“Tutti i giorni penso di rompere e presentarmi da sola alle elezioni, scegliere la mia strada, coltivare l’identità del mio partito, la pulizia, i valori veri. Una grande battaglia nel segno dell’unico valore fondante che tiene uniti tutti: la Patria”.
Quando va a letto Giorgia Meloni sogna la libertà. Poi si sveglia, fa due conti e ritorna a far la brava scolara del centrodestra.
Il mio unico timore sa qual è? Il voto utile.
Sbatté la porta di palazzo Grazioli perché Berlusconi non le aveva concesso le primarie. Dopo qualche anno si ritrova Berlusconi lì dove l’aveva lasciato: un metro e mezzo avanti a lei.
Sbattei la porta soprattutto perché ero contro l’idea di dare il sostegno al governo Monti. E col senno di poi devo dire che ne sono orgogliosa.
Però pensava pure che Berlusconi fosse finito.
È vero, l’ho pensato. Ho ritenuto conclusa la sua storia politica.
E invece… ora resta col dilemma: andare da sola col rischio di non racimolare i voti che contano oppure stare dentro la coalizione ma perdersi nella nebbia.
Con la chiamata alle armi del voto utile ho perso Roma. Chi era contro il Pd, stragrande maggioranza, ha votato Raggi. E chi non sopportava i Cinque Stelle ha digerito Giachetti. Al secondo turno sarei dovuta andare io, e invece: al lupo! al lupo!
Ma oggi questo centrodestra sembra una fake news!
Capisco la sua obiezione. È il risultato della legge elettorale che non premia la coalizione ma i singoli partiti: quindi ciascuno batte sulle differenze, scava, segna il territorio. Eppure le possibilità che si possa vincere ci sono tutte. E sono alte.
Berlusconi fa il solito partito-omnibus, Salvini il fascio-leghista e lei la Bella Addormentata nel bosco.
Mi hanno detto di peggio: sarei Alice nel paese delle meraviglie.Continue reading