C’è una ragione perché ricordiamo il suo cognome oltre il nome di battesimo. E il motivo è che Agnese Landini è riuscita a conservare la propria identità nonostante un compagno così straripante ed eccessivo. È parsa premurosa verso di lui, egocentrico e perciò abituato alla solitudine dei narcisi, ma mai adorante. Non è una dote qualunque ed è giusto riconoscerglielo oggi. Agnese Landini ha resistito, non è esondata sui giornali, per fortuna non ha aperto le porte di casa alle tv. Non si è messa in posa ai fornelli, non ha cambiato giacca per andare a scuola. È riuscita a contenersi persino quando avrebbe avuto motivo per mandare a quel paese i fanatici che le contestavano il contratto di docente a tempo indeterminato. Come se lo status di moglie del premier avesse dovuto presupporre un di più di precarietà. Infine: non ha sorriso oltre misura, non si è commossa più del dovuto. È stata accanto al suo compagno per gli obblighi del cerimoniale. È sparita dal suo fianco quando ha scelto che fosse meglio sparire. Ed è ricomparsa quando lui ha chiesto una mano e lei ha valutato di dargliela. Chapeau.
da: Il Fatto Quotidiano, 8 dicembre 2016