La dittaturina della Bergamini

carcereCARLO TECCE

Carcere per i giornalisti, da uno a tre anni dietro le sbarre. Meno intercettazioni, meno pubblicazioni. Multe per gli editori. E carcere, car-ce-re per i giornalisti: accolto l’emendamento della deputata Pdl Deborah Bergamini, divieto di pubblicare telefonate non incluse negli atti dell’inchiesta. Chi è costei? Era, meglio: ex assistente (categoria ampia quanto i minatori, gli operai e i lavoratori usuranti) di Silvio Berlusconi, responsabile marketing strategico della Rai e, in alcuni imbarazzanti colloqui, penalmente irrilevanti, moralmente essenziali, non sembrava tanto interessata al “marketing strategico della Rai”, piuttosto alla politica, alla sua parte politica. Sono trascrizioni del 2 aprile 2005, il giorno della morte di papa Giovanni Paolo II, a poche ore dalle elezioni amministrative. Scrivono gli inquirenti: il 2 aprile, intorno a mezzogiorno, una donna contatta la Bergamini. «Le due si lamentano di una persona alla quale non riescono a spiegare che bisogna dare un senso di normalità alla gente al di là della morte del papa per evitare forte astensionismo alle elezioni. Il telefono della chiamante è intestato alla Rai». Lo stesso giorno, alle 14.31, un non meglio identificato Silvio per Deborah: «Le dice che domani sarà a Roma per votare. Deborah gli spiega i propri impegni. L’uomo dice di avere paura per le elezioni e del probabile forte astensionismo dei cattolici. Deborah lo informa che Ciampi ha preparato un messaggio da mandare in onda al reti unificate.I due dicono che Berlusconi non sarebbe credibile se rilasciasse delle dichiarazioni. I due pensano che Letta e Fini lo sarebbero di più ma loro non possono trasmettere propri messaggi a reti unificate. Deborah avrebbe dato parere negativo a Berlusconi sulla sua comparsa in tv». Bergamini discute con Benito Benassi, vicedirettore marketing Rai, «dice che Cattaneo ha chiesto di condividere i loro pareri con quelli di Vespa al quale avrebbero chiesto di non confrontare i voti attuali con quelli delle scorse regionali». Alle 16 ancora Debora per Benito. «Gli dice che Nardello è molto nervoso. Benito ha intuito che il d. g. (Flavio Cattaneo-ndr) vuole che nella rappresentazione dei risultati elettorali si faccia più confusione possibile per camuffare la loro portata». Deborah chiama Del Noce: «Lo informa della programmazione televisiva di Canale 5. Del Noce dice di aver parlato con Rossella. Deborah dice di aver parlato con Mauro Crippa di Mediaset». Alle 18 e 30 Del Noce telefona alla Bergamini: «Le comunica che Vespa ha parlato con Rossella. Del Noce le riferisce che Vespa accennerà in trasmissione “al Dottore” (ndr, Silvio Berlusconi) ad ogni occasione opportuna». Un minuto dopo Deborah contatta nuovamente Crippa: «Parlano dei rispettivi palinsesti». Alle 21 e 37 l’annuncio della morte del Papa. Il 3 aprile i seggi vengono aperti. Intorno alle 14, Del Noce telefona a Deborah: «Parlano dell’affluenza degli elettori alle urne e degli exit poll. La Bergamini pensa che i dati seri si avranno dalle 21.00 in avanti. I due parlano male di Mazza (direttore del Tg2-ndr). I due accennano al gioco di squadra tra Mimun e Rossella». Poco dopo Deborah è al telefono con una donna: «Parlano della variazione dei palinsesti a seguito della morte del Papa. La donna vive a Roma. Parlano del ritorno di immagine negativo della presenza di Berlusconi alla trasmissione televisiva di venerdì 1.4.05». Alle 17 è il consigliere Rai Angelo Petroni a fare squillare il telefono di Deborah: «Voleva chiederle notizie dei sondaggi. Debora dice di aspettare dati attendibili dopo le 18.30». Benito a Debora: «Le dice che i dati sulle elezioni sono abbastanza disomogenei e che quindi i suoi dati non sono del tutto attendibili (ore 20.00 circa). Benito dice che l’Udc ha comprato voti in Calabria». Alle 21.29, l’allora notista politico del Tg1 Francesco Pionati, oggi senatore scissionista dell’Udc, «Parlano dei sondaggi elettorali e delle ripercussioni delle elezioni sull’azienda Rai. Pionati si raccomanda a Berlusconi tramite la Bergamini». 4 aprile, una certa Linda per Deborah: «Linda le passa Niccolò Querci, parlano del lutto nazionale e della programmazione televisiva. Deborah dice che loro fanno la prima serata sul Due (per le elezioni) e quindi gli chiede di mettere una cosa forte in prima serata su Canale 5. Si risentiranno tra un quarto d’ora». E via per pagine e pagine, ricostruzioni imbarazzanti per un dirigente pubblico pagato dal pubblico affinché lavorasse per la televisione pubblica.
Ps: che il seguente testo venga cancellato prima dell’entrata in vigore del “ddl Alfano”. Altrimenti: acqua leggermente frizzante, arance e un libro di Giulio Tremonti. Grazie.

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1 Comment

  1. tranquillo, carlo: con la proposta d’alia diventeremo come la birmania (vedi intervista gilioli) e nessuno se ne accorgerà.
    l’audience del grande fratello parla da sola…

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