Saremo tutti – e felicemente – dei signor Vaffanculo. Ieri si sono fatte visibili le conseguenze della depenalizzazione del reato di ingiuria deciso a inizio anno dal governo con la morte dei primi processi chiamati allo svolgimento in questa primavera. L’entusiasta Vittorio Sgarbi (pseudonimo del professor Capra Capra Capra) ha appena comunicato che il procedimento incardinato contro di lui per colpa di un sindacalista che aveva ricevuto offesa via sms è svanito come la nebbia d’estate.
SI DEVE proprio a Sgarbi se l’ingiuria nella sua interpretazione più avanzata e artistica o anche, se si pensa ai momenti d’impegno politico e televisivo del critico, nelle forme più rigorose e nette (merda, pezzo di merda, mafioso tu, ladro tu) abbia ottenuto una sua congrua presenza nei dibattimenti giudiziari. Sempre ieri, perché sembra che i fatti abbiano una loro intelligenza e volontà di compensarsi, Repubblica ha ospitato un dispiaciuto commento dell’onorevole Alessia Morani (Pd), parte offesa e denunciante del collega grillino Massimo De Rosa il quale avrebbe proceduto, nel corso di un suo intervento in Parlamento, ad additare con un cafonissimo linguaggio, di natura platealmente sessista, la carriera politica della Morani e delle sue colleghe. “E pensare che lui è salvo grazie a un reato abrogato dal mio partito”, ha commentato piuttosto delusa la Morani. Resiste in quelle parole un momento di viva introspezione psicologica sulla natura del voto che anche lei ha espresso per salvare dalla condanna tutti gli ingiuriatori e odiatori di professione, compreso colui che l’avrebbe aggredita verbalmente.
LA QUESTIONE che si apre adesso è come la valanga di peti verbali possa essere contingentata. C’è già Twitter che offre una gamma complessa e mediamente ricca di ingiurie con squadre di anonimi, detti altrimenti troll, che perlustrano il campo, dandosi il cambio solo per il tempo di un panino, ed eruttano appena il rappresentante della squadra A (in questo caso il Pd) abbia preso la parola. Uguale ed opposta condizione, volendo restare nella fanghiglia politica, ottiene il rappresentante della squadra B (il M5s).
I TROLL si radunano nei social network , esondano sui siti di informazione e a volte si ritrovano immortalati da Dagospia , che sul punto svolge una utile attività di scavo antropologico rubricando come Cafonal, sic et simpliciter, corpi che urlano offesa. È molto saggio adesso domandarsi come la depenalizzazione troverà un punto di caduta in televisione, che come sappiamo ha insegnato tanto tempo fa la lingua italiana agli italiani. È del tutto prevedibile lo sforzo di conduttori e ospiti di illustrare la nuova frontiera del mondo vaffanculo, creando anche un registro verbale adeguato. L’ingiuria secca, l’ingiuria letteraria, l’ingiuria sportiva. E poi l’ingiuria del mattino, l’ingiuria del pomeriggio, quella preserale e via dicendo. Odiatori di tutto il mondo, unitevi!
Da: Il Fatto Quotidiano, 25 maggio 2016