“Cioè” è un avverbio dichiarativo che non andrebbe insolentito con il nostro vizio di piegarlo a qualunque necessità. Cioè era un peccato tendenzialmente giovanile, vivo nelle fasce sociali meno esposte alla sintassi. Era, perché la politica si è impadronita anche di questo cattivo vezzo mostrando, con l’eloquio di Rocco Palese, candidato del centrodestra alla poltrona di governatore della Puglia, di volerlo sdoganare senza remore e condurlo prepotentemente nelle stanze del potere.
Palese, che di anni ne ha qualcuno più di venti, si è fatto inquadrare dalla telecamera e ha imposto ai telespettatori baresi 70 cioè in dodici periodi nel tempo record di sei primi e ventinove secondi. Vedere per credere. Palese, il candidato Cioè, c maiuscola, non si è arreso alle prime timide proteste dell’intervistatrice, che distintamente fantasticava una museruola, e anzi ha continuato personalizzando l’avverbio e riducendolo – come per crasi – in un indeterminato e pugliese cè (accento ma senza apostrofo).
Se ne sono accorti, oltre ai soliti di Facebook, dei giovanissimi e creativi ragazzi, attivi nel campo della comunicazione e riuniti in un blog-osservatorio (Quink) che hanno immediatamente monitorato la tecnica oratoria di Palese. Il quale ha fama di essere un gran lavoratore, un politico a tutto tondo, ma della vecchia scuola, di coloro che credono che non sia l’abito a fare il monaco, anche quando l’abito è la lingua italiana. Forse l’onorevole si ricrederà dopo questo primo piccolo incidente e forse svilupperà, in intensi futuri allenamenti verbali, un eloquio tagliente ma amico della grammatica e di tutto quel che le ruota attorno, compresa la consecutio temporum.
Intanto però i ragazzi di Quink, e tutti i volenterosi della rete, per par condicio potrebbero allargare il fronte e trovare nel centrosinistra spunti anch’essi profondi di come per esempio le parole abbiamo oramai il senso che vogliamo dare ad esse. Il loro significato è da noi trasferito ed imposto: le prendiamo, poi le dissossiamo e infine le cuciniamo a nostro gradimento.
In Calabria per esempio, gli iscritti al Partito democratico hanno democraticamente deliberato che gli eletti non possano essere rieletti oltre il secondo mandato. La regola è che una decina d’anni lassù al governo basti e avanzi.
Regola. Principio tassativo a cui bisogna obbedire. Norma cogente.
E infatti ieri l’altro – divisi su chi debba essere candidato – sembra abbiano trovato un accordo. Sarà Agazio Loiero a patto che lo sfidante, il plurisecolare Giuseppe Bova, da quattro mandati consigliere regionale, sia autorizzato, insieme a Nicola Adamo, altro ottuagenario della politica calabrese, a una breve deroga. S’era detto due mandati, vero. E però se cambiamo significato alla regola e la facciamo deroga, tutto si risolve: tanto già ne abbiamo fatto quattro di mandati, perciò dateci il quinto e non ne parliamo più!
Guarda il video:
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Ho avuto modo di verificare e constato che è vero che il dr. Rocco Palese è candidato al governo della Puglia. A parte la sin troppo facile ilarità, di cui mi scuso con l’interessato, per il suo intercalare “cioè”, mi pare che i suoi trascorsi di pubblico amministratore dovrebbero far riflettere. Leggo dalla stampa che, in qualità di assessore al bilancio della regione Puglia, il Palese ha sottoscritto nel 2002 bond per 870 milioni di euro con le società di Merryl Linch e Dexia-Crediop, causando un danno economico molto ingente alle casse regionali. Quello che sconcerta è la risposta che il dr. Palese ha fornito ai giudici che stanno indagando: ha detto di non conoscere l’Inglese e di non aver capito cosa stesse firmando.
Rivedo il video e non mi viene più tanto da ridere.
Saluti
Mario
Magari i politici si inventeranno il mandato “a vita” tipo dopo il terzo, tanto già percepiscono una lauta pensione dopo soli 6 mesi di attività parlamentare.
Cioè? Cioè è uno schifo 🙂
Ciao e complimenti.
Grazie ad Antonello, grazie a Mario..continuate a seguirci, la politica ci dà, purtroppo, un sacco di fonti di ispirazione 🙂
siamo su http://www.quink.it e su Facebook, basta cercare Quink.
fortissimo questo signor “c..c..cioè”!!
non ci credo che una persona con tante lacune grammaticali possa candidarsi a governare una regione.
se fosse stato tra i miei allievi lo avrei bocciato in V elementare.
ditemi che è uno scherzo, vi prego.
bravo Caporale, comunque, e bravissimi i ragazzi creativi.
saluti
Mario