Paolo Tancredi: “Io cumulo, raccolgo, aggrego: firmo emendamenti per tutti”

Come cinghiali affamati.

“Affamati di sicuro”.

Vi scaraventate sulla legge di bilancio e la sbranate, la riducete a brandelli con i vostri emendamenti. Un pezzettino di soldi li trasportate di qua, un altro di là.

Un parlamentare sa che la finanziaria è l’unico strumento che gli riconosce un po’ di ruolo, che gli permette di fare qualcosa per il proprio territorio, di esibire la sua identità e se permette anche un po’ di autorevolezza.

L’influencer Paolo Tancredi, deputato di Teramo, intimo di Angelino Alfano, gran tessitore di mance pre elettorali. Se ne contano duecento che portano la sua firma.

Io sono l’unico del mio gruppo in commissione. È chiaro che raccolgo, cumulo, faccio il collettore. Firmo emendamenti anche non miei.

Firma anche emendamenti orribili?

Orribili è poco. Ricordo che mi ritrovai firmatario di una misura che stabiliva il condono edilizio nel territorio del Parco nazionale dell’Abruzzo. Ma si può?

Ma si può dovrei domandarglielo io.

No che non si può. Non l’avevo letto, avevo firmato alla cieca. Quando me ne accorsi revocai l’adesione.

Firmare alla cieca è un atto di assoluta devozione.

È l’assillo che ti prende nei giorni della Finanziaria. In dieci giorni, quest’anno solo una settimana, devi tentare di imbucare ogni possibile misura e in più devi sostenere gli altri colleghi del gruppo a imbucare le loro.

Lei è un grande imbucatore.

Sono provvidenze minime, a sostegno di eventi anche trascurabili, se misurati col metro nazionale, ma che per le realtà locali sono fondamentali.

Lei per esempio cosa ha strappato di cui gloriarsi?

Un finanziamento per la coppa “Interamnia” di Teramo. Detta così sembra una stupidaggine, ma nella mia città l’iniziativa è sentita, partecipata. E un parlamentare che ascolta la propria gente che fa?

Che fa?

Il diavolo a quattro.

Le bande musicali sono particolarmente coccolate.

Anche qui quanta malainformazione. La banda musicale è il tessuto civile su cui si sostiene l’Italia, è un ramo dell’albero.

Tancredi, lei è coraggiosissimo.

Le cose orribili sono altre.

Per esempio?

Bah, non so. Abbiamo stabilizzato 18mila precari. Vattelappesca se sono precari veri, finti, un po’ veri e molto finti.

Un’altra cosa equivoca finanziata.

Abbiamo finanziato il Maxxi a L’Aquila. Ma che diavolo è?

Se non lo sa lei… Arte contemporanea, cultura.

Mah, a me sembra ’na cazzata.

Lei è coraggiosissimo.

Ma i provvedimenti si approvano anche se non si condividono.

Tancredi sta col centrosinistra o è in fuga verso il centrodestra come i suoi impavidi colleghi stanno facendo?

Dov’ero sto. E diamine, cinque anni di governo e poi, solo perché la prospettiva non è certa fai bye bye?

Si ricandiderà.

Certamente.

Presumo senza successo, ha fatto due conti?

A forte rischio di insuccesso.

Sua moglie lo sa?

Cosa dovrebbe sapere?

Che tra qualche mese la ritroverà a ciondolare in casa, spaurito e perduto come un gattino cieco.

In effetti, ora che ci penso, la preoccupazione di mia moglie potrebbe coincidere perfettamente con la sua suggestione.

Tancredi, lei non ha scampo. Dovrà ritornare a casa.

Ho il mio lavoro, il mio studio tecnico.

Addio Roma.

Ho dato ciò che potevo, e ho fatto quel che mi è riuscito di fare. Sono sazio.

Cinghiale affamato.

Affamato come tutti.

Ha firmato cose orribili.

Come tutti.

Ed è al servizio delle lobbies.

Il lobbista in certi casi aiuta e agevola.

Il lobbista in certi altri casi ti fa firmare anche proposte che nemmeno sai a chi giovano.

Questo è vero.

Lei firma alla cieca.

Firmo, ma poi apro il libro e studio per capire cosa diavolo abbia firmato. E se non mi piace il tema prendo la penna e tac, cancello il mio nome.

Lei è coraggioso.

E spiritoso.

Da: Il Fatto quotidiano, 27 dicembre 2017

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