“Il fegato, i reni. Soprattutto il cuore. Sono renzianissimo dentro, e il dispiacere di non aver conosciuto Matteo si aggiunge alla delusione che gli italiani non hanno capito la modernità della sua politica”. Francesco Fabbrizzi è il sindaco di Radicofani, la rocca della cintura senese che fu casa e rifugio del brigante Ghino di Tacco, personaggio di cui si infatuò Bettino Craxi. Ghino di Tacco fu lo pseudonimo col quale il leader del Psi dominò la scena politica facendo pesare il suo piccolo bottino elettorale oltre il possibile.
Renzi potrebbe essere il nuovo Ghino di Tacco, e lei il sindaco del suo fortino.
I tempi sono cambiati e non credo che a Matteo possa riuscire quel che Craxi fece.
Fabbrizzi, lei è innamorato della politica e del suo partito, il Pd.
A 16 anni ero iscritto ai Ds, a 19 consigliere comunale, a 24 vicesindaco, a 29 sindaco. Per dire che la mia vita – ora di anni ne ho solo 33 – è stata una dedizione assoluta.
Renzi è la sua luce.
Senza di lui cosa rimane? Senza il suo piglio, la sua energia, la forza e la tenacia con la quale ha disegnato il percorso cosa c’è?
Ma proprio grazie al suo disegno avete avuto batoste inenarrabili.
Nessuno può convincermi che gli 80 euro non fossero un aiuto ai ceti più popolari del Paese. Anch’io per un anno ne ho goduto.
Un anno solo?
Poi in verità me li hanno tolti.
Che lavoro fa?
Operatore del servizio Acquedotti.
Gli 80 euro Matteo glieli ha fatti vedere e poi se li è ripresi.
Vero, ma a tanti del mio paese hanno fatto comodo e continuano a far comodo.
Perché, se è così bravo, Renzi non riscuote il successo che secondo lei meriterebbe?
Un po’ è il carattere. Lui è fatto così, a volte divide. Gli consiglierei di star buono per un po’, e poi ritornare sulla scena da leader qual è.
Senza di lui il Pd cos’è?
Lo domando a lei. Cos’è? Secondo me senza Matteo il Pd si affloscerebbe in un attimo.
Lei pungola i parlamentari, i suoi sms giungono sempre allarmati appena sente che i Cinquestelle vogliono far qualcosa con voi.
Ma com’è possibile mettersi con loro?
Il proporzionale obbliga alle alleanze, e la politica impone di andare a vedere le carte. Magari scoprire il bluff.
Lo so, ma il loro astio nei nostri confronti, le parole di odio che hanno utilizzato, beh son cose che rimangono. Io sento la mia gente. Poi sa che le dico? Peggio di così non può andare.
Pensa che se si andasse alle elezioni anticipate il Partito democratico resterebbe in piedi?
In salute forse no, ma nemmeno posso pensare che il 18 per cento non lo conserveremmo.
Eppure lei è il sindaco del paese di Ghino di Tacco. Ricorda Craxi come taglieggiava la Dc?
Si alleava seppur odiandola. Ma c’era una consuetudine che noi ancora non abbiamo con il movimento di Grillo.
Dovreste scorticarli sul programma, trovare ogni loro debolezza e infierire con le vostre proposte. Metterli in difficoltà.
Io penso che non ce la facciamo. Meglio per noi se si accordano con la Lega. Saremo all’opposizione e faremo fruttare la nostra rendita. Qualcosa l’abbiamo sbagliata, lo so pure io…
Questo è il suo consiglio a Renzi?
Tenga duro, e se proprio bisogna parlare con loro, beh li faccia sudare sette camicie.
Come Ghino di Tacco con la Dc. Innanzitutto no a Di Maio.
Il premier non può essere lui.
Una personalità terza?
Nemmeno. Se ci vogliono dobbiamo indicarlo noi, dev’essere una espressione del nostro sentire. Ogni trattativa ha bisogno, per essere iniziata, di un livello alto della richiesta.
Propone di rendere impossibile l’accordo.
Un po’ sì.
E se il no del Pd portasse ad elezioni anticipate?
Dico che peggio di così… ma forse sbaglio.
Forse sbaglia.
Siamo in un bel casino, come fai ti scotti. E se non fai rischi di scottarti ugualmente.
Al governo eravate divisi, all’opposizione siete divisi.
È che siamo fatti strani.
Da: Il Fatto Quotidiano, 10 aprile 2018