E’ stato definito presule testardo ma operoso. Infatti. Al magazine “Den- Il mensile del denaro” il vescovo di Vallo della Lucania fece ai fedeli una promessa niente male che il titolista riassunse così in cima all’articolo: “Con l’aiuto di Dio vi rifaccio il Cilento”.
Mai promessa fu ipotecata da mille e mille impegni con i quali monsignore negli anni è andato sviluppando, di pari passo all’intensa catechesi, un’attività edilizia assai coinvolgente, con incursioni nel mondo della ristorazione e del teatro.
Favale è un costruttore di opere. E l’abbiamo detto. La prima (e la più nota) è un piastrellato che impreziosisce la facciata principale della Curia dove il medesimo Favale è raffigurato appena un passo dietro Gesù, ma in linea con l’incedere del Papa.
Nella cinta muraria del vescovado c’è anche un ottimo ristorante, Si chiama Il Sinodo. Ampie vetrate, piatti ricercati, un clima elegante ma sobrio. Chi desidera, paga. Nelle immediate vicinanze un gran bel teatro, La Provvidenza, che raccoglie in cartellone le più note compagnie, artisti di fama, personaggi dello star system. Biglietto salato ma spettacolo assicurato.
Il problema, ma è davvero un problemuccio, è che l’operosità del presule è appena finita sulla scrivania dei commissari dell’antitrust per “abuso di posizione dominante”.
Qui non sono le preghiere in discussione, ma appunto le opere. Il vescovo recita messa e proietta film, prepara l’eucarestia e il cinepanettone. Chi vuole fare penitenza deve passare da lui. Come chi vuol andare a teatro. L’unico teatro esistente e funzionante nel Cilento è quello di Monsignore. E un impresario, Michele Murino, l’ha denunciato perché “il Favale controlla in regime di monopolio un’essential facility”, figura essenziale del diritto antitrust. Nella memoria, il ricorrente acclude i costi degli abbonamenti e dei singoli biglietti e, soprattutto, l’attività di contrasto del vescovo contro qualunque finanziamento pubblico destinato, in un territorio vastissimo, comparabile con quello di una media provincia italiana, e abitato da circa 100mila, all’edificazione di un secondo cine-teatro alternativo.
La giunta di Vallo della Lucania sta per approfondire il tema della costruzione di un auditorium? Favale bolla l’iniziativa: “Struttura inutile. E’ meglio una piscina”. Trenta chilometri più a nord, ad Agropoli, fa capolino la stessa idea, un teatro. Favale, prontissimo: E’ uno spreco”. In una veemente diretta tv il vescovo brucia vivi i politici: “Beati loro che hanno tutti questi soldi. Io continuerò con caparbietà a portare avanti le attività della Provvidenza”.
Ora et labora. Ma la Provvidenza è finita – pro tempore – sotto esame.