LA STORIA della Chiesa e il suo vizio capitale è di aver avuto sempre con il potere una fede incrollabile e portentosa, di avergli portato ossequio pur di ottenere ossequio. Nel Mezzogiorno – dove il bastone del comando è spesso nelle mani di famiglie, clan, ‘ndrine, guappi di ogni ordine e grado – i pastori di anime accettano di osservare muti le gesta anche feroci dei capi. Non c’è santino, Madonna in lacrima, Cristo in croce che ogni capo clan che si rispetti non porti con sé, soprattutto quando la latitanza impone una solitudine senza misura e confine. Dietro ogni pistola c’è un’anima dunque e la Chiesa ha sempre avuto un ruolo di comprensiva mediazione, quando non proprio di connivenza, con le vite più difficili del suo enorme gregge. Nella nuova edizione dei “I preti e i mafiosi”, Isaia Sales consegna il quadro allarmato della subalternità culturale, la proiezione sociale spesso malavitosa della fede religiosa, la coltre densa dell’omertà che troppe parrocchie hanno praticato. Naturalmente i tanti esempi di preti coraggio non sono neanche in discussione. Ma non essendo possibile alcuna compensazione, resta la realtà nuda di una storia del crimine organizzato ma anche devoto, feroce ma anche lacrimoso, indiscutibile ma anche contrito.
da: Il Fatto Quotidiano, 29 marzo 2017