La scelta del Pd di escludere dalle liste alcune candidature impresentabili e suggerire ad altri protagonisti di rinunciarvi spontaneamente fa onore a quel partito e a Pier Luigi Bersani che lo guida. E’ una scelta che ha un costo elettorale elevato e so per esperienza che è difficile, quando la vittoria è a portata di mano, indietreggiare quel tanto che può metterla a repentaglio. Questa scelta merita di essere non solo salutata con favore ma sostenuta anche nei fatti. Voglio essere ancora più chiaro: questo coraggio – di fronte alla desolazione di liste che incollano volti senza la benché minima reputazione – si espande persino oltre i suoi meriti ed è giusto sottolinearlo, ricordarcelo quando si andrà a votare. Detto questo, rifletto e mi chiedo: senza una campagna di stampa questa decisione sarebbe ugualmente maturata? E quanti sono i giornali che hanno spinto di più, promosso di più la richiesta di far fuori gli impresentabili? E tra coloro che lo hanno fatto, quale testata si è mossa prima? Qui non si fa la gara a chi è il più figo del bigoncio. Ma varrà pure qualcosa scrivere avendo gli occhi aperti e le orecchie tese. So che molti di voi non leggono il Fatto quotidiano. Anzi e purtroppo: non leggono né il Fatto né gli altri giornali. Semmai sbirciano, trafugano, scopiazzano, raccolgono. L’età digitale insegna a trasformare un vizio in una virtù: è tutto gratis quassù, mi linki il pezzo per favore? Altri amici mi dicono che è la crisi, l’incipiente povertà, a rendere impossibile l’acquisto. Vero ma se permettete un po’ anche falso. E’ più comodo cliccare in casa che raggiungere l’edicola, è più comodo giudicare che pensare, più comodo indicare che fare. E’ una verità amara che sollecita questa domanda a cui vi prego di rispondere: e se non ci fosse stato Il Fatto a illustrare i volti degli impresentabili? E se questa campagna non fosse stata seguita anche da altri giornali, come Repubblica? Se nessun giornalista, anche quelli più desolati e umili, i blogger e i free lance, non avessero investito tempo e fatica, credete che il Pd avrebbe preso questa decisione? In questi giorni sto girando l’Italia a raccontare i volti dei candidati: nel mio piccolo e modesto ruolo cerco di indicare, non avendo né la bacchetta magica né la polizia giudiziaria a disposizione, chi merita e chi no. La buona e la cattiva pratica. Tento di farlo con onestà intellettuale e disinteresse. Ma questo lavoro costa. C’è qualcuno che paga me, l’albergo, il ristorante, le auto e gli aerei. Vorrei che ve ne ricordaste, e vi ricordaste quando dite (e a volte avete ragione) che Marco Travaglio è eccessivo, forse ossessivo, che senza di lui, i suoi lettori, Il Fatto forse non potrebbe esistere, non potrebbe vivere. Quanti sono i giornalisti in Italia che hanno creato un giornale e lo fanno vivere senza un editore alle spalle, senza finanziamento pubblico e quasi totalmente privo di pubblicità? Ditemelo per favore, e spiegatemi tutto: illustratemi tutti i difetti che abbiamo ma poi – sempre per cortesia – indicate anche la virtù, l’onore e il coraggio. E fate seguire i fatti alle vostre parole. L’ho detto per il Pd, a maggior ragione lo dico per il buon giornalismo, ovunque esso abbia casa.