Ho parlato troppo presto? È già uscita la notizia?”. No, i garanti del Pd non avevano mai comunicato che la candidata ufficiale del partito in Liguria fosse la signora Paita. Anzi avevano appena registrato l’annullamento per brogli di 13 seggi alle primarie appena svoltesi. Bruscolini per Matteo Renzi. Che non essendo Tafazzi, proprio così ha detto, ha avanzato la nomination prima che le verifiche fossero state concluse. E raccomandato l’unità e tanti bei selfie alla candidata vittoriosa. Evviva!
Ammesso che le verifiche fossero state serie le ha fatte passare per fasulle. Come ha trasformato in bugiardo il suo proposito, almeno teoricamente sincero, di risanare il partito, liberarlo dagli impresentabili, restituirgli credibilità e un po’ di onore, qualunque latitudine fosse ad essere teatro di queste scene di malapolitica.
La reazione a Roma dopo l’inchiesta per Mafia Capitale
Altro giorno e altro Matteo. Giovedì sera in televisione Orfini, presidente del Pd rivolto a Marco Travaglio durante Servizio Pubblico: “Ha visto in Piemonte? Tutti assolti”. L’ha pronunciata la parolina magica – assoluzione – con l’aria soddisfatta, con la malizia di chi dice, e adesso tiè. Con l’animo di chi è convinto che se il fatto non costituisce reato smette di essere schifoso, inopportuno o eticamente riprovevole. Semplicemente smette di esistere.
Sono eventi frequenti di un fenomeno conosciuto come scambio di ruolo. Colui che si professa garantista attende come fosse Zeus la mano della Procura e si attiva solo se sente il tintinnìo di manette. È la Procura che timbra il lasciapassare. E la soglia della buona creanza raggiunge quella della cella. Se la sopravanza è illecita. Ma se si ferma a un passo dalle sbarre diviene rispettabile, pulita, dunque potabile.
Infatti il primo Matteo, cioè Renzi, ha nominato un secondo Matteo, cioè Orfini, commissario alla ripulitura del Pd romano solo perché il procuratore della Repubblica gli ha arrestato alcuni amici sostenitori tipo Buzzi, e rinviato a giudizio altri amici, consiglieri comunali di fascia alta. Non si fosse mosso il dottor Pignatone, Orfini sarebbe ancora a giocherellare nel clubbino dei giovani turchi, la grandiosa corrente della sinistra che l’ha visto prima adagiarsi nella poltrona offertagli da Bersani al tempo della sua segreteria e oggi accettare, ma a malincuore!, lo scranno presidenziale del Pd predisposto da Renzi. Un combattente, e si vede.
Questa teoria illustra la prova inconfutabile dell’inesistenza della realtà se non è accompagnata dai Carabinieri. Si deduce che tutti gli intrallazzi e le sporcizie e i traffici di tessere e di circoli di cui lo stesso Orfini dice di dover eliminare da Roma, non essendo fatti penalmente rilevanti, non esistono. Ed è bellissimo, perché effettivamente il mercimonio di tessere sarebbe un atto riprovevole solo se la Suprema Corte fosse chiamata a deliberarlo. E qui di nuovo la conferma di una consapevolezza nuova dei socialisti del terzo millennio: le manette sono il sol dell’avvenire.
Questo è un Paese, pensate un po’, in cui la figlia di Silvio Berlusconi ha dovuto ricordare che la Costituzione impone a chi ha responsabilità di governo di comportarsi con onore, testimoniandolo in ogni atteggiamento sia privato che pubblico. Evidentemente anche questo articolo verrà emendato nella grande riforma costituzionale che dovrà modernizzare le Istituzioni.
Il Pd, oggi retto da garantisti non più ossessionati dalle Procure, avanza placido e tranquillo. In Campania, per esempio, per la terza volta non si potranno svolgere le primarie. C’è mica un problema? I magistrati non hanno mosso un dito e la convinzione comune è che se non si terranno non lo alzeranno in futuro. Infatti silenzio. Chi vorrà, trafficherà al momento opportuno e saranno fatti suoi. Siamo tutti garantisti, e Renzi garantirà presto il nome dell’unico candidato, scelto naturalmente da lui. Sarà Gennaro Migliore. Il nome dice tutto. Più garanzia di così?
Hanno rottamato anche la questione morale
Siamo finalmente alla terza via agognata nel secolo scorso da Enrico Berlinguer. Entri, esci o stai di lato a seconda che la Digos abbia fatto visita in casa. Tutto ciò che non è scritto nel certificato penale non esiste. Non esistono, per fare un ultimissimo esempio, le tangenti dell’Eni, perché Scaroni le avrebbe confessate solo sotto voce a Corrado Passera e lui, altro gran garantista, non ci ha creduto e non ha neanche fiatato.
da: Il Fatto Quotidiano 18 gennaio 2015