Matteo Salvini, meglio un video (falso) di maltrattamenti sugli animali che un post sui problemi reali

Il vicepremier ha scelto questo video, apparentemente più lontano dai suoi interessi, ma molto fruttuoso di ‘mi piace’, e trascurato una questione invece molto più vicina ai suoi doveri: il tentativo della Lega, naufragato, di eliminare il vincolo di destinazione, finora monopolio delle regioni meridionali, nell’utilizzo dei danari dei finanziamenti europei per la Coesione e lo Sviluppo

Posso scegliere cosa darti da mangiare. Come cibarti e come farti venir su. Se scrivo, o parlo, posso scegliere come catturare la tua attenzione, come coinvolgerti nella discussione, come elettrizzarti. Come farti dannare per la rabbia. Come farti gioire. Matteo Salvini, che è maestro indiscusso degli emoticon, ieri ha postato un video di un cane legato a un auto e portato verosimilmente alla morte. Salvini sa che cani e gatti, e ogni discorso che li riguardi, suscita interesse e coinvolgimento anche emotivo. Ieri ha scelto questo video, apparentemente più lontano dai suoi interessi, ma molto fruttuoso di like, e trascurato una questione invece molto più vicina ai suoi doveri: il tentativo della Lega, naufragato, di eliminare il vincolo di destinazione, finora monopolio delle regioni meridionali, nell’utilizzo dei danari dei finanziamenti europei per la Coesione e lo Sviluppo (Fesc). Secondo i parlamentari leghisti che hanno sottoscritto l’emendamento, tutte le regioni (dunque anche quelle del nord) e non più solo quelle del sud, avrebbero diritto a una fettina della torta.

Di Maio, dal canto suo, ha taciuto dal dedicarsi a una questione rilevante, e cioè le valutazioni abbastanza negative che il suo compagno Alessandro Di Battista ha dato sulle performance dei Cinquestelle al governo, e Zingaretti, del Pd, tace oltre la soglia del lecito su quel che il suo partito ha combinato con i magistrati, sulle vere e proprie combine. I magistrati, dal canto loro, hanno taciuto per anni e coperto per anni le loro vergogne.

Dunque: selezionare il cibo da offrire agli affamati avventori dei social network è una scelta delicata. Solo per la cronaca diciamo che il video sul maltrattamento dell’animale postato da Salvini era falso. Si è trattata di una disgrazia vera, di una imperdonabile distrazione della proprietaria del cane che, quando ha capito della tragedia che stava vivendo il suo animale, è stata colta da malore. Il cane, per fortuna, è stato subito visitato da un veterinario che gli ha riscontrato una frattura alla gamba. Medicato, è ritornato dai suoi avviliti padroni che intanto sono stati coperti dagli insulti di mezza Italia. Dileggiati, saranno stati giudicati indegni anche dalla comunità in cui vivono. Chi mai pagherà loro questa carneficina?

Qui però ci preme di più dire che né Salvini, né Di Maio, né Zingaretti né gran parte di noi valuterebbero come appetibile, in termini di like e condivisioni, uno studio riportato dall’autorevole rivista scientifica Science. Un gruppo di ricercatori svizzeri (lo scrive oggi il Corriere) ha sperimentato il grado di onestà dei cittadini di quaranta Paesi. Per 17mila volte è stato lasciato a vista un portafogli: ora vuoto, ora con pochi soldi, ora con molti. Il grado di restituzione aumentava con l’aumento della somma ritrovata. La ricerca ci dice che gli onesti sono in stragrande maggioranza.

E’ una buona notizia, ma i like?

da: ilfattoquotidiano.it

 

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