotto. Quando vorrei prenderli a calci nel culo, quanto mi pento per non averlo fatto quando li incrociavo per strada. Se ne tornino a Garaffa queste merde e figli di ladri.
    So come sei, combatterai fino alla fine e a qualunque costo, conosco quel combattente e quel guerriero, dentro di te c’è l’onore della Jordana, dove giocavamo da bambini. Hai le spalle forti, il coraggio, sei la persona più bella che ho mai conosciuto. Qui io lo dico a tutti che siamo amici e tutti mi dicono di salutarti, che ci vorrebbero tanti come te per fare cambiare qualcosa in calabria. Ma devi sapere che se dovesse succederti qualcosa torneremo tutti a prenderli uno per uno dalla svizzera, da casa loro, a loro ed ai mafiosi cui hanno svenduto un paese intero per prendersi le tangenti. Mentre noi emigravamo per sudare e lavorare. Non sei solo. Non ti fermare mai vecchio combattente, Ti vogliamo bene.

  9. Caro Salvatore,
    sono sconvolta per tutto ciò che ti sta succedendo e sono fiera di averti conosciuto. Vincerai anche questa battaglia perchè l’avrai combattuta, come sempre da uomo libero!
    I’ll never forget…

    Fermina D.

  10. Mi permetto di entrare nella vicenda del Parco Eolico di Girifalco denunciata dal prof. Tolone Azzariti, che, assurta agli “onori” della cronaca nazionale, non fa dormire sonni tranquilli al “Rocco di Girifalco”, autoproclamatosi custode del buon nome della cittadina calabrese, il quale ripete lo stesso scritto,come un mantra (o meglio copiando ed incollando su più siti ove la vicenda è riportata correttamente,dal blog di Antonello Caporale al blog di Notaris ed infine su questo sito) che a Girifalco -bontà sua- tutti i cittadini possono dormire sonni tranquilli….
    Stiamo ai fatti: il prof.Tolone Azzariti ha denunciato un falso macroscopico nell’uso delle mappe utilizzato nell’esproprio che, di fatto, ha cancellato una ottantina di abitazioni (con notevole risparmio per l’indennità di esproprio), comportando altresì l’aggiramento della norma di salvaguardia in materia, secondo la quale non si può costruire pale eoliche entro 500 mt. da abitazioni, a tutela della salute dei cittadini che nelle vicinanze abitano.
    Questa denuncia ha visto più organismi pubblici, come denunciato in maniera precisa e puntuale dal prof. Tolone Azzariti, agire in maniera “distratta”, cui ha fatto seguito una serie di episodi di marca prettamente criminale, che hanno visto lo stesso Tolone Azzariti vittima.
    Questi sono i fatti, a cui il sempreveglio “Rocco di Girifalco” non dà risposta, ma, facendo appello al “si dice” e a miserevoli tentativi di gettare fango sulla memoria del padre del prof. Tolone Azzariti, proclama la sua sentenza inappellabile: a Girifalco va tutto bene, madama la marchesa….
    Gli argomenti, della cui incontestabile autoreferenzialità tutti sono fermamente convinti, poggia su “solide” basi -come i piloni delle pale eoliche- aventi per ingredienti le seguenti asserzioni:
    – Girifalco non è S.Luca -caspita!-,
    – la magistratura avrebbe archiviato il tutto (vale esattamente il contrario, la DDA di Catanzaro se ne sta occupando),
    la “rivelazione” che il trattore a cui è stato dato fuoco, seconda minaccia subita dal professore dopo l’incendio della propria autovettura, non sarebbe di sua proprietà…affermazione mai fatta, anzi è stato sempre detto il contrario, ossia che il mezzo dato alle fiamme non era di proprietà del professore, ma era accanto al proprio, vicino ad un serbatoio di combustibile, accanto alla propria abitazione…
    – ed infine, ciliegina sulla torta, un pò di fango non guasta sulla scelta del professore che denuncia, non perchè è persona per bene, ma….udite, udite! per “rabbia” perchè le pale eoliche non passano sul suo terreno, e allora…crepi Sansone con tutti i suoi Filistei!
    “Quindi tutta questa manfrina sarebbe una ignobile vendetta per pochi spiccioli” Rocco dixit…
    Ebbene, queste parole gentilmente donate dal “nostro” Rocco sono la migliore cartina di tornasole della miserabile condizione cui è sottoposta quella porzione di territorio calabrese, costretta a cedere la propria dignità, mettendo a repentaglio la propria salute per un pugno di euro, facendosi calpestare dal potente di turno, in nome del profitto di rapina, che vedrà come sempre quella terra, bellissima e disgraziata, costretta a cedere le energie migliori -ieri le braccia durante l’ondata migratoria, oggi la salute, minata dalle miserabili mosse dai “salvatori della patria” venuti da lontano- contrabbandate per “occasione imperdibile per il nostro territorio”…
    Con buona pace dell’egregio “Rocco di Girifalco”

  11. Sono un cittadino di Girifalco. Onesto e incensurato fino alla settima generazione, tanto per chiarire.

    A Girifalco c’è la normale delinquenza che si trova in quasi tutto il mondo e definire il posto come covo di ‘ndirne è ridicolo. Anche la ‘ndrangheta fa capolino, ma per fortuna Girifalco non è San Luca…, come l’articolo suggerisce.

    Mi scusi il giornalista e mi scusi il “professore-torero”, sono ridicole anche molte altre conclusioni dell’articolo.

    Le falsità/incongruenze evidenti sono (almeno) le seguenti:

    – La magistratura avrebbe “archiviato” o “minacciato” di archiviare il caso.
    Allora, o le “prove” del professore sono inconsistenti o pretestuose (tipo pollai abbandonati spacciati dal “professore” per abitazioni) oppure la magistratura sarebbe “collusa”. Cosa più assurda del resto, che non voglio neanche commentare.
    Da un parente del “professore” apprendo inoltre che il “trattore” incendiato apparteneva in realtà a qualcun altro. Quindi, si processa “l’intenzione” di qualcuno di minacciare il professore. E questo in aggiunta a quanto si dice in paese (non ho prove, ovviamente) che anche l’attentato all’auto aveva ragioni che con l’eolico c’entrano meno del cavolo a merenda.

    – A parte il dubbio del trattore, mi vorrebbe spiegare il professore e il giornalista perché mai l’incendio della pala eolica dovrebbe essere una minaccia a lui rivolta? Considerate le battaglie che sta facendo per bloccarle, caso mai lui potrebbe essere il mandante dell’attentato alla torre, non la vittima della minaccia. O no?

    Io credo, come tanti in paese, che si tratti di “rabbia” per il fatto che le pale eoliche non siano state poste nel suo di terreno, onde godere lui dei 5000 euro annui di “affitto” che ogni proprietario dei terreni ospitanti le pale percepisce. Vero? Quindi tutta questa manfrina sarebbe una ignobile vendetta per pochi spiccioli, che impedisce a Girifalco (o almeno rallenta) una grossa fonte di guadagni (600 o 700 mila euro annui …).

    Bravo il nostro professore. Come faceva il suo illustre (senza ironia) padre, non esita a denunciare a destra a manca chi fa pipì sul suo terreno o vi raccoglie un sasso senza il suo “nobile” permesso. Così, anche per il gusto di farlo.

    In conclusione, secondo me, niente “mafia” (almeno non per questa storia) ma solo gelosie e acredine. Magari degli errori o irregolarità ci sono state (e la magistraturà le accerterà), ma che si tratti di minacce mafiose al “professore” è solo una sua (furba) barzelletta.
    Rocco cristofaro

  12. In questo periodo è tanto bello, come nei film americani, pensare ad eroi che combattono gagliardi contro piovre e mostri.

    Ma nel caso in questione è tut’altra storia e si fa un favore alla mafia (dove c’è) a confondere così le acque.

    Invito a leggere la nota chiarificatrice che la Brulli energia ha pubblicato il 6 aprile scorso suo suo sito ufficiale, dove le incredibili conclusini dell’articolo di Caporale vengono smentite punto a punto.

    Solidarietà ovviamente al professore Tolone per gli attentati subiti, ma essendo essi avvenuti nel 2007 non si capisce cosa abbiano potuto avere a che fare con l’eolico.

    La Repubblica in un articolo del 13 ottobre 2008 pagina 22 sezione: AFFARI FINANZA, indicava Girifalco come esempio bellissimo e luminoso per dipingerlo ora, per fama di scoop e a senza spregio del ridicolo, come covo di ‘ndrine.

    Girifalco ha i suoi problemi ma non è un paese mafioso, come l’articolo lascia intendere, offendendo i suoi abitanti. Caporale lo sa, il professore lo sanno, ma è tanto affascinante dirlo, vero?

    Il dolore a me lo ha causato il Professore, che sa che quanto dico è vero ma dice tutt’altro. Il sospetto di molti in paese è che si tratta di una banale disputa amministrativa (richesta di risarcimento danni per qualche motivo) spacciata per guerra di mafia. Se non fosse grave, farebbe ridere i polli. Ma purtroppo è grave e fa piangere.

    Per inciso la magistratura aveva già ritenuto inconsistenti le denunce, come dice l’articolo stesso. Comunque, se è vero che il caso è riaperto, lasciamo alla magistratura il compito di decidere cosa sia davvero successo, senza tirare in ballo ‘ndrine che (almeno questo affare) non c’entrano.

    Vorrei infine indicare a Caporale un’evidente inconsistenza: la storia della pala incendiata vista come minaccia per il professore.
    Se il professore intraprende strenue battaglie legali contro le pale, per quale diavolo di ragione l’incendio della pala sarebbe una minaccia a lui?

    Che ne dice Caporale?

  13. Ho rivisto con piacere Salvatore, conosciuto al tempo dei comuni studi uiversitari nella Napoli pre-bassoliniana.
    E’ confortante, in un’epoca di venduti e cortigiani, constatare che neppure gli agi cattedratici ne hanno scalfitto l’ indole idealista, e il gusto di andare controcorrente per affermare i propri principi.

    Un saluto cordiale, e un abbraccio di sincero incoraggiamento dalla sua amica Sandra di Belvedere

  14. Ho avuto il dispiacere di leggere questo suo articolo ma non per quello che riguarda il merito, bensì, come potrà immaginare, per lo sconforto che questa storia, così come tante altre, getta su una comunità e su di un giovane girifalcese come me. Ricordo che fino a qualche anno fà il mio paese veniva considerato una delle poche isole felici in un contesto fortemente dominato dalla criminalità organizzata. Oggi subiamo la ferocia delle ndrine delle reltà circostanti e della emergente deliquenza “paesana”. Ma il mio maggiore rammarico è la cecità dei miei concittadini, giovani o più vecchi che siano, che non vogliono o non riescono a vedere il cancro che avanza, si espande e diventa parte integrante di un unico corpo, macchia d’olio che avanza indisturbata. Antonello, sii voce forte di chi come il prof. Tolone non si arrende. grazie

  15. In terra di ‘ndrangheta avere la schiena dritta è un “lusso” che pochi possono permettersi di avere.
    Quel che è peggio è che il prof. Tolone ha trovato nei custodi dell’interesse pubblico (leggasi Amministrazioni Locali) e del rispetto della legge (leggasi Uffici Giudiziari) i suoi più strenui oppositori nella richiesta del rispetto delle norme elementari per uno Stato di diritto.
    E’ chiaro poi che per la ‘ndrangheta, nella sua articolazione territoriale armata,è agevolata nel portare a termine il suo “lavoro sporco”, facendo sì che, in quella terra bellissima e disgraziata, qualunque azione portata avanti da persone di indubbia dirittura morale, come è il prof. Tolone, emerga nella sua solitaria condizione di eroe civile, perchè ha avuto il coraggio di denunciare il Malaffare.
    Facciamo pervenire al prof. Tolone attestati concreti di solidarietà per l’opera di denuncia svolta e ad Antonello Caporale il riconoscimento della sua funzione di “cane da guardia” di denuncia, di giornalista civile nei confronti del Malaffare sia che alberghi a Girifalco, Catanzaro, Italia che in altri luoghi.
    Stefano

  16. Tanti piccoli eroi sparsi qua e là per l’Italia, alle prese con guerre quotidiane contro giganti che si reggono sul malaffare e il menefreghismo, avallati dalla politica.
    Qualcuno vince, ma tantissimi perdono, molti dei quali rimettendoci anche la vita.
    Luca.

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