C’È TWITTER DI MEZZO. Una delle condizioni di accesso alla soglia quirinalizia è l’essere interprete del nuovo mondo. Abbiamo un premier twittatore ed è ora che anche il capo dello Stato – per marcare l’equilibrio dei poteri – assuma su di sé l’impegno di registrare le attività, il pensiero, le decisioni che si assumono e anche, se del caso, ribattere tempestivamente e con lo stesso mezzo alle scelte politiche di palazzo Chigi deliberate su twitter. Sembra che la richiesta di prendere in esame questa particolare abilità sia stata dei parlamentari 5 Stelle valutando come imprescindibile questa caratteristica. Grande è stato lo stupore quando la richiesta è stata accolta con interesse dal Pd. I renziani hanno colto l’occasione per prendere due piccioni con una fava: attivare un canale con l’opposizione grillina e spegnere sul nascere ogni velleità dei personaggi di gradimento della minoranza interna, tutti fuori da twitter. Però non avevano previsto che sul punto fosse Berlusconi a irrigidirsi: “Se è così, d’ora in poi trattate con Gasparri!”.
da: Il Fatto Quotidiano 4 gennaio 2015