La mestizia o la preoccupazione con la quale passiamo in rassegna le cosiddette “condizionalità”, il controllo appunto di come spendiamo i quattrini, è assai singolare. Mica ce li danno per fare tutti una grande festa? Magari una gita a Formentera? E il fatto che una parte di essi (81 miliardi di euro) siano a fondo perduto impone ai nostri soci di capire come la solidarietà europea verrà impegnata. Obbliga noi nei loro confronti, come ciascuno dei Paesi nei confronti della comunità.
Benedette le condizioni, perciò. Non dovremmo preoccuparci di spendere i soldi secondo gli impegni e gli obiettivi indicati a Bruxelles. Non dovremmo avere nessun timore da un controllo, se esso naturalmente non divenga ostruttivo.
Il terrore mio è che gli italiani debbano essere impauriti da se stessi. Dalla cronica incapacità di onorare gli impegni, di rispettare i tempi, di abbandonarsi alle furbizie (o peggio alle bustarelle) che tanto peso hanno avuto nella dimensione civile della nostra storia contemporanea.
Il problema siamo noi. E la soluzione al problema siamo sempre noi.
Meglio che ce lo diciamo adesso. E meglio, molto meglio, faremmo a non trovar scuse domani.