È IL PASSO doppio della vita: di qua la tua piccola esistenza, di là la grande storia. Quel passo segna dapprima i tuoi anni attraverso gli eventi che hai visto scorrere, poi li cuce dentro i grandi fatti della cronaca che hai narrato. Anna Maria Mori – istriana di Pola – vuole fare la giornalista. E da esule inizia il pellegrinaggio tra le redazioni, la lotta quotidiana per un contratto sia pur piccolo, un lavoretto sia pur breve. Siamo negli anni Cinquanta, lei è precaria proprio come decine di nostri colleghi oggi, ma non arretra mai. Nel filo rosso della memoria allinea i personaggi del mondo che ha raccontato per anni principalmente su Repubblica, il giornale in cui è stata chiamata fin dalla sua fondazione. “Origami”, edito da Einaudi, è il denso taccuino degli appunti, alcuni decisamente originali, come gli interminabili applausi che i suoi compagni di università tributavano a ogni lezione a Giorgio La Pira, il politico illuminato, pur di allontanarlo il più possibile dalla lezione. Mori racconta mezzo secolo di storia mettendo in fila i grandi che ha incontrato e le prove da cronista che ha dovuto superare. Il passo – appunto doppio – della vita.