Verrebbe voglia di simpatizzare per Elsa Fornero nonostante la sua famigerata legge sia stata per molti cittadini ingiusta e abbia prodotto a tanti dolori e sacrifici anche personali durissimi. Ma non c’è confronto tra la dignità con cui la Fornero governa le parole e persino gli errori di cui è stata protagonista e la voglia smodata di erigerla a capro espiatorio da parte di una classe politica affamata e smemorata.
Dimenticano, e purtroppo sono tanti, che la professoressa Fornero fu chiamata al governo dopo che coloro che oggi rivestono senza imbarazzo l’abito di statisti se la diedero a gambe all’aria. Si dimentica tutto e troppo in fretta e di quel 13 novembre 2011 quando Silvio Berlusconi chiuse tra i boati di gioia la sua fallimentare esperienza di governo dimettendosi al Quirinale, cosa resta?
Il centrodestra parla oggi di un complotto europeo dei poteri forti ai danni dell’ex premier, per piegare l’Italia e renderla suddita della dottrina tedesca, spogliarla delle ricchezze e farne la periferia dell’Impero. Sarà! Ma quel giorno, quel 13 novembre 2011, a fuggire non fu solo Berlusconi. La sua corte, tutta intera, scomparve, i berluscones si nascosero alla vista e pure i leghistisi rifugiarono in Padania silenziosi. L’intera classe politica abdicò al suo dovere e delegò ai tecnici il lavoro sporco di ripulitura dei conti. A lavoro eccoli di nuovo tra noi. Una pernacchia, una di quelle che li accompagnò alle dimissioni, li dovrebbe oggi seppellire. E invece urrà!