Nella Lucania di Rocco Scotellaro ogni vizio si fa virtù. La vita scorre lenta, le soddisfazioni sono rare, la noia è sempre in agguato cosicché quest’anno i latifondisti del potere locale (famiglia Pittella da una parte, berlusconiani dall’a ltra) hanno scelto di provare a sperimentare la proprietà commutativa. Se cambi l’ordine dei fattori il risultato resta immutato. La campagna elettorale, spassosissima già di suo, ha preso nuovo brio e vigore con l’entrata in campo dei contendenti. Il centrosinistra schiera infatti Guido Viceconte, già pluri-sottosegretario di Berlusconi. Il centrodestra gli risponde con l’imprenditore Nicola Benedetto, tra i più ricchi di Basilicata, che qualche anno fa voleva fare il presidente della Regione col centrosinistra. Scambisti, scambiati, naturalmente ubiqui.
Viceconte: Guardi, sto riscoprendo la bellezza della campagna elettorale. Lei mi deve credere, sto andando una favola.
Benedetto: Sarei stato disposto a candidarmi anche col centrosinistra perché ho le idee chiare e sono un uomo del fare. Centoquaranta dipendenti nell’azienda di profilati d’alluminio e un magnifico albergo a Matera, nel quale se vorrà lei sarà mio ospite.
Viceconte: Non ho sentito uno, dico uno, che abbia chiesto del mio passato.
Benedetto: Chi mi conosce sa che per me la politica è fare e fare bene. Sono stato assessore regionale nel centro sinistra, e come ripeto spesso, non sarà il colore o la soglia di questo o quello a fermarmi. Credo veramente e fermamente di vincere, ma il mio competitore non è Viceconte che sta con le ruote a terra.
Viceconte: Passo dopo passo, casa dopo casa, riscopro il piacere del contatto umano e ritrovo nuova energia… Benedetto: Mi preoccupa il candidato dei 5Stelle.
Viceconte: La gente mi tocca, vuole sapere, vuole conoscere. Sa che sono lucano al cento per cento.
Benedetto: Io nasco con Di Pietro, poi quando abbandona l’agone costruisco in regione il Centro democratico di Tabacci divenendone segretario amministrativo. Non so bene perché, ma mi fanno la guerra. A quel punto, fratello caro, la decisione è presa.
Viceconte: Non dimentichiamoci che ho attraversato quest’ultima legislatura con Angelino Alfano, quindi di qua. Benedetto: Quando ho deciso che di là non c’era nulla, sono andato ad Arcore, accompagnato da Maurizio Belpietro (possiedo una quota della proprietà del giornale La Verità). Mi era parso che Berlusconi fosse contento della mia presenza. Poi non so come, ha rifiutato di candidarmi.
Viceconte: Con Beatrice Lorenzin abbiamo composto questa lista, la Civica Popolare alleata di Renzi. Corriamo per vincere.
Benedetto: Io credo che proprio Viceconte, che continua ad avere colleganze nel centrodestra, temendomi abbia tramato per farmi fuori. Comunque non c’è riuscito. Dopo il no di Berlusconi mi hanno chiamato Raffaele Fitto e Gaetano Quagliariello e mi hanno detto: vuoi fare la quarta gamba del centrodestra? E ho fatto la quarta gamba. Ma alla quarta gamba non è stato dato il collegio di Matera, cosicché io, materano (là sono fortissimo), mi sono ritrovato a giocarmela a Potenza, fuori casa.
Viceconte: Se le dico che solo una volta un dirigente del Pd in un incontro mi ha chiesto: ma lei da dove viene e dove va? E io ho risposto senza trascurare nessun dettaglio. Alla fine quel signore quasi mi abbracciava. Mi ha detto: ‘Grazie, adesso ho capito tutto’.
Benedetto: Qua i Pittella rischiano veramente di farsi male. Queste elezioni daranno risultati sorprendenti.
Viceconte: In tutta sincerità non ricordo di essere stato interrotto per via del mio voto in Parlamento su Ruby nipote di Mubarak. A parte che sono cose passate.
Benedetto: In Basilicata sarà un fracasso. Le faccio vedere che riusciremo a dare un seggio anche alla Lega, cose mai viste.
Viceconte: Faccio mente locale, ma su Ruby davvero nessuna obiezione ho ricevuto. Qui poi vale molto il dato territoriale. Io nasco a Francavilla sul Sinni, non so se mi spiego. Ho dato sangue a questa terra.
Benedetto: Il mio problema sono i 5stelle. Sono forti, adesso hanno candidato questo presidente della squadra di calcio del Potenza. In tutta sincerità, Viceconte non lo vedo proprio.
Viceconte: Stringo mani, incontro gente. Sto lottando pancia a terra e il consenso sale, sale, sale.
Benedetto: Non c’è alcun dubbio che il sottoscritto se dice una cosa poi la fa. Col centrosinistra ho fatto l’assessore regionale, ho capito come funziona la politica, ho l’esperienza giusta.
Viceconte: Sono molto più che ottimista.
Benedetto: Domani sono pronto a fare il deputato per il centrodestra, e mi preparo per dopodomani quando mi candiderò per presidente della Regione.
Viceconte: Queste elezioni sono strane ma per fortuna i lucani sono un popolo operoso e concreto. Non ti chiede le analisi del sangue.
Benedetto: Il Pd farà un bagno. Hanno candidato la sua collega, Francesca Barra. Secondo me non sa neanche dove si trova. Zero.
Viceconte: La politica è una passionaccia. Mi crede se le dico che sto attraversando un periodo formidabile? Benedetto: Ho fatto sempre tutto da solo. Alle primarie del centrosinistra raggiunsi il 22 per cento.
Viceconte: Siamo a un’incollatura.
Benedetto: Non lo stia ad ascoltare.
da: Il Fatto Quotidiano, 20 febbraio 2018