Marco Revelli – Per lo storico, le primarie hanno dimostrato che esiste “una pubblica opinione di sinistra” contro il governo
“I numeri sono confortanti, vista la situazione, e Nicola Zingaretti, nelle condizioni date, ha ottenuto un ottimo risultato. Da qui a certificare che il Pd sia vivo e vegeto ce ne passa. Non vorrei che fosse, come dicono gli anglosassoni, il rimbalzo del gatto morto”.
Marco Revelli studia e soprattutto racconta nei suoi libri la sinistra. Ieri un popolo si è comunque visto e ritrovato.
Siamo lontani dai quattro milioni di Romano Prodi, che aprirono la stagione delle primarie. Però un segno, importante, c’è stato. Esiste una pubblica opinione di sinistra, e si è mostrata. L’occasione che aveva, le primarie, è stata colta al volo. Un pezzo di Paese non tollera più questo governo, subisce la disumanità di Salvini, la stupidità dei Cinquestelle. E ha afferrato la matita per reagire. C’erano i gazebo in piazza, e si è diretto lì. Non mi sembra un voto di fiducia al Pd, ma il senso di una presa di posizione civile prima ancora che politica. Se non ora, quando? si saranno chiesti. E giustamente aggiungo.
Lei ha votato?
Penso che si debba partecipare alle primarie se si crede nel partito che le organizza. Io non ho questa fiducia e in tutta sincerità non credo nemmeno che il Pd abbia agito da protagonista in questa consultazione.
Per Zingaretti sarà duro provare a dare un cuore e una nuova destinazione a un partito figlio di un altro tempo, che fino a ieri ha remato nella direzione opposta.
Il voto, e la dimensione straordinaria della partecipazione, dicono due cose. Il renzismo è morto, ma le scorie rimangono e non è detto che Matteo Renzi non faccia altri danni. Zingaretti deve gestire una linea politica in dissenso con i suoi gruppi parlamentari, selezionati dal leader oggi epurato. Ed è la prima questione.Continue reading