Mai una riflessione su come si esercita la professione di magistrato, come si individua colui che lavora e chi lo scansa, come si premia l’uno e si colpisce l’altro.
Non basteranno le riforme, anche le più illuminate, a rendere certo, veloce e soprattutto equo il giudizio se, malgrado le misure di accertamento della produzione dei singoli, resterà certa solo l’incertezza, assoluta solo la convinzione che chi vuole produce e chi si nega attende comodo in poltrona.
All’evasione fiscale, che è un danno permanente alla nostra economia, si aggiunge questa seconda e più minacciosa evasione dal lavoro, che dall’alto si irradia verso il basso bruciando diritti e reputazione.