La legge elettorale è così perfida e ingannevole da far apparire il Porcellum almeno sincero. Era una legge sporca fin dal nome. Il Rosatellum all’apparenza sembra aperto alla rappresentazione politica della società dosando proporzionale e maggioritario, nei fatti realizza un mercato delle vacche ancora più indegno del precedente. Liste non solo bloccate, potere assoluto ai capi partito e in più la certezza che una maggioranza non ci sarà.
E allora è il caso di stare a sentire il consiglio del costituzionalista Michele Ainis, che su Repubblica qualche giorno fa suggeriva un modo per tentare di ribellarsi al Rosatellum: votare solo per quei candidati al maggioritario senza altro paracadute al proporzionale. Lo so che la scelta sarebbe difficile e so che la legge, avendo imposto il voto congiunto , utilizzerebbe il nostro voto, ugualmente per legare al carro della nostra protesta il listino dei maggiorenti candidati al proporzionale. Ma se fossimo in parecchi a condividere questa scelta, costringeremmo almeno all’imbarazzo i tanti leader di carta che cercano la rielezione senza avere i voti. Cioè truffandoci. Oggi l’esponente pd Roberto Giachetti ha annunciato che rinuncerà al paracadute proporzionale. E’ una notizia bella, e sarebbe un esempio da seguire.
Facciamo perciò lo scherzetto al Rosatellum: scegliamo di votare il candidato del nostro partito che si mostri leale nei nostri confronti, che ama la politica e rischia l’elezione, si obbliga alla fatica di convincerci e mette nel conto che in democrazia si può anche perdere.
Binario morto – L’Istantanea di Antonello Caporale
Il treno non è solo un vettore, ma un connettore di comunità. È il mezzo di trasporto più popolare e più sicuro. Dove passa il treno c’è vita. Il treno ha cucito l’Italia, l’ha resa unita fino a quando non si è deciso che le rotaie andavano mandate al macero.
Sono oggi più di ottomila i chilometri di binari morti, ferrovie corrose dalla ruggine, stazioni abbandonate ai cani randagi, lasciate alla rovina. E migliaia i chilometri di strade ferrate dove la manutenzione giunge col contagocce nell’idea – forsennata e perdente – che l’Italia debba viaggiare solo su gomma.
Cosicché si è scelta l’alta velocità come unico investimento possibile, naturalmente nei collegamenti tra le città maggiori e a un costo da vip, lasciando al sussidio regionale le migliaia di chilometri che servono i cittadini che ogni giorno devono spostarsi. Treni e binari hanno iniziato a perire sotto il peso del più completo disinteresse. C’è un’Italia perduta, abbandonata dagli occhi e dall’attenzione dei tanti che hanno governato, alla quale prima di ogni altra cosa è stato tolto il treno. Restano i binari, arrugginiti e oramai vinti dalle sterpaglie, a illustrare il tempo che è.