Lei gioisce. “Con 7850 voti ce l’ho fatta. Felicissima sono”. Lui patisce. “11020 preferenze, un’enormità. Purtroppo non avevo previsto l’exploit dell’avvocato Calderone. A Messina è andato fortissimo e mi ha fregato”.
Lei è Luisa Lantieri, nonna tra dieci giorni, da Enna. Luisa, socialista e laica, ha aperto il suo cuore, nella progressione della carriera, alle istanze della moderazione e, per motivi personali, ha subìto una conversione religiosa molto intensa.
Mi chiamano tutti la pasionaria, per via della passionaccia che ho per la politica. E sono una credente sfegatata perché la vita ti porta a riconoscere il trascendente che è in te.
Nino Germanà è figlio d’arte. È stato capo della segreteria politica del suo babbo Basilio, già deputato di Forza Italia e animatore sui Nebrodi di una fantastica “festa del porco”, un pantagruelico campionario delle virtù del maiale nero. Anche Nino come il papà è stato deputato nazionale. Ultimamente da consigliere regionale aveva abbracciato la causa di Angelino Alfano ma, a settembre scorso, è ritornato da Berlusconi.
Ho fatto una campagna elettorale determinata e vincente. Tre mesi in auto, ho battuto palmo a palmo il mio collegio e il risultato è stato straordinario. Con undicimila voti mai mi sarei aspettato di venire escluso.
Luisa, lei è la donna in più che ha galvanizzato il Pd.
Quando ho scelto il Pd ho subito avvertito Gianfranco Miccichè, perché si stava insieme in Grande Sud, la sua vecchia lista elettorale (ora è di nuovo in Forza Italia). Siamo rimasti molto amici e anche ieri mi ha fatto le congratulazioni.
Anche di Germanà si dice un gran bene nel centrodestra.
La passione resta intatta e con Musumeci i rapporti sono veramente ottimi.
Luisa ha un curriculum politico impegnativo. È stata rieletta grazie all’aiuto di Mirello Crisafulli, suo concittadino.
Vero, il senatore mi ha aiutato.
La prima elezione a deputata regionale la deve invece a Totò Cuffaro.
Con Totò c’è un’amicizia affettuosa di vecchia data.
Affettuosa in che senso?
Nel senso di amicizia. Co s’ha capito, u’madonna santa! Sarò nonna tra dieci giorni.
Però è anche intima di Miccichè.
Intima politicamente. Ci sono stati ottimi rapporti che conservo.
Ma ora ha scelto il Pd.
Dunque guardi: nasco socialista da una famiglia piuttosto atea, dal forte radicamento ideale, e mi candido al consiglio comunale di Enna. Eletta. Poi con l’Udc di Angelino Alfano al consiglio provinciale. Eletta. Poi con Grande Sud di Miccichè al Parlamento regionale. Eletta. E adesso col Pd. Rieletta.
Nino, come vede c’è chi ride e lei invece piange.
Non sono contrito, le regole sono queste. Chi mi conosce sa che non mi scoraggio. Tornerò in pista.
Eppure il tono della sua voce è dolente.
Per la stanchezza. Ho macinato tanti chilometri.
Luisa è felicissima.
Finita l’intervista devo assolutamente fare compere per il nipotino. Mi è mancato il tempo.
Nino è chiuso in casa.
Sono stanco, una settimana di riposo la merito.
La ricordo spaesato quando venne al Parlamento nazionale in ragione dell’eredità familiare.
La Regione mi piace molto di più.
Anche a lei Luisa piace molto la Regione.
Malgrado le maldicenze. Come sa sono stata assessore con Crocetta e sono precaria.
Già, che stupido a non ricordarlo: la precaria chiamata all’assessorato alla precarietà.
Quanto veleno è stato sparso! Ecco quella che per sistemarsi fa l’assessore. Nessuno sa che c’è la legge Madia sulla stabilizzazione.
E lei è ancora precaria.
Rifiutai anni fa la stabilizzazione perché mi avrebbero dequalificato.
Nino, la precarietà è propria della politica.
Una puntina di dispiacere per i tanti sindaci, gli amici che mi hanno aiutato e che adesso vivono un momento di smarrimento.
Io per lei vedo un incarico da assessore nella giunta Musumeci.
Vediamo, non corriamo, non è questo il momento. Il partito farà le sue valutazioni.
Da Luisa Lantieri tutti si aspettano un gran lavoro di cucitura. Lei sarà ponte tra le istanze ideali della sinistra e quelle del centro.
Io mi sento vicina infatti anche alle istanze di centro.
Amica di Cuffaro.
Amica sì.
E di Crisafulli.
Certamente.
Ma nel Pd fermamente antirenziana.
Non lo sopporto proprio, sto con Michele Emiliano.
Da: Il Fatto Quotidiano, 8 novembre 2017