Non siamo abituati a queste decisioni, così inusuali e straordinarie da apparire anzi eccentriche. In tempo di pandemia, di un crollo verticale del mercato, un’impresa che non si lamenta, che anzi rifà i conti e dice: siamo messi molto meglio. Possibile? E così la mossa di Ikea fa venire l’acquolina in bocca a chi come me pensa che di fronte ai molti che ancora attendono di essere sostenuti dallo Stato, qualcuno (qualcuno?) abbia arraffato senza giusta causa, abbia pianto senza motivo, sia divenuto improvvisamente povero pur conservando un ricco conto in banca.
Ah, se fosse possibile una lista dei signori effe! I frugali di qua e i furbi di là. Sai che sorpresissime di fine stagione! Ma la pandemia è una guerra. E tra i tanti guai che provoca è che rende ancor più diseguali i cittadini. Nella valle di lacrime non si distingue il buono dal cattivo, l’onesto dal disonesto. Ciascuno chiede il suo diritto avendo in testa il suo rovescio.