“Io faccio il tifo per Renzusconi”.
La crasi riduce a uno i leader di cui Flavio Briatore si dichiara devoto.
Voi del Fatto scrivete così perché siete maligni ma davvero avremmo bisogno del presidente Berlusconi e di Matteo, bravissimo ragazzo e con tanta birra in corpo.
Lei farebbe il consulente da Montecarlo.
Bellissimo clima e grande piattaforma logistica. Sei voli al giorno per Dubai.
Un ricco tra i ricchi. Ha letto Trump? Con tutto il rispetto, non si porterebbe mai un povero al governo. Non è un vincente, né ha dato prova di sapere organizzare la vita degli altri. Un ricco sì.
Approvo l’amico Trump. Non perché sia razzista, poi io come farei ad esserlo avendo conosciuto la povertà. Ma è un fatto che se hai mostrato carattere e forza, se sei un vincente, puoi esibire le tue qualità per il bene comune.
E poi nessuno proibisce al povero di divenire ricco.
Esatto. Io ne sono la prova.
Però a Montecarlo la ricchezza un po’ appesantisce e annoia. Colora di grigio il cielo turchese, vero?
Se da un lato c’è l’orgoglio di essere il secondo gruppo monegasco, dopo quello del principe, per fatturato e la città è straordinaria, l’aeroporto efficiente eccetera, è anche vero che le amicizie possono far pensare, specialmente se si è bambini, che il mondo sia di un solo colore.
Lei è in pensiero per la crescita sana del piccolo Nathan Falco.
Ho trovato a scuola un suo amichetto di sette anni con un Rolex al polso.
Povero figlio!
Non va bene. Ma mio figlio sa che esiste anche la povertà. Viene con me in Kenya. Al resort di Malindi, l’Africa perduta agli occhi, il mare che sembra una pietra preziosa. Lo porto anche nei villaggi vicini, dove i bambini giocano con niente. Lui mi dice sempre: sai papà che quei bambini sono poveri ma felici?
La ricchezza non dà felicità.Continue reading