Ipercinetica, atletica, documentatissima. Deputata insuperabile. A Londra, alla direzione centrale del Guinness World Records Ltd, non trovano parole: nessun parlamentare in nessuno Stato del mondo è riuscito ad eguagliare quel che resterà un primato davvero fantastico. Gabriella Carlucci, berlusconiana della prima ora, ha sottoscritto in un solo giorno duecentoquarantuno disegni di legge. E’ accaduto martedì 24 novembre nella seduta numero 251 di questa produttivissima legislatura. La Carlucci, alle prime ore del giorno, si è presentata in aula e ha atteso il suo turno avendo ben chiara la performance che l’avrebbe resa protagonista del record mondiale. Le decine di testi di legge illustravano in maniera particolareggiata quasi ogni antro dello scibile umano. Che lei dominava. Un’altra sua dote è infatti la dedizione assoluta, la ricerca della perfezione. Alle Iene che l’anno scorso registrarono un suo ritardo a una seduta della commissione Infanzia, Gabriella, stizzita, rispose: «Devo studiare, devo leggere… mi devo preparare, mica posso scrivere delle stronzate?». Figurarsi dunque la legittima ansia davanti alla mostruosa mole di leggi che da quel memorabile martedì recano anche la sua firma. Ogni antro dello scibile abbiamo detto. E’ così. Anzi, ecco una breve sintesi dei temi messi a fuoco: tutela della maternità, fiscalità di vantaggio, accelerazione negli avvii imprenditoriali, riordino delle carriere delle forze di polizia, prelievo coattivo di materiale biologico, beni confiscati ai mafiosi, immigrazione clandestina, iva sui pneumatici ricostruiti, regolamentazione dei materiali gemmologici. Di tutto, di tutto. E davvero di più.
L’attività, prima che intellettuale, è parsa notevole anche da un punto di vista fisico tanto che un fisioterapista, a commento della prova politica, avvertiva tutto l’interesse per i risultati delle cointeressenze atletiche di quello sforzo. Si paventavano addirittura i prodromi di una tipica sindrome del tunnel carpale. Il ritmo delle sottoscrizioni, una legge e una firma ogni due minuti per otto ore di fila senza pausa pranzo, va da sé, sarebbe stato in grado di stressare seriamente il suo corpo, peraltro ben allenato in anni di esibizioni televisive no limits (si è anche lanciata nel fuoco e ha provato il brivido del salto dalla gru con elastico alla caviglia).
Con una sola sottoscrizione l’onorevole Carlucci ha invece potuto aderire ai 241 disegni di legge e allontanare le paure sul suo stato di forma. In dieci secondi e senza stress ha scalato le vette e raggiunto il primato: prima deputata italiana per laboriosità secondo il sito parlamento.openpolis superando di slancio la collega radicale Coscioni e raggiungendo nei voti un definitivo e davvero insuperabile dieci.
(da www.repubblica.it)
Non leggono,non studiano,non si documentano….e sono pure arroganti.
Leggendo il tuo articolo si capisce tutto!Non leggono, non studiano, non si documentano, però firmano!Caro Antonello speriamo di liberarci presto da questa storia, ma ho i miei seri dubbi!Un caro saluto e buon lavoro, Nevia
Volevo anche ringraziarTi per il commento lasciato sul mio Blog, che non nascondo, mi ha emozionato.
Grazie ancora.
Rapporto donne e politica, uno dei tanti paradossi del nostro Paese. Da un lato, grazie ad una mentalità arcaica che vuole la donna “sforna-figli” e casalinga (o come si diceva una volta “angelo del focolare”) nel nostro Governo, Parlamento ed assise locali, il numero delle donne è ancora molto inferiore rispetto a quello degli uomini; così come nelle cariche lavorative che contano.
Dall’altro però, molte tra le poche donne italiane che fanno politica, provengono soprattutto dal mondo dello spettacolo, senza tra l’altro eccedere nemmeno in esso.
Emblema di ciò sono le Ministre che ci ritroviamo, tutte, a parte la Meloni che conosco da anni come politico, tutte con un passato non proprio meritorio.
Certo, non che gli uomini eccedano nelle loro competenze, anzi, il contrario; ma per quanto riguarda le donne, essendo il loro numero molto ridotto rispetto ai colleghi maschi, la questione è nettamente più evidente. Insomma, poche e nemmeno buone (al massimo bone).
Basti pensare che a rappresentare le donne tramite l’apposito Ministero c’è Mara Carfagna…