A Enna corso di laurea in accordo con la fondazione di cui è Ad emerito
Vladimiro Crisafulli nelle vesti di Ippocrate. L’indimenticato (e indimenticabile) ras di Enna, la splendida città al centro della Sicilia che ha donato la sua vita all’esponente politico di sinistra (curriculum vasto e militanza eterna: dal Pci al Pd) poi giudicato “impresentabile”, grazie alla sua straordinaria fantasia (infatti ha detto: “sapete com’è, sono fantasioso”) è riuscito a produrre una facoltà di Medicina in vitro. Il seme è dell’università rumena di Galati che grazie a un fruttuoso accordo con la Fondazione ennese Proserpina, di cui Crisafulli è l’emerito amministratore delegato, e l’assessorato regionale alla Sanità, registrerà come studenti di lingua rumena i ragazzi italiani che desiderano sottrarsi ai rigorosi test d’ingresso nazionale. La via della furbizia è infinita e Vladimiro, conosciutissimo alle cronache – politiche e non – due giorni fa, come riferisce Repubblica, ha tracciato il solco della laurea made in Romania.
“ATTIVEREMO due corsi di laurea: quello in Medicina e Chirurgia e quello in Professioni sanitarie. I locali sono stati messi a disposizione dall’ospedale di Enna. Altre aule sono in costruzione, alcune già ultimate”.
Diecimila euro è il biglietto che si deve pagare per accedere alla furbata balcanica. “In linea con il costo delle università straniere”, ha giustamente precisato il Nostro. Un corso intensivo in lingua rumena di dieci settimane trasformerà lo studente siciliano in un affascinato e scintillante illustratore della terra di Dracula. E poi via agli studi di anatomia. In rumeno. “Sessanta posti a disposizione per diventare medici e sessanta per divenire infermieri”. La laurea rumena è accolta nel circuito europeo, accreditata e validata, e dunque si parte. “Sapete com’è, sono fantasioso”, ha giustamente sottolineato il novello Ippocrate che negli anni scorsi si è distinto per aver dato alla città un suo Ateneo, l’università privata Korè.
Naturalmente non è Crisafulli il primo ad aver attivato la fantasia… Già torme di ragazzi pugliesi attraversano l’Adriatico per sostenere a Tirana le selezioni, evidentemente più accessibili, ai corsi in Medicina. E di poche settimane fa anche un’importante pronuncia del Tar che legittima la possibilità di uno studente iscritto all’università albanese di cambiare facoltà e planare nella omologa italiana aggirando i test d’ingresso, molto selettivi e dunque molto pericolosi. Ma ad Enna la frontiera dell’aggiramento è oltrepassato: è la Romania che produce medici italiani e nella quantità negoziata da Crisafulli col placet della Regione. La quale, ricorda inviperito il rettore dell’università di Catania Giacomo Pignataro, aveva comunicato al ministero dell’Università, a cui è delegato il compito di porre il tetto massimo nazionale delle iscrizioni al corso di laurea in Medicina, di aver bisogno per i prossimi anni della metà dei chirurghi ora ammessi. “E così abbiamo tagliato il numero di posti da mettere in palio mentre ora scopriamo che se ne aggiungono 120”.
È IL GOVERNATORE della Sicilia, Rosario Crocetta, il destinatario della protesta, l’uomo contro il quale Crisafulli si era scagliato la primavera scorsa perchè, a suo dire, era stato artefice della propria batosta elettorale. Vladimiro infatti non è riuscito a conquistare la poltrona di sindaco. Ma in politica nessun nemico è per sempre. E così oggi Crisafulli può impegnarsi per dare agli ospedali siciliani – sempre agli ultimi posti nella lista delle eccellenze – medici e infermieri con bagaglio didattico rumeno e una formazione sul campo innovativa. Crisafulli dixit: “Gli studenti potranno fare attività sui cadaveri andando in Romania. Lì è legale, in Italia no”.
da: Il Fatto Quotidiano, 1° settembre 2015