IL TOUR DEL 5 STELLE NELL’ISOLA IN CRISI DI CLIENTELE E ASSETATA DI VENDETTA: ECCO PERCHÉ IN SICILIA RISCHIA DI FARE IL BOTTO
La pasticceria Irrera di Messina è uno dei maggiori centri di smistamento del cannolo siciliano e delle chiacchiere politiche. Ottimo punto di osservazione. Sono le nove del mattino, l’ora del caffé, al bancone si discute dell’arrivo sull’isola di Beppe Grillo. Signora molto informata: “Mi hanno detto che è stato tirato con una fune, così non vale”. Ragazzo, meno scettico: “Su youtube non si vede la fune”. Lei, molto ansiosa: “So per certo che c’era la fune e comunque è tutto spettacolo. Dimmi tu cosa rappresenta quella specie di nuotata”. È bastato poco a Grillo per divenire il padrone della scena siciliana. Ieri all’una era quasi nella bocca dell’Etna: ha improvvisato un comizio sui crateri Silvestri, e anche lassù qualcuno è rimasto ad ascoltarlo. Una corona di fan sulla criniera della falla naturale ha apprezzato e applaudito. Il giorno prima aveva danzato al ritmo di blues ad Acireale, urlato da un improvvisato risciò a Lipari, avanzato alla maniera di Forrest Gump a Misterbianco. Non c’è improvvisazione ma studio della migliore posizione possibile in campo. C’è applicazione e metodo nella scelta grillina di occupare la scena aprendo a destra e a sinistra: “Cerchiamo il cento per cento dei voti”. Facendo arretrare la condizione mafiosa alle responsabilità di Garibaldi e degli americani, senza un cenno alla collusione sociale che ne ha favorito il dominio sulla società. Grillo è dappertutto e da nessuna parte. È una speranza per i giovani che lo trovano congeniale ai loro gusti e ai loro interessi: twitta e posta , filma, manda. Parla in modo chiaro e le parole sono nuove: i beni comuni, l’acqua e la terra. Parla del mare: “Avete visto che mare avete?”, li inorgoglisce e infonde speranza: “Il voto non lo dovete dare a me ma a voi stessi. Vi dovete votare”. Le piazze sono piene, e il registro comico del grillismo è una novità insuperabile nel teatro triste e tragico dei gattopardi siciliani. Gli stessi di sempre, con le capriole di sempre. “È ora di cambiare” c’è scritto in un beffardo volantino dell’Mpa, il movimento che ha creato Raffaele Lombardo, governatore uscente, sviluppatore del più raffinato e capillare sistema di scambio clientelare. È ora di cambiare, scrivono. E fanno sorridere amaro. Come amaro e incredibile è il manifesto di una società finanziaria. Presta soldi a chi è con l’acqua alla gola. Presumibilmente a tassi di tutto rispetto. Il tabellone declama in siciliano: “Io nu mi facciu fare fessu, scelgo Profingest”. Si può arrivare a tanto? In Sicilia si può. Perciò Grillo nella lunga traversata isolana rischia di raccogliere molto di più di quel che ci si aspetti. Due signori dall’aria partecipe si tengono ai margini del comizio in piazza Duomo a Messina ma commentano a voce alta: “Questo qui muove i giovani. E i giovani muovono i vecchi nelle famiglie, li portano a votare. Li vede come sono convinti?”. Il giovane tira a sé il vecchio. La crisi delle clientele capovolge la prassi consolidata del capofamiglia che “vende” la sua dote elettorale al politico che poi la remunererà. Questo è un altro fatto, è un altro cuneo a favore del Movimento 5 stelle. Otto per cento, dieci per cento. Forse di più, addirittura il 15. Aspettiamo per dire. Ma intanto guardiamo: a sinistra il Pd si è alleato con l’Udc. Sistema antico di collegamento, prospettiva di pura conservazione. Certo c’è un candidato vitale e brioso, Crocetta, noto per la sua attività di sindaco di Gela, ma esiste la stanchezza di chi ne ha viste troppe per credere sia al Pd che all’Udc. E ci sono i voti di Vendola, in libera uscita. La lista di Sel è debole, dopo la rinuncia forzata di Claudio Fava. Ed è distratta dal richiamo di una nuova politica, quella che il resto del mondo chiama “antipolitica”. Il a Grillo scassa, scortica, disarticola. Quel voto è destinato a crescere in chi coltiva speranze di cambiamento e anche in quelli che non hanno più speranze. Le hanno provate tutte, e adesso eccolo qui il comico, vediamo come va con lui. Il voto a Grillo diverrà presto, e ce ne accorgeremo da qui a qualche settimana, anche la piattaforma ideale per chi vuole regolare conti, per i nuovi esclusi del centrodestra, coloro ai quali il berlusconismo non è più garanzia di successo, di affermazione sociale, di candidatura sicura. Un voto a Grillo sarà come un colpo sotto la cintola, uno sfregio, una vendetta, una piccola ritorsione contro gli ex amici. La Sicilia è disperata e Grillo lo sa.
Da: Il Fatto Quotidiano, 14 ottobre 2012