Io, mammeta e tu. La politica in famiglia

IO, mammeta e tu. Ogni cosa al suo posto e ogni ramo dell’albero genealogico reinnestato al fusto, perché si onori la memoria. “Torno, la storia ci ha dato ragione” dice Angelo Gava, figlio di Antonio che Francesco Cossiga già definì “boss figlio di boss”: sette volte ministro, arrestato, condannato e poi assolto in Cassazione per associazione mafiosa e nipote di Silvio, tredici volte ministro. Angelo vuol divenire consigliere regionale della Campania, il Popolo della libertà lo ospita e con riguardo in lista. In effetti anche la signora Flora, consorte di Armando De Rosa, ex assessore regionale e grande accusatore di Gava, è ai nastri di partenza nello stesso schieramento.

Adesso che le cronache narrano dell’ampliamento alla famiglia delle leggi ad personam, la famiglia, appunto, corre avanti e intercetta i posti in prima fila della prossima tornata elettorale. Al nord ancora non si sa, ma al sud è tutto ben apparecchiato. In Campania, per esempio, un tentativo lo farebbe (lo farà) Giovanni, figlio di Carmine Mensorio, ex senatore, Ettore, figlio di Ortensio Zecchino, ex ministro, Simone, figlio di Antonio Valiante, attuale vicepresidente della Giunta. Ah, dimenticavamo i coniugi Mastella. Sia lui (“sarò capolista a Napoli”) che lei (“sarà candidata a Benevento”) di nuovo in campo. Vicini e felici.

L’Italia è lunga ma federale. E a casa propria ciascuno fa come vuole. A Bologna, per esempio, il sindaco si dimette per l’annuncio a suo carico di un’inchiesta per peculato. Il Pd ha applaudito: ben fatto! A Napoli il Pd apre alle primarie. In lizza Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, che ha però sul groppone non una ma due inchieste (concussione) e una domanda di arresto che l’aula di Montecitorio, al tempo in cui il candidato era deputato, negò ai giudici.

Federalismo, regionalismo. Cioè, ripetiamo: ognuno padrone a casa propria. Il ministro Calderoli da Milano annuncia il taglio delle poltrone. Nulla di grave, intendiamoci: neanche una seggiola è stata segata. In Calabria invece l’aumento delle poltrone è cosa fatta. Il nuovo statuto introduce la fantastica figura del consigliere regionale supplente. Come a scuola il supplente entra in classe quando il titolare s’ammala, così a Reggio Calabria, sede del consiglio, undici politici saranno collocati nella funzione di precari ex lege. Entreranno in carica, appena la legge elettorale regionale formalizzerà l’innovazione, quando i rispettivi colleghi verranno chiamati al governo in un posto da assessore. Torneranno cenere se il titolare dovesse dimettersi o venire sostituito.

Il federalismo propone sempre formule variabili. Il governo nazionale è impegnato nella guerra alla criminalità e alle forme più diffuse di corruzione. Oggi, manco a dirlo, l’esecutivo si riunisce proprio a Reggio Calabria, per dar prova di carattere e sancire il punto esatto dove lo Stato non indietreggia. A Tropea, la città più nota della costa calabra, sotto lo schiaffo della ‘ndrina dei Mancuso di Vibo Valentia, nelle scorse settimane hanno chiesto ad Angela Napoli, deputata anticosche, eletta con Alleanza nazionale, di rendersi disponibile alla carica di sindaco. “Tropea è la vetrina della Calabria e io ho detto di sì, mi è sembrato giusto”. Infatti sembrava giusto a tutti. Poi però il suo schieramento non se l’è sentita di stressare la signora, già impegnatissima alla Camera. Per la perla calabrese ha scelto l’esperienza del signor Gaetano Vallone, due mandati da sindaco e ottant’anni sulle spalle…
(da www.repubblica.it)

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1 Comment

  1. Purtroppo nel passaggio dalla Monarchia alla Repubblica poco è cambiato, visto che certe posizioni istituzioanli di rilievo, sia a livello locale che nazionale, vengono ricoperte da “figli di” o “nipoti di”; un pò come nelle dinastie i principi prendevano il posto dei loro padri sul trono, o i baroni e i conti si succedevano le loro doti, da padre in figlio, da generazione in generazione…
    Al sud poi (ma ormai anche al centro-nord), oltre a questa catena dinastica, ci si mette pure il fatto che per fare carriera politica devi scendere a compromessi anche con le organizzazioni criminali, e i loro sporchi interessi, concedendo loro licenze a go-go.
    Luca, un sempre più avvilito laureato disoccupato.

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