MANUELA CAVALIERI
“L’Italia è un Paese meraviglioso”. La frase non l’ha pronunciata uno dei 59.619.290 inquilini dello stivale. Bensì il politico più “cool” del momento.
È affascinante da morire: sorriso magnetico, eloquio inebriante. Un affabulatore.
Anche dopo un’ora di jogging, la sua maglietta sudata “odora di primavera” (secondo una beninformata giornalista del Bild). Come non sospirare sentendogli dire “Buongiiioorno” alla televisione italiana con quel vezzosissimo accento americano?
Ebbene sì, lo ammetto, anche io sono stata stregata dalle malie di Barak Obama.
Mediamente diffidenti e sospettosi verso le “magnifiche sorti e progressive” made in USA, stavolta non abbiamo resistito alle seduzioni. Ed eccoci qui, pronti ad emozionarci ad ogni suo discorso.”Yes we can!” è divenuto quasi un intercalare. Secondo i politologi se a votare fossero gli europei, Barak non avrebbe rivali. Certo, il senatore è giovane e bello.
Ma non è solo questo. Il nostro è amore dell’assenza. Assenza di politica degna dell’iniziale maiuscola: gli studiosi hanno sentenziato la “fine della storia” e la “morte delle ideologie”. L’ingresso nella liquida civiltà postmoderna. Al vuoto nostrano, Obama il visionario oppone la capacità di credere. Di nuovo. Sarà pure retorica da showbiz, ma ne avvertiamo il bisogno. Volutamente ingenuo, impellente.
…il sogno va benissimo, il problema è il risveglio…;-)
Ciao Manuela, mi complimento per il tuo post. Condivito quanto hai scritto su Obama. Hai ragione soprattutto quando dici: “Il nostro è amore dell’assenza. Assenza di politica degna dell’iniziale maiuscola: gli studiosi hanno sentenziato la “fine della storia” e la “morte delle ideologie”. L’ingresso nella liquida civiltà postmoderna. Al vuoto nostrano, Obama il visionario oppone la capacità di credere. Di nuovo. Sarà pure retorica da showbiz, ma ne avvertiamo il bisogno. Volutamente ingenuo, impellente”. Sono le parole che avrei usato anche io. Maria